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Notiziario Marketpress di Lunedì 26 Maggio 2003
 
   
  VENEZIA 50ESIMA ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE D´ARTE :IRAN

 
   
  Venezia, 26 maggio 2003 - Non tanto "sogni e conflitti", nell´arte dell´Iran contemporaneo, quanto piuttosto "sogni grazie ai conflitti" e "conflitti come dinamiche sulla via della realizzazione dei sogni": dinamiche interne al contesto sociale iraniano, dinamiche come spirito del rapporto tra l´Iran e il resto del mondo, dinamiche di evoluzione nella ricerca ininterrotta del singolo artista. Dinamiche la cui forza è tale da rendere pressoché ininfluente la "dittatura dello spettatore" o qualsiasi altra esigenza del mercato. Da circa quarant´anni l´Iran era assente dalla Biennale di Venezia: non è casuale la sua presenza oggi, in una fase storica in cui con maggiore evidenza e fertilità - e in tutti i campi in cui si esprime la personalità dell´uomo e del cittadino - la ricerca e la proposta iraniane costituiscono uno degli esempi più interessanti del tentativo di opporsi all´uniformazione e all´adeguamento, pur nello studio attento delle mentalità, degli stili e delle mode "altre". La società iraniana è giovane, e le ultime generazioni sono altamente scolarizzate, preparate all´utilizzo delle moderne tecnologie, attente all´affluire degli stimoli provenienti dall´esterno in un contesto già ricchissimo di retaggi storici e tradizioni culturali proprie. Ciascun artista conduce la propria ininterrotta ricerca del nuovo innanzitutto in se stesso, esplorando nella propria psiche le contraddizioni tra il radicamento e il movimento. Il Commissario, prof. Majid Karshenas, dottore in scienze sociali con diverse specializzazioni conseguite in Texas e a Strasburgo, ricopre dal 1999 l´incarico di Direttore dell´Istituto Culturale dell´Iran in Italia; anche in tale veste sviluppa la propria ricerca, riassunta in numerose pubblicazioni, sui nuovi soggetti sociali e le nuove forme di democrazia e dialogo nel suo Paese. Il Commissario aggiunto, Ali Reza Sami Azar, Direttore del Tehran Museum of Contemporary Art dal 1988, ricopre in Iran incarichi di prestigio in diverse istituzioni governative di cultura e di arte contemporanea. Ciascuno degli artisti presentati in questa occasione dal T. M. C. A., Behrooz Daresh, Hossein Khosrojerdi, Ahmad Nadalian, si iscrive appieno nel fiorente percorso di ricerca sviluppato dalla cultura iraniana nell´arte. Behrooz Daresh, pittore, scultore e musicista, nelle sue recenti installazioni utilizza centinaia di elementi minimali in alluminio sospesi in un allegorico conflitto tra fantasia e realtà, che impegna l´osservatore in un flusso di emozioni stimolate anche dall´illuminazione blu e rosso porpora: l´idea estetica si focalizza soprattutto sul concetto della non-esistenza e del nulla. Le opere di Hossein Khosrojerdi, eclettico e prolifico pittore, grafico, designer e cartonista, sono una combinazione tra arte digitale e performance: avviluppato come una mummia, né uomo né donna, né occidentale né orientale, egli diviene universale e immortale. Ahmad Nadalian, artista poliedrico e noto sul piano internazionale, utilizza ogni tecnica e materia per esprimere concetti astratti. Scolpendo pesci come antichi fossili nel letto di un fiume privo di ogni forma di vita egli ricrea la propria idea di Paradiso Perduto: il pesce ripopola il paradiso immaginario e senza tempo divulgato come fiume virtuale nel web. La nascita dell´arte iraniana contemporanea risale ai primi anni Quaranta: la fondazione del primo Istituto d´Arte in Teheran segna l´inizio di un approccio serio e sistematico alle nuove scoperte dell´arte occidentale. La polemica che oppone il nuovo alla tradizione entra subito in una fase significativa: per quindici anni si ripercorre, esplorandolo, oltre un secolo d´arte occidentale, e le opere recano l´evidente impronta delle diverse influenze straniere. L´inizio degli anni Sessanta registra il nascere di un approccio più marcatamente "moderno"; gli artisti iraniani si cimentano in un´interpretazione dinamica di impressionismo, cubismo, espressionismo, surrealismo, astrattismo, pop art e arte concettuale, cercando nel contempo di non abbandonare in modo definitivo i retaggi della tradizione. Al tempo della Iii Biennale di Teheran (1970) alcuni pittori modernisti manifestano il proprio interesse nei confronti delle radici dell´arte iraniana del passato, e tentano di utilizzarne gli elementi tradizionali calligrafici, illustrativi e visuali. Il talento di questi giovani artisti, e l´esigenza, da parte del pubblico iraniano, di ritrovare la propria identità e salvaguardare quanto è di più valido nelle tradizioni nazionali e religiose (anche per reazione profonda alle forzature filo-occidentaliste), consentono a tale tendenza di acquisire il maggiore rilievo nel corso degli anni Settanta. Nel contempo, altri artisti s´ispirano, con maggiore intensità e indipendenza, agli elementi dell´arte visuale persiana del passato remoto e recente, e avanzano proposte ben distinguibili dall´arte moderna occidentale. Altre correnti minori rimangono più discontinue: il ritorno pieno all´approccio naturalistico classico, la rivalutazione della pittura tradizionale (miniatura), e la riscoperta della pittura popolare (i "dipinti delle Case da Tè"). Dopo la Rivoluzione del 1979, l´arte fondata sulle tradizioni popolari e religiose acquisisce enorme popolarità: la narrazione di una storia, la trasmissione di un messaggio, spesso anche la devozione religiosa e sociale, emergono come le caratteristiche principali delle opere del periodo, che il pubblico accetta più facilmente grazie alla loro immediatezza e semplicità. In seguito, tuttavia, molti si sono dedicati a cercare anche formule di espressione meno realistiche e più raffinate. E´ dunque riuscito a riaffiorare e ad imporsi quello che si può considerare come il carattere peculiare dell´arte orientale, presente quindi anche nelle radici dell´arte iraniana: la sua lontananza da "realismo" e "narrativismo", e la sua vicinanza al mondo del pensiero, dell´elaborazione mentale ed emotiva, dell´immaginazione. Tale carattere affonda le proprie origini nel modo speciale, tipico dell´artista iraniano, di guardare il mondo e l´esistente, in una visione tanto globale quanto attenta all´intimo che costituisce il carattere fondamentale dell´umanesimo iraniano. L´artista iraniano di oggi sa bene che la stasi, la reiterazione, lo sguardo inconsapevole rivolto al passato, non costituiscono vere basi di partenza, e che invece il movimento, il cambiamento, la ricerca del nuovo, il progredire, sono principio e fondamento imprescindibili della vita stessa nel mondo di oggi: ma né lo sviluppo né la tendenza al nuovo possono avere luogo con il distacco totale dal patrimonio culturale e artistico della società cui appartengono, perché il passato è la radice della personalità individuale e collettiva contemporanea. I ricchi retaggi della cultura e dell´arte dell´Iran sono quindi ancora evidenti nelle opere presentate a questa Biennale, sebbene esse appartengano tutte ad esponenti delle tendenze artistiche nuove dell´Iran: ciascuna tramite il proprio specifico linguaggio presenta o simboleggia le esperienze e l´impegno della generazione contemporanea di artisti risoluti ad offrire, grazie alla propria identità personale e nazionale, il proprio contributo al dialogo tra le civiltà in questi primi anni del Terzo Millennio. Inaugurazione 13 Giugno, Ore 16.30; Palazzo Malipiero S. Marco 3198, Venezia. Artisti: Behrooz Daresh, Hossein Khosrojerdi, Ahmad Nadalian; Organizzazione: Tehran Museum of Contemporary Art.infolink: www.Artecommunications.com  http://www.Ir-tmca.com    
   
 

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