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Notiziario Marketpress di
Venerdì 23 Maggio 2003 |
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I BENI CULTURALI NEL NUOVO FEDERALISMO MUSEI ED EDITORIA: IL MODELLO UMBRO
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Perugina, 23 maggio 2003 - In occasione della pubblicazione del 50º titolo dei Cataloghi per i Musei dell´Umbria, Carlo Colaiacovo, Presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e Gianfranco Maddoli, Assessore Beni e Attività Culturali della Regione Umbria inaugurano il convegno I beni culturali nel nuovo federalismo. Musei ed editoria: il modello umbro. Nella stessa occasione sarà allestita un´ esposizione sull´attività editoriale della Regione: cataloghi scientifici; guide brevi, depliant; cataloghi di mostre. Fortemente invocata a partire dai lavori della Commissione Franceschini, la catalogazione ottiene attenzione e cospicui finanziamenti statali soprattutto negli anni Ottanta. A volte, però, come nel caso di progetti quali " Memorabilia" e "Giacimenti Culturali", ciò avviene per imprese motivate da ragioni più spesso economiche che culturali. Quasi mai nella storia della tutela italiana la catalogazione è stata concepita all´interno di un progetto più ampio, che al fine essenziale della ricognizione e dello studio del patrimonio aggiungesse quello, certo di non minore rilievo, della pubblica-zione delle conoscenze. Il progetto del "Sistema museale umbro", elaborato dalla Regione nella prima metà degli anni Ottanta, si segnala, dunque, per aver collegato l´attività di catalogazione del patrimonio ai più generali programmi ordinari di gestione e di valorizzazione sociale ed economica del patrimonio stesso. La valutazione del modello umbro deve essere necessariamente rapportata al momento in cui esso fu elaborato. La innovatività delle sue fondamentali caratteristiche va infatti misurata in relazione ad un tempo in cui si era appena iniziato a parlare di economia della cultura. Da considerare, in particolare, che si tratta di un progetto: ideato e promosso da una Giunta regionale e attuato in stretta collaborazione con l´Università; realizzato rispettando i modelli catalografici e le metodologie stabilite dall´Isti-tuto Centrale ed elaborando apposite schede per categorie di beni, come in materia di archeologia industriale, non ancora trattate dall´Istituto medesimo; sostenuto da un´importante Fondazione Bancaria che, molto in anticipo sui tempi, ha saputo assumere una funzione di partnership in un´impresa duratura invece dell´occasionale sostegno ad iniziative episodiche; attuato con la partecipazione attiva di imprese private grandi (la casa editrice Electa unitamente agli Editori Umbri Associati) e piccole (le cooperative culturali di servizi); concepito in modo tale che, una volta pubblicato un volume, il museo ne abbia incessante disponibilità, senza limiti di quantità e di tempo, senza aggiungere altri costi a quelli per la limitata tiratura iniziale e traendone significativi proventi di vendita. Gli anni successivi, se poco hanno innovato in fatto di modelli di gestione e di organizzazione delle attività culturali, hanno invece prodotto decine di leggi, alcune delle quali spesso al centro di intensi dibattiti mediatici: dalla Ronchey alle più recenti norme sulla sussidiarietà e sul "federalismo culturale", ma inteso unicamente come trasferimento delle attività di gestione e di valorizzazione e fin qui rimasto sostanzialmente inattuato. Non si ha il timore di sbagliare se si afferma che oggi, a dispetto di tante polemiche, si è costretti ad operare in questo settore (da parte del pubblico ma anche del privato) in un clima di sostanziale immobilismo. Come se i tanti modelli innovativi proposti, giusti o sbagliati che potessero apparire, fossero stati superati prima ancora di essere sperimentati. La collana "Catalogo regionale dei beni culturali dell´Umbria", progettata, di-retta e finanziata dalla Regione in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e realizzata dalla Casa editrice Electa-editori Umbri As-sociati, ha ormai superato il traguardo del 50° titolo. Per più ragioni questa attività della Regione dell´Umbria è riconosciuta come un unicum nel panorama non solo nazionale. Grazie alla produzione di tali volumi, regolarmente in vendita presso i bookshop dei musei stessi e in libreria, gli istituti museali della regione vengono finalmente dotati del proprio catalogo sistematico, indispensabile ai fini della conoscenza e sal-vaguardia di tutte le opere in esso conservate oltre che fondamentale e insostituibile strumento scientifico a disposizione di studiosi e visitatori. |
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