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Notiziario Marketpress di Martedì 27 Maggio 2003
 
   
  RAPPORTO ASSINFORM 2003: IL MERCATO ICT STENTA, MA LA NET ECONOMY E´ REALTÀ. SERVE PIÙ SPINTA ALL´INNOVAZIONE

 
   
  Milano, 27 maggio 2003 - Il mercato italiano dell´informatica e delle telecomunicazioni ristagna. Dopo un ciclo espansivo che ha cambiato gli stili di vita e il modo di fare impresa. La vera sfida comincia ora: serve un nuovo Patto per diffondere l´innovazione nel sistema, coinvolgendo la piccola impresa e accelerando i programmi di e-Government. "La net economy lavora in concreto e nel silenzio" - questo è il tema scelto da Assinform - Associazione Nazionale Produttori Contenuti Tecnologie e Servizi per l´Informazione e la Comunicazione - per il Convegno di presentazione del Rapporto Annuale sull´Informatica e le Telecomunicazioni in Italia, aperto dall´Amministratore Delegato di Borsa Italiana, Massimo Capuano, e al quale è intervenuto il Ministro per l´Innovazione Lucio Stanca. Pubblicato con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e di riferimento per studiosi, manager e amministratori pubblici, il Rapporto Assinform ha messo in luce cambiamenti sostanziali nell´evoluzione del mercato, che proiettano il nostro sistema-paese in una prospettiva nuova. "È sempre più marcato il dualismo tra imprese medio grandi, che si misurano con i modelli della net-economy e che si rafforzano, e il gran numero di piccole imprese che stenta a tenere il passo con le sfide dell´innovazione - ha esordito il presidente di Assinform Giulio Koch - Così come netto è il divario tra Nord e Sud in termini di investimenti in nuove tecnologie". Il Rapporto Assinform rileva la fine di un ciclo espansivo importante. La contrazione per l´intero mercato Ict è infatti contenuta (-0,5%), ma significativa. Essa va raffrontata con la crescita dell´8,3 % del 2001 e del 12,8 % del 2000 e va interpretata alla luce della frenata di tutte e due le componenti del mercato: telecomunicazioni e informatica. Le telecomunicazioni hanno generato nel 2002 un volume d´affari pari a 40.170 milioni di Euro, in crescita di un modesto 0,4 % (contro l´8,5 del 2001 e il 12,9 del 2000). L´informatica si è attestata a quota 20.036 milioni, con una regressione del -2,2 % (contro una crescita dell´8 % nel 2001 e del 12,6 nel 2000). "Anche l´andamento del primo trimestre del 2003 conferma l´arresto di un´espansione che ha caratterizzato l´ultimo decennio in Italia, cambiando gli stili di vita delle persone e il modo di lavorare delle aziende, grazie alla diffusione di decine di milioni di cellulari e di milioni di connessioni Internet. - ha commentato Koch - I vantaggi conseguiti dalle imprese che hanno investito e che continuano ad investire in Ict sono evidenti, così come è noto che nel settore operano oltre il 5 per cento degli occupati in Italia. Per il rilancio degli investimenti, a vantaggio della competitività del Sistema, servono nuove capacità di analisi e di proposta. Serve un nuovo Patto per l´Innovazione, che coinvolga imprese, autorità di Governo e i sistemi del credito e della formazione." Assinform invoca altresì scelte più lungimiranti da parte del Legislatore. Il positivo sviluppo dei programmi di e-Government, che ha portato al pieno coinvolgimento di molti Enti Locali nella modernizzazione della Pa, rischia di essere rallentato da una Finanziaria che lascia molto a desiderare quanto alla selettività delle spese da tagliare e che penalizza gli investimenti Ict a scapito dell´efficienza del sistema. Sarebbe quanto meno opportuno, secondo Assinform, che almeno i risparmi conseguiti dalle nuove politiche degli acquisti Ict nel settore pubblico, fossero reindirizzati all´investimento Ict, per generare risparmi strutturali. "L´ingresso in un nuovo ciclo, caratterizzato dall´attesa e dall´incertezza era previsto. Sia perché la crescita del mercato aveva cominciato a rallentare sin dal primo semestre del 2001, sia perché sono cambiate le spinte della domanda - ha commentato Giancarlo Capitani, Amministratore Delegato di Netconsulting, la società di ricerca che collabora con Assinform al monitoraggio del mercato Ict. - L´informatica segue oramai i trend degli investimenti industriali, mentre la telefonia, che interessa oltre 40 milioni di utenti, è entrata nelle dinamiche proprie dei mercati di massa." Nel seguito le note di maggior dettaglio sull´andamento del mercato Ict nel 2002: Telecomunicazioni: + 0,4 per cento Nel corso del 2002, il mercato italiano delle telecomunicazioni (apparati, terminali e servizi per reti fisse e mobili) ha generato nel suo complesso un volume d´affari di 40.170 milioni di Euro. Rispetto al 2001, quando le vendite si erano attestate a quota 40.025 milioni (+8,5 %), la crescita è stata del tutto trascurabile, pari allo 0,4 %. "Oramai non si può più parlare di effetto statistico conseguente al confronto con anni di boom - ha commentato Giancarlo Capitani - Il mercato non cresce più per cause strutturali. Basti pensare all´esaurirsi della prima ondata di investimenti infrastrutturali per le reti a banda larga. E, ancora, e soprattutto, all´affievolirsi della spinta delle telecomunicazioni mobili, per effetto dei ritardi nell´introduzione di significative novità e dei limiti oramai evidenti alla crescita del numero di utenti." Cellulare e Internet In effetti la crescita del 4,9 % della componenti servizi (30635 milioni di Euro), appena compensa in valore assoluto il calo dell´11, 6% della componente apparati (9805 milioni). I servizi su rete fissa sono risultati nel 2002 pari a 16.125 milioni, (+1,6 %), grazie alla spinta del traffico generato da Internet oramai vicino ai 3000 milioni, in crescita del 30 % sull´anno prima e oramai pari al 18,5 % dei servizi su rete fissa. Quelli su rete mobile nel 2002 sono risultati pari a 14.240 milioni di Euro (+9 % sull´anno prima), continuando a sostenere la domanda, ma confermando il calo tendenziale dei tassi di crescita.. Il numero delle linee attive (in abbonamento e soprattutto a scheda prepagata) ha oramai raggiunto i 54,2 milioni (contro i 51 del 2001, i 42 del 2000 e i 30,3 del 1999). Da qui l´evidenza che il balzo degli anni scorsi potrà essere ripetuto solo con l´avvento diffuso dei servizi di nuova generazione (Umts, ecc.). Informatica: - 2,2 per cento Da tassi di sviluppo sostenuti degli ultimi quattro anni ad una contrazione del 2,2 %: il 2002 è stato un anno difficile per il mercato italiano dell´informatica, che nel 2001 risultava in crescita dell´8 % e nel 2000 del 12,6 %. In sostanza il mercato italiano dell´It ha perso rapidamente lo slancio degli ultimi anni. Quella riscontrata è una situazione simile a quella di alti paesi europei (Francia -1,4%, Regno Unito-0,9%, Spagna-1,7%, Germania -5,3%), ma non per questo meno preoccupante. " E i motivi sono due - ha commentato Capitani - Il primo è che l´Italia non può permettersele, visto che la It sul Pil è ancora pari ad un modesto 2 per cento, contro il 3,10-3,20 per cento di Francia, Germania e Regno Unito. Il secondo è che la propensione all´investimento It è tutt´altro che salda, anche nell´ambito delle imprese. Gli investimenti It sono infatti calati nel 2002 del 2,2 per cento, mentre quelli in macchinari sono cresciuti dello 0,7 per cento. Solo due anni fa gli investimenti It crescano del 12 per cento e quelli in macchinari del 6." Le piccole imprese frenano e soffrono il digital divide A quest´ultimo riguardo è significativo rilevare come, per le imprese, la caduta della domanda sia in proporzione inversa alle dimensioni. La piccola impresa ha investito in informatica 3.805 milioni (-5,2 % sull´anno prima), la media 4650 milioni (-1,3%) e la grande 10.761 (-0,8%). "Si va perdendo di vista la valenza innovativa dell´informatica - ha aggiunto Capitani - Nella piccola impresa, ove prevalgono le incertezze, l´effetto è evidente. Le grandi imprese, pur continuando la loro marcia verso la net economy, prevalgono i progetti di razionalizzazione a base Internet/intranet, anche nel caso dell´integrazione con clienti e fornitori". Il risultato è un digital divide oramai abnorme tra grandi e piccole imprese, che minaccia di sembra precludere a queste ultime le più solide prospettive di crescita. Le imprese italiane con oltre 250 addetti sono 2651, ma assorbono il 56 per cento della domanda complessiva di It, contro il 20 per cento degli oltre 4 milioni di imprese sino a 50 addetti. Male l´hardware, bene i servizi L´attuale situazione di mercato - di attesa e di consolidamento delle iniziative già avviate - trova riscontro nell´andamento dei comparti in cui convenzionalmente si suddivide il mercato dell´informatica (hardware, assistenza tecnica e servizi). Nel 2002, le vendite di hardware, pari a 5375 milioni di Euro, sono risultate in calo del 13,5 % (contro una crescita del 2,6 % nel 2001), quelle dei servizi di assistenza tecnica, pari a 975 milioni sono risultate ancora in calo (- 4,2 %), mentre quelle di software e servizi, pari a 13.686 milioni sono cresciute del 3,3 %, ma contro il 11,8 % dell´anno prima, e comunque non tanto da compensare il calo degli altri comparti. Alla contrazione del mercato hanno contribuito tutti i segmenti. Nel primo semestre 2002 e rispetto allo stesso semestre dell´anno prima, le vendite in valore sono calate del 27,5 % per i server, del 56,6 % per le workstation, del 9% per i sistemi/unità di archiviazione (storage), del 18,5 % per le stampanti e del 10 % per i personal computer. A riguardo dei personal è comunque d´obbligo rilevare che il parco dell´installato è oramai importante: oltre 13 milioni di unità. Interessante è poi rilevare che l´unico dato di crescita per l´hardware riguarda i grandi sistemi (+4,8%). "Proprio questo dato, combinato con la tenuta del comparto del software e dei servizi di informatica va a conferma di una domanda It espressa in prevalenza dalla grande impresa - ha precisato Capitani - e orientata soprattutto alle razionalizzazione dei sistemi informativi, alla sicurezza e disponibilità delle applicazioni e ad una migliore gestione del patrimonio informativo aziendale".  
   
 

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