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Notiziario Marketpress di Giovedì 17 Aprile 2003
 
   
  LA CONGIUNTURA DELL´INDUSTRIA ITALIANA DELL´ABBIGLIAMENTO, MAGLIERIA E CALZETTERIA - MARZO 2003

 
   
  I primi mesi del 2003 ci consegnano un quadro congiunturale dell´industria italiana dell´abbigliamento, maglieria e calzetteria (in avanti Amc) ancora debole, in cui sten-tano ad intravedersi segnali di inversione di tendenza. L´evoluzione attuale e prospetti-ca del settore è infatti ancora pesantemente influenzata da fattori macroeconomici "eso-geni" (debolezza della ripresa dell´economia internazionale, stagnazione dei consumi finali in molti importanti mercati di destinazione, rafforzamento dell´euro, solo per ci-tarne alcuni), a loro volta legati, in parte, agli sviluppi della guerra in Iraq. Nella foto-grafia realizzata sul campione di 230 aziende contattate da Sistema Moda Italia - sicu-ramente rappresentativo delle fasce medio-alte del settore, ma non necessariamente a-derente alla realtà complessiva di un comparto in cui operano circa 50 mila aziende -, il 2002 si è chiuso con un fatturato in crescita dello 0,7% (dopo l´incremento del 2.4% del 2001), mentre la produzione ha perso lo 0,7% (in questo caso il 2001 aveva visto una cre-scita del 2%). Tali risultati medi non sono certo soddisfacenti, anche se, come al solito, i dati medi fanno sintesi di realtà settoriali abbastanza diversificate; lo scorso anno, infatti, si è chiuso con incrementi di fatturato non trascurabili in vari segmenti (è il caso dell´abbigliamento in pelle e dei costumi da bagno, ma anche dell´intimo, della calzette-ria femminile e dell´abbigliamento junior), mentre, all´opposto i settori più in sofferenza sono risultati quelli della maglieria, l´abbigliamento sportivo e le cravatte. Stazionario invece l´andamento dei "grandi" comparti dell´abbigliamento esterno in tessuto. Una situazione di complessiva stagnazione è quella che si prospetta anche per questa prima parte di 2003: le stime delle aziende su vendite e livelli produttivi nel primo tri-mestre dell´anno non sono infatti ottimistiche ed evidenziano solo la possibilità di non iniziare a perdere nuovamente terreno (per il primo trimestre dell´anno si stima infatti una flessione produttiva tendenziale dell´ordine dell´1% ed un incremento dello 0,5% nel fatturato). Questa situazione di stallo continuerà probabilmente a caratterizzare an-che il secondo trimestre 2003: le prime indicazioni relative alla campagna ordini per la prossima stagione invernale lasciano infatti intravedere una sostanziale stabilizzazione sui livelli dell´A/i 2003 e quindi non sembrano creare spazio per significativi incrementi di attività produttiva e fatturato nei mesi precedenti la pausa estiva. Si tratta di indica-zioni preliminari, raccolte ad inizio campagna, che quindi attendono conferma nei dati definitivi, specie in una fase in cui la prudenza dei retailer è molto elevata e si traduce in una riduzione dei lotti medi e nel progressivo spostamento verso fine campagna delle decisioni di acquisto. Ciò nonostante, il segnale che emerge è abbastanza univoco e, combinato con la revisione al ribasso di tutte le previsioni di crescita per l´anno in corso, induce spostare sempre più verso la fine del 2003 il momento di un possibile punto di svolta ciclica.  
   
 

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