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Notiziario Marketpress di Mercoledì 09 Aprile 2003
 
   
  LA COMMISSIONE INVITA GLI STATI MEMBRI AD OSSERVARE LA NORMATIVA EUROPEA SUI RIFIUTI

 
   
  Bruxelles, 9 aprile 2003 La Commissione europea ha deciso di inviare all´Italia un´ultima richiesta di conformarsi alla sentenza sulle pile contenenti sostanze pericolose pronunciata nei suoi confronti dalla Corte di giustizia nel maggio 2002. Il richiamo viene rivolto in forma di parere motivato ai sensi dell´articolo 228 del trattato Ce. Se l´Italia non dovesse ottemperare, la Commissione potrebbe decidere di deferirla nuovamente alla Corte di giustizia per farla condannare al pagamento di un´ammenda. La Commissione ha inoltre deciso di deferire alla Corte di giustizia europea Francia, Belgio, Lussemburgo, Italia, Regno Unito, Irlanda, Grecia e Finlandia per non aver ottemperato all´obbligo di adottare norme nazionali sui veicoli fuori uso. Gli Stati membri citati non hanno rispettato il termine dell´aprile 2002 prescritto per l´adozione della normativa in questione e la decisione di adire la Corte rappresenta l´ultimo passo del procedimento giuridico previsto dall´articolo 226 del trattato. La Commissione teme che, non attuando tali atti normativi in maniera corretta e tempestiva, gli Stati membri finiscano per non rispettare gli obiettivi di prevenzione e riduzione dei rifiuti concordati a livello di Unione europea e che, di conseguenza, non siano in grado di ridurre la pressione dei rifiuti sull´ambiente. Commentando tali decisioni, la Commissaria per l´ambiente Margot Wallström ha dichiarato: "Nel 2000 gli Stati membri hanno deciso insieme di rendere molto più severe le norme sui rifiuti generati dai veicoli fuori uso. Malgrado i richiami della Commissione, otto Stati membri non hanno ancora tenuto fede agli impegni presi. È quindi urgente che essi adottino quanto prima la normativa nazionale che renderà efficaci queste ambiziose nuove regole." La gestione dei rifiuti: normativa comunitaria La direttiva sui veicoli fuori uso(1) stabilisce misure che hanno il duplice scopo di eliminare rifiuti provenienti da veicoli a motore e componenti di veicoli giunti al termine del ciclo di vita e promuovere il riuso, il riciclaggio ed altre forme di recupero dei veicoli. Fra l´altro, la direttiva si prefigge anche di ridurre la presenza nei veicoli di sostanze chimiche pericolose che ne rendono meno sicuri lo smaltimento e il recupero, e dispone sistemi di raccolta per garantire che i veicoli fuori uso siano smaltiti in modo efficace e tale da non recare danni all´ambiente. Francia, Belgio, Lussemburgo, Italia, Regno Unito, Irlanda, Grecia e Finlandia non hanno rispettato la scadenza del 21 aprile 2002 per il recepimento della direttiva negli ordinamenti nazionali e, da allora, non hanno comunicato tutte le misure necessarie a tal fine. La direttiva sulle pile e gli accumulatori(2) è volta a promuovere il recupero e lo smaltimento controllato delle pile e degli accumulatori usati che contengono sostanze pericolose, al fine di ridurre l´impatto di tali rifiuti sull´ambiente. La direttiva in questione è stata modificata dalla direttiva 98/101/Ce della Commissione, che impone agli Stati membri di vietare, a partire dal 1º gennaio 2000 al più tardi, pile ed accumulatori contenenti più dello 0,0005% in peso di mercurio. Solo le pile a bottone possono avere un tenore di mercurio non superiore al 2% in peso. La Commissione ha indirizzato all´Italia un parere motivato a norma dell´articolo 228 del trattato, sollecitandola a prendere misure per conformarsi alla sentenza pronunciata dalla Corte di giustizia il 30 maggio 2002 (causa C-2001/323). La Corte ha condannato l´Italia per non aver adottato le disposizioni legislative, regolamentari ed amministrative necessarie a rispettare la direttiva 98/101/Ce. Iter procedurale In qualità di custode dei trattati, la Commissione deve provvedere affinché le norme del trattato e il diritto derivato siano rispettati dagli Stati membri. La procedura da seguire è stabilita all´articolo 226 del trattato, che conferisce alla Commissione la facoltà di adire la Corte di giustizia qualora uno Stato membro non adempia ai propri obblighi. Se constata che la disciplina comunitaria è stata violata e che sussistono i presupposti per iniziare un procedimento di infrazione, la Commissione trasmette allo Stato membro in questione una lettera di "costituzione in mora", in cui intima alle autorità del paese di presentare le proprie osservazioni entro un termine stabilito, solitamente fissato a due mesi. Sulla scorta della risposta o in assenza di una risposta dallo Stato membro in questione, la Commissione può decidere di trasmettere allo Stato un "parere motivato" (o "secondo ammonimento scritto") in cui illustra in modo chiaro e univoco i motivi per cui ritiene che sussista una violazione del diritto comunitario e lo sollecita a conformarsi entro un determinato termine (di solito due mesi). Se lo Stato membro non si conforma al parere motivato, la Commissione può decidere di adire la Corte di giustizia delle Comunità europee. L´articolo 228 del trattato conferisce alla Commissione il potere di agire contro uno Stato membro che non si sia conformato ad una precedente sentenza della Corte di giustizia delle Comunità europee. Sempre a norma dell´articolo 228, la Commissione può chiedere alla Corte di infliggere sanzioni pecuniarie allo Stato membro interessato. Per le statistiche sulle infrazioni in generale, consultare il sito web: http://europa.Eu.int/comm/secretariat_general/sgb/droit_com/index_en.htm#infractions    
   
 

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