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Notiziario Marketpress di
Lunedì 23 Giugno 2003 |
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GLI SCIENZIATI TRACCIANO UN QUADRO DESOLANTE DELL´AMBIENTE MARINO EUROPEO
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Bruxelles, 23 giugno 2003 - Da una recente relazione scientifica è emerso che l´effetto combinato delle attività umane rappresenta la minaccia più grave che l´ambiente marino europeo abbia mai conosciuto. Questo studio, realizzato dal Consiglio internazionale per l´esplorazione del mare (Ciem), per conto della Commissione europea, è il primo a presentare un quadro ambientale di tutti i mari del continente europeo: Mar Baltico, Mare del Nord, Mare d´Irlanda, Mar Nero e Mar Mediterraneo, nonché le zone dell´Atlantico nordorientale. Secondo Chris Frid, scienziato e coautore della relazione, questo documento "ci permette di osservare l´impatto relativo della pesca, dell´inquinamento e del cambiamento climatico e, di conseguenza, di pianificare i futuri investimenti delle risorse". Il dott. Frid fa notare, per esempio, che nonostante i notevoli miglioramenti apportati all´ecosistema del Mare del Nord, in questa regione si registrano ancora seri problemi nel settore della pesca. La relazione mostra, infatti, che le riserve ittiche nell´Atlantico nordorientale sono diminuite nell´ultimo decennio: delle 113 riserve censite nel 2001, solo il 18 per cento si trova ancora entro limiti biologici sicuri. Le riserve di merluzzo in questa regione hanno raggiunto livelli così bassi, che il Ciem ha chiesto di imporre un divieto totale di pesca per consentire il ripopolamento. Tuttavia, la relazione precisa che non si tratta esclusivamente di imporre delle limitazioni più severe alla pesca: occorre altresì stanziare maggiori risorse scientifiche per affrontare i problemi di fondo connessi a quest´attività. "Le risorse per la ricerca in tale settore sono diminuite in tutto il mondo, mentre la domanda di consulenza scientifica sulla pesca è aumentata. Questa discrepanza fra la domanda di consulenza, da un lato, e la capacità di soddisfarla e di fornire informazioni, dall´altro, rappresenta un problema serio e diffuso", recita la relazione. Se il Nord Atlantico è colpito dalla diminuzione delle riserve ittiche, il Mare Artico deve far fronte ad un altro crescente problema: quello dell´inquinamento da mercurio. Secondo la relazione, la presenza di tale sostanza potrebbe essere dovuta all´aumento delle emissioni in Asia, dove si continua ad utilizzare carbone per alimentare le centrali elettriche. Altrettanto preoccupante è la presenza di contaminanti, i quali, poiché facilmente assimilabili dal grasso dei mammiferi marini, causano disfunzioni al sistema riproduttivo, abbassano i tassi di sopravvivenza e distruggono il sistema immunitario degli animali. Fra gli altri possibili effetti citati nella relazione figurano il crescente inquinamento dovuto agli scarichi di idrocarburi; l´ulteriore degrado delle zone costiere a causa dello sviluppo di strutture ad uso residenziale, ricreativo e commerciale; e l´aumento delle piogge, a causa del quale s´intensificano le inondazioni nelle zone a bassa altitudine e cresce la quantità di nutrienti trasportati in mare attraverso i fiumi. Nonostante il quadro piuttosto desolante descritto nella relazione, il dott. Frid è convinto che tale studio possa contribuire a destare interesse, preoccupazione e senso di responsabilità. "L´aspetto più significativo della relazione non risiede tanto nei suoi contenuti, ma nel fatto che essa è indirizzata ad un vasto pubblico. Non si tratta di un arido documento tecnico, ma di un resoconto colorato, illustrato e provocatorio, che per la prima volta informerà i cittadini europei sulle condizioni dei loro mari. Ciò significa che possiamo partecipare tutti alle discussioni che condurranno alla definizione di una ´Strategia marina europea´, ovvero ad una pianificazione del futuro che auspichiamo per i nostri mari" Infolink: http://www.bmu.de/english/download/water/files/ices_report.pdf |
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