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Notiziario Marketpress di Lunedì 14 Aprile 2003
 
   
  ORA LA CHIRURGIA ORTOPEDICA FA MENO PAURA SPECIALISTI A CONVEGNO A FIRENZE PER DISCUTERE DEGLI STRAORDINARI RISULTATI DEL FONDAPARINUX.

 
   
  Firenze, 14 aprile 2003 - Per gli specialisti riuniti al Palacongressi per il convegno Il Tromboembolismo Venoso e la Chirurgia Ortopedica organizzato in collaborazione con l´Università di Firenze, si tratta di capirne a fondo virtù e vantaggi. Ma è già chiaro a tutti che questo farmaco rivoluzionario appena ammesso nel prontuario ospedaliero, costato 10 anni di sperimentazione e 7 di studi clinici su oltre 7 mila pazienti, rappresenta per la medicina un´innovazione paragonata, per risultati, alla scoperta degli antibiotici. Si chiama Fondaparinux e in 4 diversi studi internazionali ha confermato tutta la sua efficacia, quella di ridurre verticalmente (- 55%) il devastante fenomeno delle trombosi venose profonde (Tvp) e delle embolie polmonari, conseguenze finora poco evitabili della chirurgia ortopedica maggiore: protesi di anca e ginocchio, fratture del collo del femore, interventi ogni anno più numerosi (+ 4% ) in un´Italia sempre più anziana. La Tvp è la terza malattia cardiovascolare più diffusa dopo infarto e ictus. In Italia colpisce 100 mila persone all´anno (6 mila i toscani, 1500 i fiorentini), ne uccide fino a 10 mila e riduce gravemente la qualità di vita di molti pazienti. Dati, peraltro, che non considerano i casi privi di sintomi, per cui molti muoiono senza che se ne sia diagnosticata la causa. Si sa comunque che il 3-4% della popolazione è geneticamente predisposto al tromboembolismo. "Le Società scientifiche e le Aziende ospedaliere dovranno dunque prendere atto dell´arrivo del Fondaparinux", commenta Domenico Prisco del Dipartimento di Area Critica Medico Chirurgica dell´ospedale fiorentino di Careggi, "Presto anche la Società Italiana per lo Studio dell´Emostasi e della Trombosi, di cui sono segretario, aggiornerà le raccomandazioni in materia". L´interesse del convegno di Firenze è tale da aver mobilitato il top delle diverse discipline: da Careggi, oltre a Prisco, il cardiologo Gian Franco Gensini (preside della facoltà di medicina), l´internista Rosanna Abbate, direttore del Centro Trombosi, l´anestesista Gaetano Gritti e il direttore di Medicina Legale Gian Aristide Norelli. Dal S. Giovanni di Dio il primario anestesista Giorgio Tulli. Da Pavia (S. Matteo) Franco Piovella che ha partecipato agli studi sul Fondaparinux. Per gli ortopedici Marco Gusso e Massimiliano Marcucci (Cto di Firenze) e Giulio Guido (Università di Pisa). "Le statistiche a proposito di trombosi venosa profonda", fa notare Gensini, "sono impressionanti. Nel 2003 a Careggi si faranno prevedibilmente 1700 interventi di chirurgia ortopedica maggiore, 15.600 in Toscana, 234 mila in Italia. Anche trattandoli con Eparina a basso peso molecolare (Ebpm), il farmaco finora più efficace, quote considerevoli di pazienti svilupperebbero comunque una trombosi venosa profonda: in media il 16% delle protesi d´anca, il 27% dei femori fratturati e ben il 30,6% delle protesi di ginocchio". Gli esiti fatali in chirurgia ortopedica sono in realtà pochi, spiega la professoressa Abbate: "Ma molti pazienti vanno incontro a complicanze, recidive e comunque a un abbassamento della qualità della vita spesso drammatico. Senza contare che tutto ciò grava in misura crescente sul sistema sanitario". Fondaparinux abbassa d´un colpo la soglia di questi problemi. Molecola di sintesi (non è ricavata da mucosa suina come le eparine ed è quindi a prova di ipotetiche contaminazioni da agenti patogeni), migliora le performance dei farmaci finora più efficaci. Con una dose di 2,5 milligrammi al giorno per 7/9 giorni dimezza i casi di trombosi (solo 4% per le protesi d´anca, 8,3% per le fratture del collo del femore e 12,3% per le protesi del ginocchio), arrivando quasi ad azzerare le complicanze (1,4%) se il trattamento è prolungato fino a 30 giorni. Questi dati pubblicati dalle riviste scientifiche Lancet e New England Journal of Medicine sono commentati con estremo favore dal professor Piovella. "In realtà", spiega, "i benefici vanno oltre la chirurgia ortopedica. Il tromboembolismo riguarda infatti anche la chirurgia addominale, in particolare i casi di tumore. Colpisce molti giovani e non risparmia neppure gli atleti".  
   
 

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