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Notiziario Marketpress di Martedì 17 Giugno 2003
 
   
  "GLI ITALIANI E LA SANITÀ: LA PROSSIMA ""GRANDE OPERA" SU CUI INVESTIRE"" NEL CORSO DEL CONVEGNO È STATA PRESENTATA UNA RICERCA ISPO-MANNHEIMER : GLI ITALIANI PREFERISCONO LA MEDICINA DI GRUPPO E CONFERMANO LA SODDISFAZIONE VERSO IL MEDICO DI FAMIGLIA

 
   
  Milano, 17 maggio 2003 - l´incontro, presieduto da Mario Falconi, Segretario Nazionale della Fimmg e moderato dal giornalista Maurizio Mannoni, ha visto (a partecipazione dei Prof. Renato Mannheimer, del Sen. Antonio Tomassini, Presidente della Commissione igiene e Sanità del Senato, di Giovanni Bissoni, Assessore alla Sanità della Regione Emilia Romagna, del Prof. Antonello Zangrandi e di Carlo Saffioti, Presidente della Commissione Sanità e Assistenza della Regione Lombardia. "Due importanti evoluzioni in atto rischiano di travolgere il Sistema Sanitario nazionale - ha affermato Mario Falconi -Segretario Nazionale della Fimmg, che ha aperto t´incontro promosso oggi a Milano tra esperti e istituzioni per parlare dell´evoluzione dei sistema sanitario italiano da un lato l´invecchiamento della popolazione (più del 22% della popolazione italiana è costituita da ultra sessantacinquenni - fonte: demo-Istat 2001), dall´altro l´aumento delle esigenze complessive nel settore dello salute da parte del cittadino, esigenze che sono relative alle modalità di erogazione dette cure e anche a una domando maggiormente orientato alla qualità della vita". "Fimmg, che rappresenta lo categoria maggiormente esposta verso l´utenza, quella dei medici di famiglia, ritiene che il Sistema Sanitario Nazionale non sia oggi strutturato per il cambiamento imposto dall´evoluzione sociale. I medici di famiglia non trovano adeguato supporto nelle strutture territoriali e negli strumenti a disposizione e occorre una riformulazione generale della programmazione della salute sul territorio." "Noi vogliamo - ha continuato Falconi- la definizione della nuova identità del Mmg quale punto di raccordo per la gestione del paziente nel sistema organizzativo locale sul piano sia della Sanità che della previdenza. Occorre per questo la razionalizzazione degli investimenti locali e la riconversione di strutture ospedaliere in eccesso con formule a `rete´ tra Mmg e medici ospedalieri e l´identificazione dl una convenzione territoriale che prenda in considerazione l´assistenza domiciliare e residenziale, il varo di nuove forme di percorsi universitari e di formazione per il medico di famiglia e la progettazione con le Istituzioni locali di formule di formazione e comunicazione al cittadino". "Noi crediamo inoltre che la Sanità vada ripensata Insieme alla politica del Welfare di sostegno previdenziale, dato che il medico di famiglia può essere un formidabile strumento di segnalazione del disagio sociale e può farsi parte attiva nell´indicare le esigenze del territorio nel raccordo con altri Assessorati regionali". "Sono obiettivi molto ambiziosi, ma noi crediamo che questo settore sia oggi il primo su cui intervenire nell´interesse degli italiani, la vera "grande opera" su cui il Governo e le Istituzioni territoriali dovrebbero indirizzare forze morali, capacità progettuali e risorse finanziarie". "La Sanità oggi è il vero ´Ponte di Messina´ su cui si gioca il futuro degli italiani". "Un ponte di raccordo ideale tra sistemi anglosassone e Paesi mediterranei, per Il quale Fimmg richiama l´attenzione di tutti i soggetti che hanno responsabilità in questo settore e invita alla discussione della riforma in un momento comune a livello nazionale"- conclude Falconi. Nell´ambito del convegno si è analizzato lo stato dell´arte del rapporto fra cittadini e medici, grazie una ricerca a carattere nazionale effettuata da Ispo e presentata dal Prof. Renato Mannheimer, dal titolo "Gli Italiani e il medicò di famiglia: L´evoluzione del modello" volta ad analizzare in dettaglio le percezioni dei cittadini nei confronti dei servizi offerti dalle cure primarie. Dai risultati emerge che gli italiani sono grandemente favorevoli al modello della medicina di gruppo, che garantisce continuità di cura a( cittadino. Gli elementi di maggior rilievo emersi dalla ricerca possono essere riassunti da un lato in un elevato grado di soddisfazione nei confronti del rapporto che i cittadini intrattengono attualmente con il proprio medico di famiglia, giudicato soddisfacente nell´80% dei casi (con punte detl´84% nel nord-est e dell´85% nella fascia tra i 50 e i 59 anni), dall´altro nel farsi largo di una propensione a ritenere che, fra le diverse forme nelle quali un medico di famiglia può operare, quella che risponderebbe meglio alle esigenze degli utenti sia quella del "medico di gruppo" (si esprime in questo senso il 91% di coloro che usufruiscono attualmente di questo tipo di medico e il 33% di coloro che usufruiscono di un medico "tradizionale"). Nell´ultimo decennio nel nostro Paese si è assistito ad un trend in cui i tempi di ospedalizzazione si sono mediamente accorciati in seguito alla modifica delle modalità di remunerazione dei ricoveri ospedalieri. Ciò ha reso più complessa ta gestione del bisogno di cura delta popolazione e ha evidenziato la necessità di una struttura più articolata. Per rispondere meglio atte esigenze della popolazione il medico di famiglia dovrebbe operare in gruppo: il 41% degli intervistati esprime questa opinione, contro il 31% che ritiene più rispondente un medico che si awate di un collaboratore e il solo 28% che opta per ti medico tradizionale, che opera da solo. La propensione per il medico di gruppo cresce al crescere del grado di istruzione (51% fra i laureati), mentre il medico tradizionale è maggiormente auspicato fra i residenti nei piccoli centri con meno di 5 mila abitanti (35%). Su un´altra domanda, i voti medi relativi alla soddisfazione verso i servizi offerti ai cittadini dal Ssn vedono infatti premiato il medico di famiglia con un voto medio, su una scala da 1 a 10, dì 6,4 (pari al 74% dì soddisfatti), il più alto in assoluto, che si traduce percentualmente in un 21% in più di valutazioni positive rispetto agli altri servizi del Ssn, che hanno totalizzato un voto medio di 5,4 (pari al 53% di soddisfatti). Il medico di famiglia risulta dunque apprezzato non solo dal punto di vista del rapporto instaurato con i pazienti, ma anche dal punto di vista della sua capacità di fornire un servizio adeguato. Ulteriori spunti di riflessione sono stati offerti dalla presentazione dalla ricerca "La medicina di gruppo, esempi di efficienza e valore nel territorio" elaborata dai Prof. Antonello Zangrandi, Ordinario di Economia delle Aziende e dette Amministrazioni Pubbliche all´Università di Parma in collaborazione con alcuni dei massimi esperti del settore sanitario. Questo studio ha analizzato alcuni casi territoriali relativamente alle Asl di Bergamo, Firenze, Bari, Cremona, rispetto all´applicazione della medicina di gruppo: sul fronte qualitativo sono state utilizzate interviste, e si sono raccolti dati sulle quattro realtà analizzate. Per sviluppare l´analisi quantitativa con la collaborazione dei servizi informativi dette Asl si è costruito un "legame" (codici comuni) tra le basi dati disponibili delle prestazioni erogate e le basi dati degli assistiti. In pratica sono stati collegati i record relativi all´attività erogata (ricovero) ai pazienti assistiti rispettivamente da medici associati in Medicina di Gruppo e dalle altre forme (rete, associazioni, singoli Mmg). Per quanto riguarda i dati sull´ospedalizzazione i casi delle Asl di Bergamo e Cremona evidenziano come il comportamento dei pazienti assistiti dalla medicina di gruppo sia mediamente più appropriato rispetto al totale del campione. In ogni caso le Asl definiscono il modello di medicina di Gruppo come il più rispondente al perseguimento di obiettivi di efficacia generale e in particolare di qualità del servizio all´utenza. In particolare sono in fase di sviluppo alcuni progetti "pilota" di sviluppo relativi all´identificazione di indicatori di verifica, di sviluppo di percorsi diagnostico terapeutici tra Medici di medicina Generale e Asl, di progetti di accreditamento all´eccellenza, di introduzione di un sistema di budget per la gestione di attività e risorse, la diffusione di un sistema di controllo per il governo della domanda. Inoltre sono in elaborazione accordi decentrati Asl-mmg basati sullo sviluppo di alcuni progetti: i profili prescrittivi; te linee guida per i pazienti diabetici e ipertesi; le modalità di accesso alle diagnostiche; la sperimentazione forme di primo intervento attraverso i Mmg; l´attivazione di prestazioni sotto forma di day service governate con il supporto di Mmg; l´appropriatezza; il risparmio nei farmaci (diffusione dell´uso idei generici). La diffusione del modello, sulla cui bontà tutti a parole concordano, poggia su alcuni passaggi fondamentali: da una parte L´informazione sui vantaggi - di servizio ed economici - che la medicina di gruppo comporta; dall´altra la necessità di evidenziare le differenze tra le tre forme associative distinguendo maggiormente - anche dal punto di vista economico - i vantaggi legati alla medicina di gruppo; inoltre la necessità di coinvolgere ancora di più la pubblica amministrazione (comuni e Asl) nella promozione e nel supporto di questa forma associativa accompagnando e sponsorizzando servizi (Assistenza domiciliare, protocolli diagnostici e terapeutici ecc.) e strutture (locali e tecnologie). "Gli impegni e le azioni da intraprendere coinvolgono quindi sia i medici - soprattutto dal punto di vista "culturale" di approccio al modello - sia i( sistema - Asl, Provincia, Regione - ha dichiarato il Prof Antonello Zangrandi - In altre parole, bisogno sensibilizzare (a popolazione sul nuovo modello e sui vantaggi per l´utenza; agevolare il cambiamento culturale nei medici (anche attraverso azioni formative e di supporto contabile, fiscale, organizzativo) e utilizzare i flussi informativi per mettere in evidenza i vantaggi che la medicina di gruppo porta al sistema in termini di razionalizzazione dell´utilizzo delle risorse e di miglioramento della qualità del servizio erogato agli utenti.  
   
 

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