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Notiziario Marketpress di Giovedì 05 Giugno 2003
 
   
  LA COMMISSIONE EUROPEA AUSPICA UNA MIGLIORE INTEGRAZIONE DEI MIGRANTI NELL´UE

 
   
  Bruxelles, 4 giugno 2003 - La Commissione ha invitato gli Stati membri a intensificare gli sforzi per l´integrazione dei migranti. In un nuovo documento politico sull´immigrazione, l´integrazione e l´occupazione, Anna Diamantopoulou, commissaria per l´occupazione e gli affari sociali, e António Vitorino, commissario responsabile della giustizia e degli affari interni, prevedono che sarà sempre più grande il fabbisogno di migranti economici nell´Ue che colmino le carenze di manodopera qualificata e non qualificata. Il rischio è che, in assenza di politiche più efficaci per l´accoglienza dei migranti di cui l´Unione abbisogna, questi non siano in grado di rendere secondo le loro potenzialità né di contribuire appieno allo sviluppo economico. Ciò significa che l´Ue deve impegnarsi affinché sia garantita la piena partecipazione degli immigrati non solo al mercato del lavoro ma anche alla vita sociale, culturale e civica. Secondo quanto dichiarato da Anna Diamantopoulou: "L´immigrazione zero non è un´opzione. L´aumento dei flussi migratori è inevitabile dati taluni fattori di spinta come l´instabilità politica nel mondo o la disparità di benessere. Eppure, un´immigrazione gestita bene è persino necessaria per rispondere al fabbisogno futuro del mercato del lavoro europeo. Perché l´immigrazione sia un successo, soprattutto per gli attuali cittadini dell´Ue, l´Europa deve migliorare radicalmente l´integrazione dei migranti già stabiliti nell´Ue e prepararsi sin d´ora alle immigrazioni future". La comunicazione espone il pensiero della Commissione su due aspetti distinti, ma intimamente legati, del fenomeno delle migrazioni. Segna inoltre un nuovo passo importante nel dosaggio sapiente di strumenti politici diversi per lo sviluppo di una politica comune in materia di immigrazione. La comunicazione tratta uno dei quattro elementi definiti dai capi di Stato e di governo al Consiglio europeo di Tampere dell´ottobre 1999, completando così la serie di documenti politici sulla politica comune dell´Ue in materia di immigrazione richiesti in occasione del vertice. Onorando gli impegni assunti nella relazione di primavera del 2003 sulla strategia di Lisbona, il documento esamina anche gli effetti potenziali dell´immigrazione sull´occupazione e la crescita economica. Data la sfida demografica cui deve far fronte l´Unione, con una popolazione che invecchia e diminuisce, la Commissione constata che i lavoratori migranti svolgeranno un ruolo importante, in futuro, nel raggiungimento degli obiettivi di Lisbona. E sottolinea che se l´immigrazione da sola non basterà a contrastare tutti gli effetti dell´invecchiamento demografico, flussi migratori più sostenuti saranno sempre più probabili e necessari per far fronte al fabbisogno di manodopera nell´Ue, la cui popolazione attiva è prevista in diminuzione dopo il 2010. Sulla scorta di uno studio sulle politiche nazionali in materia di integrazione e dei dati sull´occupazione dei cittadini di paesi terzi, la Commissione ritiene che si debba fare di più per promuovere l´integrazione dei migranti stabili e preparare i flussi migratori futuri. Sollecita quindi l´adozione di un approccio multisettoriale e un maggiore coordinamento fra le politiche interessate. Occorrono misure specifiche che garantiscano la piena integrazione di tutte le necessità dei migranti nelle politiche generali che hanno ripercussioni sulla loro integrazione. La Commissione propone inoltre un nuovo quadro a livello europeo che focalizzi l´attenzione sui problemi e promuova lo scambio di informazioni e esperienze. La Commissione osserva che dal trattato di Amsterdam è in corso la definizione di un quadro giuridico comune sull´ammissione e le condizioni di soggiorno dei cittadini di paesi terzi. Chiede pertanto al Consiglio di accelerare il procedimento di adozione e attuazione dei pertinenti atti legislativi. Per di più la Commissione si impegna ad esplorare ulteriormente il concetto di cittadinanza civile nel contesto volto a definire gli strumenti giuridici necessari per garantire ai migranti diritti e obblighi analoghi a quelli dei cittadini dell´Ue, conformemente alle conclusioni di Tampere. La Commissione chiede inoltre che siano varate nuove iniziative in altri settori essenziali come l´occupazione, la lotta contro la discriminazione e l´inclusione sociale, su cui poggia il processo di integrazione. La comunicazione individua una serie di altre problematiche da risolvere, fra cui la lingua, l´istruzione e la formazione e l´accesso ai servizi sociali e altri servizi analoghi. La Commissione auspica che siano rafforzate, in questi settori, le politiche che tengono specificamente conto delle esigenze dei migranti, e che maggiore sia la loro partecipazione. Sottolinea inoltre il ruolo delle parti sociali e della società civile nella definizione e attuazione di queste politiche. La Commissione insiste sulla necessità di mandare avanti, nel quadro delle politiche e dei programmi generali esistenti, una serie di sue proposte. Fissa nuove priorità, in particolare per la strategia europea per l´occupazione, il processo di inclusione sociale, la coesione economica e sociale, la lotta contro la discriminazione e la cooperazione nel campo dell´istruzione. Propone quindi un nuovo strumento a garanzia della coesione, che assumerà la forma di una relazione annuale a cura della Commissione stessa, sullo sviluppo della politica comune in materia di immigrazione. La rete di cellule nazionali di contatto in materia di integrazione, istituita di recente dal Consiglio, è il contesto ideale per sviluppare lo scambio di informazioni e buone pratiche. Già operativa, costituirà l´elemento portante del nuovo approccio coordinato alle questioni dell´immigrazione, disponendo di una visione globale delle politiche rilevanti sia nell´Ue che negli Stati membri. La comunicazione dovrebbe avere un forte impatto sul potenziamento delle politiche d´integrazione dei cittadini terzi, che a sua volta sarà fondamentale per l´espansione dell´economia dell´Unione e la promozione della coesione sociale nei prossimi decenni.  
   
 

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