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Notiziario Marketpress di
Lunedì 08 Settembre 2003 |
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GIAN PAOLO BERTO OPERE RECENTI ADRIA, 26 SETTEMBRE – 26 OTTOBRE 2003
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Adria, 8 settembre 2003 - l’antica città veneta che ha dato il proprio nome all’Adriatico, sarà presto interamente rivestita di colori da Berto. Dell’artista romano, ma adriese di nascita, saranno esposte oltre 300 “opere recenti”, in una mostra allestita in cinque sedi: Sala Cordella, Istituto Magistrale, Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Adria International Raceway e Centro Commerciale “Il Porto”. Gian Paolo Berto, artista colto e profondo, traduce con vulcanica creatività intuzioni, memorie ed emozioni nei propri lavori. Il “suo amore furibondo per l’arte” (l’espressione è di Renato Guttuso) lo ha portato a vivere in prima persona i momenti salienti dell’arte contemporanea della seconda metà del Novecento, testimoniandoli con la propria opera. Dipinti su legno, su carta, su tavola, incisioni, stampe, collages, frottages, ready made, installazioni, appropriazioni e assemblaggi, saranno tra le opere fruibili dai visitatori nelle sedi espositive della mostra. Accanto ai soggetti “classici” dell’iconografia pittorica bertiana, gli “Erranti”, le “J.b.”, gli “Alessandri”, le “Entelechie”, le “Venezie”, le “Lamentazioni”, ecc., saranno presentati lavori di ispirazione più manifestamente dadaista e pop, quali le “Madonne”, gli “Snoopy”, i “Pockemon”: cartelloni pubblicitari “rettificati” dalla mano dell’artista, che recupera ed eleva a rango artistico la selva di riviste, film, abbigliamento, profumi, cibi confezionati, nella quale l’uomo contemporaneo si muove nel quotidiano. Tutto è registrato e tutto è alchemicamente tradotto nel linguaggio dell’arte. Berto, nato ad Adria nel 1940, inizia a dipingere da ragazzo come autodidatta. Frequenta il paesaggista Foster, accolto e incoraggiato dal mondo culturale adriese. All’inizio del quinto decennio il giovane stringe un’amicizia fraterna con Gabbris Ferrari. Risale al 1956 la sua prima personale nella galleria del poeta rodigino Livio Rizzi. A pochi minuti l’uno dall’altro si presentano Tono Zancanaro e Carlo Levi, i due “maestri” storici di Berto (tra gli elettivi Picasso, Chagall, Brauner). Entrambi apprezzano le opere del giovane Berto. In particolare Levi stila un giudizio positivo su I consunti, ispirato ai contadini polesani: «L’arte è fatta di coraggio» commenta il celebre autore di Cristo s’è fermato a Eboli, che lo accoglierà nel suo studio romano (e lo presenterà a Guttuso), iniziando così un dialogo e una frequentazione quotidiani durati fino alla sua scomparsa. Li accomuna la ricerca del vero nella semplicità, nella trasparenza e nei valori umani osservati con il puro sguardo del fanciullo. Zancanaro introdurrà Berto all’arte grafica, sulla quale l’artista fonda una poetica di intrecci, contaminazioni, velature, segni che rimandano da un archetipo all’altro e da un’intuizione all’altra, in un processo conoscenza. A Venezia Berto incontra De Chirico, che ritroverà poi a Roma, e dipinge i primi San Giorgio Maggiore. Trasferitosi nella capitale (1960) fraternizza con Attardi, Reggiani, Salvatore, Enotrio, ma frequenta anche Mazzacurati, Braibanti, Pasolini e molti altri. È il momento della pop italiana, con cui l’artista condivide la scelta di attingere ad un patrimonio iconico “alto”, accanto al repertorio del quotidiano, che non è mai tralasciato: è di qui che deriva la forza, l’immediatezza della comunicazione. Le tecniche usate sono innumerevoli, dal pastello all’acrilico (i colori sono primari, la pennellata larga), dall’assemblaggio al ready-made. Ogni incontro con la pittura è puntualmente registrato nell’opera di Berto con la manifesta coscienza dell’autoreferenzialità dell’arte intesa come metalinguaggio e codice universale. J.b. (sapienza, anima mundi), Alessandro, (fanciullo, osservatore, anima individuale) e altri elementi simbolici di essenziale efficacia espressiva sono ricorrenti e ubiqui nei vari cicli. Berto dialoga con i maestri (Studio di Picasso, 1964-1969), racconta fiabe iniziatiche (Pinocchio, Faust, 1962-1981) trasfigura la veduta nella visione (Entelechie, 1991) indicando la presenza di un contenuto spirituale in forma esoterica. In quest’ottica è fondamentale il processo di educazione (paideia). Attualmente Berto, artista affermato, con un voluminoso corpus di opere, insegna Tecnica dell’incisione all’Accademia di Belle Arti di Roma: negli allievi, sostiene, ha trovato nuovi maestri. La mostra è corredata da un ricco catalogo, redatto dalla curatrice Roberta Reali, che prevede interventi di Lionello Puppi, Vittorio Sgarbi, Antonio Cibotto, Sergio Garbato e Jolena Baldini. Infolink: www.gianpaoloberto.com Informazioni: tel. (Pro loco Adria) 0426 21675, (Informacittadini) 0426 941263, 0425/474751, 335 7592820, 328 3382869 |
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