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Notiziario Marketpress di Lunedì 29 Maggio 2006
 
   
  PASSANTE DI MESTRE. CHISSO: I LAVORI DEVONO ANDARE AVANTI

 
   
  Venezia, 29 maggio 2006 - “Il Passante deve essere terminato nei tempi previsti la sua assenza o un ritardo provocherebbero dei danni gravissimi. Continuiamo pure a discutere su tutto ma la discussione non può essere un pretesto per rallentare, o peggio fermare anche solo temporaneamente, un’opera la cui necessità è sotto gli occhi di tutti”. Lo ha affermato l’assessore alle politiche e alla mobilità del Veneto Renato Chisso, in relazione ad una annunciata interrogazione sull’argomento. “Spero di non dover dire “ci risiamo” perché troppo spesso quello di ridiscutere, tutto o qualcosa non ha importanza, è stato il puntuale sistema di una parte della sinistra per bloccare in modo “politicamente corretto” le opere pubbliche”. “Mi piacerebbe sbagliare, - ha aggiunto Chisso - ma la puntualità tra l’interrogazione e l’insediamento del nuovo governo è troppo palese. Non vorrei che stesse per riprendere fiato quello che qui nel Veneto è stato storicamente chiamato il “partito del non fare”, con la differenza che prima della Legge Obiettivo c’erano i veti (ne bastava uno, piccolo piccolo, dell’ultimo funzionario) ora, più modernamente, ci sono gli approfondimenti, le verifiche e così via, che rischiano di avere il medesimo risultato: i lavori si fermano. Quei lavori dei quali la nostra comunità e la nostra economia hanno bisogno e la cui necessità, a parole, tutti dicono di condividere. Stiamo parlando del più grande ingorgo stradale europeo, per non dire mondiale, che produce effetti negativi a catena, come ad esempio le ormai quotidiane code allo svincolo fra la A 27 e la Tangenziale di Mestre. Dico questo perché mi sembra un curioso pretesto chiedere ridiscussioni il fare riferimento anche alle procedure di esproprio, che sono concordate e sono le più garantiste e “ricche” d’Italia, e alla mancanza di opere di mitigazione (anche in questo caso tra le più condivise e ambientalmente garantiste del paesaggio). Quanto al resto, - conclude Chisso - è noto che un’opera pubblica utile a tutti pesa su qualcuno ed è assai difficile che le persone direttamente coinvolte dal tracciato sorridano: la nostra preoccupazione è stata ed è di evitare o compensare tutti i danni, diretti e indiretti. Ma quanti ancora ne causerebbero ulteriori blocchi e ritardi… Pensate alla famosa coda, ai morti, all’inquinamento di Mestre, ai vincoli alla mobilità, ai costi aggiuntivi per l’economia: a chi dovremmo chiedere il rimborso?. Questa azione non passerà, lo possono fare in altre parti, ma nel Veneto no. Mobiliteremo, questa volta sì, i cittadini”. .  
   
 

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