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Notiziario Marketpress di Venerdì 04 Luglio 2003
 
   
  GLI ITALIANI E IL DOLORE : UNA MAPPA GEO-SOCIALE

 
   
  Milano, 4 luglio 2003 - Gli italiani, un popolo di sofferenti e che dichiara di stare peggio rispetto al passato. Non si tratta di un´accusa alla nostra lamentosità, ma dei numeri espressi dai cittadini coinvolti nella ricerca Astra/demoskopea presentata a Milano dal titolo "Non siamo tutti uguali di fronte ai comuni malesseri: una mappa italiana del dolore, del mal di testa e delle malattie da raffreddamento". Il campione rappresentativo ha coinvolto soggetti di età compresa fra i 14 e i 79 anni, distribuito in tutta la penisola e di qualsiasi estrazione socioculturale. "Il dolore più comunemente sofferto - precisa il sociologo Enrico Finzi, presidente di Astra/demoskopea - è quello alla testa: ne soffre in qualche misura il 65 per cento degli italiani. E le persone che risultano più colpite sono le donne, in particolare quelle più giovani, residenti al sud, casalinghe o studentesse". Segue, come prevalenza di disturbo, il dolore ai muscoli e alle ossa, citato dal 64 per cento del campione, e poi gli altri comuni malanni: i dolori mestruali (ne soffre o ne ha sofferto il 56 per cento delle donne), il mal di denti (36 per cento). "Quello che colpisce maggiormente - spiega Finzi - è la variazione rispetto agli anni passati: il 44 per cento degli italiani adulti dichiara di stare peggio rispetto a tre anni fa, nel senso di soffrire più spesso e più intensamente di disturbi dolorosi. Questo peggioramento rispetto al passato risulta più accentuato al sud e nelle classi più povere e meno istruite. Chi soffre di disturbi dolorosi non esita ad affidarsi a un farmaco, molto spesso secondo il criterio dell´automedicazione responsabile. Il 55 per cento assume un prodotto farmaceutico da banco, cioè acquistabile in farmacia senza obbligo di ricetta medica. E in generale il cittadino ha le idee chiare su quali sono i requisiti di un farmaco antidolorifico ideale: innanzitutto la sicurezza, quindi l´efficacia antidolorifica, la rapidità d´azione e la ripetibilità dell´assunzione. L´aspirina è il prodotto farmaceutico più conosciuto e utilizzato per le piccole sindromi dolorose e per le malattie da raffreddamento. "La gente considera l´Aspirina secondo un´accezione non unicamente terapeutica - fa presente Finzi - ma una sorta di compagna di vita, un elemento di sicurezza, un rimedio efficace e sicuro: alla razionalità della scelta terapeutica si associa quindi la vicinanza emozionale per un prodotto ritenuto amico". "Ai dosaggi consigliati, l´Aspirina è di regola molto ben tollerata senza effetti indesiderati" afferma Fabrizio Pregliasco, dell´istituto di virologia all´università di Milano. "Attraverso l´inibizione dell´enzima ciclossigenasi - prosegue il ricercatore - l´Aspirina blocca inoltre la sintesi delle prostaglandine, sostanze considerate tra i più importanti mediatori dell´infiammazione e causa di dolori e febbre; produce così una rapida defervescenza e un miglioramento della sintomatologia". Anche secondo il professor Virgilio Gallai, direttore del dipartimento di neuroscienze dell´università di Perugia, l´Aspirina è il farmaco di prima scelta per l´automedicazione responsabile del paziente che soffre di attacchi di cefalea. "Di solito il dosaggio minimo di 500 milligrammi è in grado di controllare la maggior parte degli attacchi di cefalea tensiva. Nei casi di cefalea persistente, è possibile assumere nuovamente il farmaco senza pericoli, cercando però di non superare il totale di due grammi al giorno e gli otto grammi al mese". Intanto i ricercatori stanno lavorando su nuove frontiere molto ambiziose per l´utilizzo terapeutico dell´Aspirina. Fa già parte dell´attualità consacrata e riconosciuta dalla comunità scientifica internazionale l´utilizzo del farmaco a basso dosaggio nella prevenzione degli eventi cardiovascolari gravi, come l´infarto e l´ictus. Nei pazienti a rischio, la terapia preventiva con Aspirina 100 mg al giorno riduce la probabilità di un evento cardiovascolare grave del 30 per cento e anche più. Ma la strada più avvincente è quella della prevenzione antitumorale: nei soggetti che assumono Aspirina regolarmente si è osservata una riduzione del tumore del colon-retto (il primo come frequenza nei maschi non fumatori che vivono nei paesi occidentali) fra il 20 e il 30 per cento.  
   
 

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