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Notiziario Marketpress di Lunedì 12 Maggio 2003
 
   
  LA RICERCA DI ALTERNATIVE ALLA SPERIMENTAZIONE ANIMALE SI FA SEMPRE PIÙ URGENTE IN VISTA DELLA NUOVA NORMATIVA SULLE SOSTANZE CHIMICHE

 
   
  Bruxelles, 12 maggio 2003 - Nel giorno in cui la Commissione pubblicava, a scopo di consultazione, il suo progetto per una nuova normativa sulle sostanze chimiche, alcuni rappresentanti dell´industria, delle istituzioni europee e di gruppi animalisti si sono riuniti al Parlamento europeo per discutere il possibile impatto di queste nuove norme sulla sperimentazione animale. Nel suo intervento, il prof. Coenraad Hendriksen dell´Università di Utrecht (Paesi Bassi), responsabile del benessere degli animali presso l´Istituto nazionale di vaccinazione (Nvi) e direttore del Centro olandese di sperimentazione alternativa (Nca), ha descritto il modo in cui gli animali vengono attualmente impiegati nella ricerca e ha illustrato il principio delle tre "R" - replacement (sostituzione), reduction (riduzione) e refinement (perfezionamento) - chiedendo di accordare maggiore importanza alla ricerca di nuove alternative nell´ambito del dibattito politico. La nuova normativa sulle sostanze chimiche impone alle aziende di effettuare una valutazione dei rischi connessi ai prodotti chimici che esse utilizzano, allo scopo di tutelare la salute umana e l´ambiente attraverso un nuovo sistema di regolamentazione comunitario. Queste nuove disposizioni, tuttavia, comporteranno un forte aumento della ricerca sulle sostanze chimiche, gran parte della quale basata sull´impiego di animali. "La questione delle alternative alla sperimentazione animale richiede un´attenzione di gran lunga superiore a quella odierna. La maggiore consapevolezza nei confronti delle tre R deve condurre all´elaborazione di una nuova normativa europea, attraverso la quale migliorare le procedure nazionali. Ciò appare estremamente urgente in vista dell´adozione del Libro bianco sulle sostanze chimiche", ha aggiunto l´eurodeputato olandese Bob van den Bos, organizzatore del seminario. Nel 1999, più di nove milioni di animali sono stati utilizzati in tutta l´Ue a scopo di sperimentazione, circa due milioni in meno rispetto al 1996. Il primato spetta alla ricerca di base, seguita dallo sviluppo di farmaci e dal controllo di qualità. I topi rappresentano più del 50 per cento degli animali impiegati a tal fine, ma si utilizza anche un elevato numero di ratti e, in misura minore, di invertebrati, primati, uccelli e carnivori. Come spiega il prof. Hendriksen, i test normativi, ovvero il tipo di ricerca imposta dal progetto di legislazione sulle sostanze chimiche, vengono condotti quotidianamente, utilizzando un numero elevato di animali per ciascuna prova, spesso compreso fra 120 e 150. Inoltre, circa il 10 per cento dei test normativi di tossicità comporta un livello elevato di dolore e sofferenza per gli animali e il 17 per cento dei test per i prodotti biologici provoca sofferenze altrettanto atroci. Sebbene Simon Webb del Consiglio europeo dell´industria chimica (Cefic) abbia affermato che la sua organizzazione è disponibile a cooperare con le altre parti interessate al fine di ridurre il numero di animali "usati", Emily Mcivor, della coalizione europea per la messa al bando della sperimentazione animale, ha chiesto al Cefic di mettere a disposizione fondi, laboratori, spazi e personale per la ricerca di alternative a tali esperimenti. "Le iniziative sono sempre gradite, ma ne abbiamo in abbondanza. Ciò di cui abbiamo realmente bisogno sono i fondi. Vorremmo ricevere promesse più credibili", ha affermato la Mcivor. Per quanto abbia a cuore lo sviluppo di alternative alla sperimentazione animale, il prof. Hendriksen ha ammesso che "oggi la vita sarebbe molto meno sicura se interrompessimo gli esperimenti" e ha sottolineato che grazie all´importante contributo della sperimentazione animale è stato possibile debellare determinate malattie dai paesi industrializzati, come il tifo, la tubercolosi, il colera e la febbre gialla. Il prof. Hendriksen ha posto l´accento, tuttavia, sugli svantaggi connessi agli esperimenti animali. Si tratta, infatti, di prove estremamente costose e lunghe, i cui risultati spesso variano quando i test vengono condotti su diverse stirpi dello stesso animale. Inoltre, ci si chiede comunque se i risultati ottenuti saranno identici nell´uomo. Nel suo intervento, il prof. Hendriksen ha posto l´accento anche sugli aspetti etici della sperimentazione animale, chiedendosi: "Che diritto abbiamo? [Gli animali] hanno solo un valore strumentale o anche intrinseco?". Le tre "R" possono essere messe in atto ricorrendo a colture tissulari, modelli informatici, volontari umani e organismi invertebrati (sostituzione); all´ottimizzazione dei test e al miglioramento dei metodi statistici (riduzione); nonché all´anestesia, all´analgesia e al miglioramento delle condizioni di vita degli animali (perfezionamento). Lo sviluppo di esperimenti sostitutivi, soprattutto per i test normativi, incontra diversi ostacoli. Ogni nuovo metodo, per esempio, deve essere preconvalidato, convalidato e approvato prima dell´utilizzo; l´intera procedura può durare fino a 18 anni, come è accaduto nel caso di un metodo alternativo per la sperimentazione dei vaccini antitetanici, sviluppato dal prof. Hendriksen e dalla sua équipe. Il prof. Hendriksen imputa gli scarsi progressi compiuti in materia di sviluppo di alternative alla mancanza di strumenti scientifici, ai finanziamenti insufficienti e al basso livello di priorità che gli istituti di ricerca attribuiscono a tale questione, nonché allo svantaggioso rapporto costi-benefici, dovuto ai rischi elevati che tali ricerche comportano. Egli, pertanto, raccomanda di accordare maggiore importanza a tale problema nell´agenda politica, compreso il sesto programma quadro di ricerca della Commissione europea, di eliminare gli ostacoli finanziari alla conduzione delle nuove ricerche, di uniformare le linee guida e di promuovere lo scambio d´informazioni. John Williams di Cost, la Cooperazione europea nel settore della ricerca scientifica e tecnica, ha reso noto che la sua organizzazione sta attualmente negoziando la creazione di una rete per la raccolta di informazioni con il Centro europeo per la convalida dei metodi alternativi (Cecma). Tale rete è necessaria poiché tutte le informazioni che occorrono allo sviluppo di alternative alle sperimentazioni animali sono attualmente detenute dalla società farmaceutiche. "Se non possiamo accedere ai dati, dovremo ripetere daccapo tutti gli esperimenti", ha affermato Williams. Concludendo il seminario, il prof. Hendriksen ha chiesto ai ricercatori di ricorrere ad interventi di "riduzione" e "perfezionamento", laddove non è stato ancora trovato un metodo alternativo alla sperimentazione animale. Il 12 maggio, il commissario europeo per la Ricerca Philippe Busquin presenterà alcuni nuovi metodi alternativi sviluppati nell´ambito di un progetto finanziato dall´Ue. http://europa.eu.int/comm/enterprise/chemicals/index.htm  http://ecvam.Jrc.it/index.htm    
   
 

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