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Notiziario Marketpress di
Lunedì 08 Settembre 2003 |
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NOVUSPHARMA: PIXANTRONE COME AGENTE SINGOLO INDUCE RISPOSTE DI LUNGA DURATA NEL NHL AGRESSIVO
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Bresso, Milano, Italia, 8 settem bre 2003 - Novuspharma Spa , la società biofarmaceutica focalizzata nello sviluppo di terapie antitumorali innovative, annuncia oggi la pubblicazione dei risultati di uno studio di fase Ii, nel quale pazienti affetti da Linfoma Non-hodgkin (Nhl) aggressivo sono stati trattati con pixantrone (Bbr 2778). I risultati dimostrano che questo trattamento ha indotto una percentuale di risposte pari al 30% circa, con scomparsa completa della malattia nel 17% dei casi. La maggior parte delle risposte è stata di lunga durata, in media di 11 mesi, con alcuni pazienti ancora in remissione 24 mesi dopo il trattamento. La neutropenia di grado 4 è stato l’effetto tossico più comune, osservato in 13 pazienti; tuttavia solamente in 5 casi questa tossicità ha reso necessaria una riduzione della dose somministrata. I risultati sono stati pubblicati nel numero di agosto della rivista Hematologica, Journal of Hemathology (Borchmann et al., Volume 88, No. 8) in un articolo dal titolo: Phase-ii study of the new aza-anthracenedione Bbr 2778 in patients with relapsed aggressive non-Hodgkin´s lymphomas. “Siamo veramente molto soddisfatti per la pubblicazione da parte di una rivista così autorevole dei nostri dati, che dimostrano un elevato numero di risposte di lunga durata. I risultati sono ancora più rilevanti clinicamente se si considera che la maggior parte di questi pazienti erano anziani, pesantemente pre-trattati e ricaduti dopo altri regimi terapeutici a base di antracicline (vale a dire farmaci con lo stesso meccanismo di azione del pixantrone).” ha commentato Silvano Spinelli, Amministratore Delegato di Novuspharma. “L’elevata efficacia del farmaco e la bassissima incidenza di fenomeni tossici a livello cardiaco, nonostante i pazienti siano stati esposti a dosi totali elevate di pixantrone, sono perfettamente in linea con il profilo preclinico del prodotto che si presentava come più efficace e meno cardiotossico delle antracicline e degli antracenedioni oggi utilizzati in terapia. Da ultimo vorrei ricordare che, complessivamente, i nostri studi di fase I e Ii comprendono 42 pazienti con Nhl trattati con pixantrone come agente singolo, sui quali abbiamo osservato un totale di 7 remissioni complete e 5 parziali. Siamo convinti che queste evidenze possano costituire la base per pianificare uno studio registrativo per il trattamento del Nhl aggressivo, che contiamo di iniziare quanto prima l’anno prossimo”. Caratteristiche dello studio e della popolazione di pazienti Lo studio di fase Ii, multicentrico, in aperto, non comparativo, è stato condotto su pazienti affetti da recidiva di Nhl aggressivo secondo la classificazione Real. Il farmaco è stato somministrato come agente singolo, per infusione, alla dose di 85 mg/m² nei giorni 1, 8 e 15 di un ciclo di 4 settimane. Il pixantrone appartiene alla classe degli intercalanti del Dna come le antracicline e gli antracenedioni. Questi farmaci sono molto efficaci nel trattamento dei tumori ematologici come il linfoma e sono potenzialmente curativi nelle terapie di prima linea ma soffrono del problema della cardiotossicità cumulativa che ne limita l’utilizzo in seconda linea, vale a dire nei pazienti in ricaduta. Il pixantrone è stato ideato dai ricercatori di Novuspharma con l’obiettivo di ottenere una molecola priva di quelle funzionalità responsabili degli effetti cardiotossici e che mantenesse una significativa attività antitumorale. Il 78% dei 33 pazienti arruolati nello studio avevano una tumore resistente alla chemioterapia, avendo già ricevuto in media 2 di linee di trattamento con tempo mediano di progressione dopo l’ultima di soli 123 giorni. I pazienti avevano ricevuto una dose cumulativa mediana di 300mg/m2 di antraciclina (range da 100 a 600mg/m2), e per questo non avrebbero potuto ricevere nuovamente dosi piene delle antracicline oggi in commercio. Il pixantrone invece è stato utilizzato alla luce del suo profilo preclinico, in cui la tossicità cardica risultava molto bassa e nettamente inferiore a quella indotta da doxorubicina e mitoxantrone, mentre l’efficacia era decisamente interessante specie nei modelli ematologici. Dei 33 pazienti arruolati nello studio, 22 (67%) avevano più di 65 anni, 25 avevano una malattia avanzata (stadio Iii-iv) e 15 avevano una malattia diffusa al di fuori del sistema linfatico. 7 pazienti erano affetti da linfoma mantellare, che è una forma di malattia particolarmente resistente e difficile da trattare. Risultati di attività antitumorale e tollerabilità del trattamento L’obiettivo primario dello studio era di valutare l’efficacia del pixantrone in termini di frequenza delle risposte (vale a dire numero di risposte complete e risposte parziali secondo i criteri Who). I pazienti correttamente valutabili per le risposte sono stati 30; di questi, 5 hanno ottenuto una risposta completa (Cr) mentre 4 hanno ottenuto una risposta parziale (Pr), il che rappresenta una percentuale del 30% in termini di risposta globale (il 27% in termini di intent to treat, vale a dire calcolata su tutti i pazienti arruolati, anche se non correttamente valutabili). Inoltre, altri 5 pazienti hanno mostrato una risposta parziale non confermata (Pru, vale a dire una risposta parziale osservata in una singola misurazione ma non confermata nelle 12 settimane successive) e 3 pazienti hanno avuto una stabilizzazione della malattia. Le risposte in termini di attività antitumorale sono state di lunga durata, superiore a 24 mesi in alcuni casi (range da 2, 3 a più di 24 mesi). Tra i pazienti inclusi nello studio, 7 erano affetti da linfoma mantellare; di questi, 6 hanno mostrato segni di risposta al trattamento: 1 ha avuto una risposta completa e 5 una risposta parziale non confermata. Ulteriori obiettivi dello studio erano la determinazione dell’intervallo medio libero da progressione della malattia, della sopravvivenza e della tollerabilità del farmaco. Tra i pazienti che hanno risposto al trattamento, il tempo medio intercorso tra la prima determinazione della risposta e la nuova progressione della malattia è stato di 11 mesi (range da 2,3 a oltre 24 mesi). Il follow-up dei pazienti è ancora in corso: 19 pazienti sono deceduti nei 12 mesi dopo la conclusione dello studio. La neutropenia (riduzione del numero di leucociti) è stata il più frequente effetto tossico dovuto al trattamento con pixantrone, più in particolare sono stati osservati 13 casi di neutropenia di grado 4 (39%). In generale, tuttavia, la neutropenia osservata è stata breve, con una durata media di 7,5, giorni, ed è stata facilmente controllata grazie all’uso dei fattori stimolanti il midollo osseo comunemente utilizzati in clinica. Solamente in 5 pazienti si è resa necessaria una riduzione della dose a causa della neutropenia. Un paziente ha presentato anemia di grado 4 collegata al trattamento mentre non si sono osservati casi di trombocitopenia di grado 4 (trombocitopenia: riduzione delle piastrine). La tollerabilità cardiaca del pixantrone è stata attentamente monitorata mediante valutazione tramite Muga-scan della frazione di eiezione ventricolare sinistra (Lvef) del cuore. In 3 pazienti è stata osservata una diminuzione superiore al 10% della Lvef associabile al trattamento; in soltanto 2 pazienti il fenomeno è stato accompagnato da sintomi di carattere cardiaco. Tutti questi pazienti avevano precedentemente ricevuto trattamenti chemioterapici a base di antracicline ed 1 di questi aveva fattori di rischio cardiaco già prima di iniziare il trattamento con pixantrone. La bassa frequenza di complicazioni cardiache è considerata molto incoraggiante dato che la maggioranza dei pazienti inclusi nello studio era già stato trattato con la massima dose cumulativa ammessa di antracicline/agenti intercalanti del Dna. Questi pazienti non avrebbero potuto essere trattati nuovamente con agenti intercalanti e quindi avevano a disposizione poche alternative terapeutiche di pari efficacia. |
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