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Notiziario Marketpress di
Venerdì 20 Giugno 2003 |
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SELLA: IL COMPLETAMENTO DELLE RIFORME FARÀ CRESCERE IL LIVELLO DI COMPETITIVITÀ DEL NOSTRO PAESE E NECESSARIO AGIRE SUL FRONTE DELLA GIUSTIZIA, DELLA PREVIDENZA, DEL FISCO E DELLE GRANDI INFRASTRUTTURE.
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Roma, 20 giugno 2003 - Il Presidente dell´Abi, Maurizio Sella, oggi nel corso di un´audizione alla Commissione Programmazione economica e Bilancio del Senato, ha sottolineato che "la competitività dei singoli settori economici trae alimento anche dalla competitività complessiva dell´economia. Come settore sentiamo di essere frenati da una serie di vincoli che non sono nostri ma di contesto e che si riaffermano sempre più come forti svantaggi competitivi. E´ interesse di tutto il Paese rimuovere queste anomalie che non consentono una competizione livellata. I fronti su cui agire sono molteplici, tra cui la giustizia, la previdenza, il fisco, le grandi infrastrutture". Per quanto riguarda la giustizia sono necessari interventi sia in tema di diritto civile che, in particolare, di diritto fallimentare. "Con riferimento alla previdenza - ha sottolineato Sella - è necessario por mano, in via definitiva, alle riforme delle pensioni già realizzate in Italia nel corso degli anni novanta al fine di completarle tenendo conto dei problemi posti dalla eccessiva lunghezza della fase di transizione dal regime attuale a quello contributivo ed in particolare ad alcuni aspetti di fragilità che caratterizzano il sistema italiano a partire dalla peculiarità delle pensioni di anzianità. Sul fisco è cruciale che venga portato a compimento il disegno di riforma del sistema fiscale statale con il programmato calo della tassazione sul reddito". L´ultimo fronte è quello delle grandi infrastrutture. Sella ha ricordato che il sistema bancario ha raggiunto negli ultimi anni traguardi importanti grazie ad una profonda opera che ha inciso sugli assetti organizzativi, sui modelli comportamentali e sulle linee di business. E grazie alla capacità di governare in maniera intelligente i costi. I nostri azionisti e l´intero Paese possono ora contare su di un sistema di intermediazione creditizia e finanziaria più al passo con i tempi. Nel sistema è aumentato il grado di concentrazione. Ai primi cinque gruppi fa capo il 55% del totale attivo a fronte del 36% nel 1995. Il dato dell´Italia per il 2002 è poco sotto il 50% per il mercato francese, circa il 58% per quello spagnolo e superiore a quello tedesco (38%). E´ cambiata profondamente la struttura proprietaria. Negli ultimi anni il numero delle banche quotate in borsa è raddoppiato; il 60% del totale del capitale bancario è oggi quotato. L´80% dei fondi intermediati complessivi fa capo, su base consolidata, alle 40 banche quotate sul mercato principale. Vi è stato infine un forte recupero di redditività. Il Roe è passato dal 2% medio del triennio 1995-1997 all´11,5% del 2000, anche se è tornato a diminuire nell´ultimo biennio fondamentalmente a riflesso della crisi dei mercati finanziari. La crescita delle capacità competitive del sistema bancario è stata trasferita al sistema delle imprese italiane, sia di grandi che di piccole e medie dimensioni. Nel corso degli ultimi anni il rapporto tra impieghi bancari e Pil ha registrato un continuo trend crescente. Attualmente è quasi l´80%, con un incremento di circa 20 punti percentuali rispetto al livello del 1995. Dal gennaio 1999, data dell´avvio dell´euro le banche italiane hanno incrementato gli impieghi alle imprese di oltre 140 miliardi di euro. Negli ultimi anni tassi di interesse bancari hanno registrato forti riduzioni in linea con gli impulsi di politica monetaria e con il miglioramento della qualità del credito. Oggi il tasso medio sui prestiti si è collocato sotto al 5,2% (media di maggio), il valore più basso mai registrato nel nostro Paese (era superiore al 18% all´inizio del 1993). In Italia, più che in Europa, assai rilevante è il supporto finanziario offerto dalle banche alle piccole e medie imprese (Pmi). Nel nostro paese la quota sul totale degli impieghi fino a 500.000 euro (considerando anche i crediti non censiti dalla Centrale dei Rischi fino a 75.000 euro) risulta alla fine del 2002 pari a circa il 25%, percentuale che raggiunge quasi il 50% qualora si considerino i finanziamenti fino a 5.000.000 euro (ammontare di impieghi che verosimilmente è diretto alle piccole e medie realtà imprenditoriali). |
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