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Notiziario Marketpress di Martedì 02 Settembre 2003
 
   
  SECONDO UNA RELAZIONE, IL TASSO DI FERTILITÀ DIPENDE DALLE PROSPETTIVE DI CONIUGARE MATERNITÀ E VITA PROFESSIONALE

 
   
  Bruxelles, 2 settembre 2003 - Dopo aver analizzato un ampio numero di studi relativi agli effetti della maternità sulla vita professionale e viceversa, gli autori di una relazione, redatta nell´ambito di un progetto finanziato dall´Ue, hanno suggerito di adottare nuove politiche volte ad incoraggiare la condivisione delle responsabilità educative nei confronti dei bambini. La relazione, intitolata "The rationale of motherhood choices: influences of employment conditions and of public policies" (Le ragioni delle scelte di maternità: influenze delle condizioni lavorative e delle politiche pubbliche), è stata stilata con l´intenzione di esaminare in che modo le decisioni relative alla maternità negli Stati membri dell´Ue siano influenzate dalle condizioni del mercato del lavoro ed in che modo possano essere incentivate, a livello nazionale ed europeo, le politiche pubbliche per la condivisione delle responsabilità parentale quando entrambi i genitori hanno una carriera professionale. La relazione è stata finanziata nell´ambito dell´azione chiave "Migliorare la base delle conoscenze socioeconomiche" del Quinto programma quadro. Il documento sottolinea che in tutti gli Stati membri dell´Ue il livello di fertilità è inferiore al tasso di sostituzione pari a 2,1 figli per ogni donna adulta. Inoltre, è emerso che le donne tendono a decidere di avere figli in età più avanzata rispetto al passato. Nella relazione si ipotizza che il tasso di fertilità resterà basso fino a quando non sarà diventato più agevole conciliare la vita professionale e la maternità. Gli studi su cui si fonda la relazione dimostrano che le politiche dei governi hanno effettive ripercussioni sull´occupazione delle donne. Nei paesi che godono di politiche sul lavoro e la famiglia relativamente evolute, infatti, il tasso di occupazione delle donne è mediamente più elevato tra i 30 ed i 40 anni ed anche negli altri paesi dell´Ue il tasso di occupazione delle madri è proporzionale alla disponibilità e qualità delle strutture per i bambini. Uno degli obiettivi di Lisbona, stabilito dai capi di Stato e di governo dell´Ue nel marzo 2000, è di portare il tasso di occupazione delle donne al 60 per cento entro il 2010. La relazione rivela che diversi paesi hanno ancora un lungo percorso da compiere e che le opportunità di riuscita non dipendono esclusivamente dalle politiche sociali. Si legge, infatti, che "fino a quando i lavori domestici, inclusa la cura dei figli, saranno ancora considerati di naturale competenza femminile, sarà difficile per le donne riuscire a ritagliarsi una posizione pari a quella dell´uomo sul mercato del lavoro". Gli autori della relazione indicano il congedo parentale quale politica capace di incentivare la condivisione delle responsabilità nei confronti dei bambini, a patto che sia retribuito almeno in parte e che lo stipendio percepito non debba essere restituito. Per leggere il testo completo della relazione, consultare il seguente sito Internet: ftp://ftp.Cordis.lu/pub/citizens/docs/motherhood_choices_2003.pdf    
   
 

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