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Notiziario Marketpress di
Lunedì 26 Settembre 2011 |
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L’ESPOSIZIONE ALLE POLVERI SOTTILI FAVORISCE L’INSORGENZA DI PATOLOGIE RESPIRATORIE E IL PEGGIORAMENTO DI CONDIZIONI PATOLOGICHE PREESISTENTI
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Milano, 26 settembre 2011 – L’esposizione a elevate concentrazioni di Pm, le cosiddette polveri sottili, è un fattore di rischio per l’insorgenza o riacutizzazione di malattie respiratorie e cardiovascolari. Gli effetti prodotti e i meccanismi di azione dipendono dalla dimensione e dalla composizione chimica e microbiologica del particolato che si respira. Infatti, il particolato estivo, ricco di batteri che contengono endotossine, provoca la riacutizzazione di patologie respiratorie di tipo infiammatorio, mentre quello invernale, ricco di particelle ultrafini, che sfuggono ai processi di difesa, produce modificazioni nel controllo dei meccanismi cellulari, più evidenti sul lungo periodo per esposizione cronica. Sono questi, in sintesi, i risultati finali del Progetto Tosca (Tossicità del particolato atmosferico e marker molecolari di rischio) presentati questa mattina presso l’Università di Milano-bicocca. Lo studio è stato realizzato dal Centro Polaris (Polveri in Ambiente e Rischio per la Salute), diretto da Marina Camatini, presso il Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e del Territorio dell’Università di Milano-bicocca e sostenuto da Fondazione Cariplo. Il Progetto Tosca è un progetto multidisciplinare durato tre anni, da giugno 2008 a giugno 2011, che ha indagato la tossicità del particolato atmosferico (Pm) in ambiente urbano. Nel progetto, coordinato da Marina Camatini, professore ordinario di biologia cellulare all’Università di Milano Bicocca, sono stati coinvolti gruppi di ricerca con consolidata competenza in diverse discipline scientifiche (chimiche, biologiche, cliniche, epidemiologiche) che hanno consentito il raggiungimento di risultati scientificamente rilevanti e integrati. Polveri sottili, è anche una questione di stagione - Le stagioni, estate e inverno in particolare, hanno un ruolo importante negli effetti che il particolato ha sulla salute. «Questo dipende – spiega Marina Camatini - dalla composizione chimica delle polveri, dalle quantità relative delle diverse componenti del particolato e dalle loro dimensioni e dalle comunità batteriche presenti. Queste proprietà variano nelle stagioni e condizionano l’insorgenza di diversi possibili effetti sulla salute, quali malattie respiratorie e cardiocircolatorie». L’esposizione alle polveri è risultata sempre più elevata nel periodo invernale, quando il contributo dei livelli outdoor è maggiore per le emissioni da più sorgenti e per le condizioni climatiche sfavorevoli. Tuttavia, anche la permanenza in ambienti chiusi, quali uffici e abitazioni, a causa della presenza di particolari emissioni, determinano un significativo incremento dell’esposizione a particelle ultrafini. D’estate aumentano i ricoveri per patologie respiratorie - Alle concentrazioni di Pm10 estivo, a causa della particolare composizione, corrisponde la tendenza a un aumento del numero di ricoveri ospedalieri per cause respiratorie, aumento che viene mitigato dall’uso di farmaci prescritti per queste patologie. Questi sono i risultati emersi dall’indagine epidemiologica che ha analizzato i ricoveri per patologie respiratorie e cardiovascolari e le prescrizioni farmacologiche connesse a queste patologie. Il campione indagato è numericamente consistente (500 mila individui in Lombardia) ma, hanno detto i ricercatori nel corso della presentazione dei dati, «per avere un quadro più attendibile è necessario estendere lo studio all’intera Regione Lombardia per un arco temporale più lungo e avere sistemi più numerosi di rilevazione delle emissioni». Uno stile di vita per difendersi dallo smog - Molti dei fattori che determinano l’alta concentrazione di inquinanti non sono migliorabili o modificabili direttamente dall’intervento umano (ad esempio, l’assetto geografico e le conseguenti condizioni meteo), altri lo sono e dipendono dalla disponibilità degli Enti di controllo e degli individui ad essere attivi nel condurre una politica attenta e partecipe. Ma quali sono gli accorgimenti che ciascuno di noi può adottare nella vita di tutti i giorni in città per cercare di ridurre, almeno in parte, l’esposizione alle polveri sottili e per migliorare la qualità degli ambienti in cui viviamo, a cominciare dalla casa? Si tratta, spiegano i ricercatori del Progetto Tosca ai quali abbiamo chiesto di scrivere una sorta di vademecum ad uso dei milanesi, di semplici accorgimenti da applicare alle proprie abitudini quotidiane. Da quando fare sport a come spostarsi in città, da quali alimenti preferire a come proteggere i più piccoli, tutti i consigli sono nel decalogo. Lo stile di vita anti smog - Abbiamo chiesto ai ricercatori del Centro Polaris, delll’Università di Milano-bicocca autori del Progetto Tosca (Tossicità del particolato atmosferico e marker molecolari di rischio), che per tre anni hanno studiato l’aria di Milano e della Lombardia, 10 consigli utili per difendersi al meglio dai rischi dell’inquinamento da polveri sottili. Dentro e fuori casa. Alcune premesse sono fondamentali. L’inquinamento atmosferico in ambiente urbano, e soprattutto a Milano, dipende dalle particolari condizioni meteo che si formano in inverno (inversione termica) e non permettono agli inquinanti di diluirsi nelle aree più alte dell’atmosfera. A questa particolare situazione si aggiungono altri fattori: il riscaldamento invernale degli edifici, mantenuto spesso a temperature ben più elevate dei 21-22°C, l’uso di veicoli a motore anche per brevi/brevissimi spostamenti urbani, auotoveicoli circolanti non controllati nelle emissioni e non dotati di filtri anti particolato, scarso utilizzo dei mezzi di trasporto pubblico. Alcuni di questi fattori non sono migliorabili (assetto geografico e le conseguenti condizioni meteo), altri lo sono e dipendono dalla disponibilità degli Enti di controllo e degli individui ad essere attivi nel condurre una politica attenta e partecipe. Inoltre, esiste la possibilità dei singoli di adottare semplici accorgimenti per ridurre l’esposizione al particolato, sia in ambienti esterni sia all’interno delle proprie abitazioni e in ambienti di lavoro. All’aperto Corsa, in inverno è meglio con la pioggia - Le giornate migliori per correre in città (parchi compresi) durante l’inverno sono quelle di pioggia e in generale di condizioni meteorologiche avverse. Il brutto tempo, vento, pioggia, neve, contribuisce a eliminare il particolato dall’atmosfera. Mentre nelle giornate di sole si crea un effetto da “pentola a pressione”, con gli inquinanti che stazionano inesorabilmente verso il suolo. I dati del progetto Tosca mostrano che in inverno i livelli più elevati di Pm si rilevano in corrispondenza di lunghi periodi di stabilità atmosferica (bel tempo). Le polveri fini superano i 50μg/m3: il limite proposto dalla Comunità Europea è di 20 μg/m3. Internet per una mappa “traffic free” a misura di “pedoni” - I livelli di Pm in inverno sono elevati è quindi possibile diminuire l’esposizione personale mettendo in atto semplici accorgimenti: evitare le strade più trafficate utilizzando percorsi alternativi; sfruttare i servizi a disposizione in rete per costruire percorsi pedonali in strade meno trafficate sia per gli spostamenti abituali (lavoro, scuola, palestra) sia per quelli occasionali. Anche gli spostamenti in auto potrebbero seguire questa indicazione dato che percorsi alternativi eviterebbero di rimanere a lungo esposti alle emissioni diminuendone anche le quantità rilasciate per rallentamenti. A spasso coi più piccoli, in città fate come in montagna - Zaino porta bimbi o marsupio, non fa differenza. L’importante è che i bambini in età da passeggino, quando sono in giro per le strade della città, siano il più possibile lontani dalle sorgenti dirette di emissione. In inverno e in condizione di stabilità atmosferica le concentrazioni di Pm rimangono praticamente uguali nei primi 100 metri dal suolo e quindi l’utilizzo di zaini non impedirà ai piccoli di respirare aria inquinata, ma eviterà i danni legati all’inalazione del particolato più insidioso che si trova più vicino al suolo. Programmate la spesa intelligente - Le uscite negli orari prossimi a metà giornata (mezzogiorno) sono preferibili per bambini e anziani, dato che a queste ore vengono rilevate le concentrazioni più basse di inquinanti. Aperitivi, pranzi e cene: attenzione agli spazi esterni - Quando si frequentano luoghi di ristoro, quali ristoranti e bar, si devono preferire ambienti chiusi e climatizzati a spazi all’aperto. In genere infatti all’esterno è consentito fumare e il fumo di sigaretta si aggiunge alle emissioni da smog, peggiorando la qualità dell’aria. In casa In cucina, meglio il vapore che la frittura… non solo per le arterie - Per tenere sotto controllo il particolato in ambienti domestici devono essere scelti stili di cottura che producano poche polveri sottili. L’uso di oli o il contatto diretto degli alimenti su piastra fanno schizzare in alto le concentrazioni di particolato fine in ambienti chiusi. In assenza di cappe adeguate, la situazione diventa critica esattamente come in una strada super trafficata, anzi peggio! È stato infatti osservato che, durante la frittura, vengono liberate particelle di dimensione inferiore ad un micrometro! Le quantità di queste particelle aumentano anche di 10 volte, se non sono presenti sistemi di filtraggio (le cappe delle cucine) o adeguati ricircoli di aria. Una serra mangia particolato - Anche le piante possono dare una mano ad abbattere le concentrazioni di inquinanti in ambienti chiusi. Si tratta di scegliere quelle giuste da distribuire fra le stanze o da porre in un’area dedicata. Il Ficus, la Dracena e la Gerbera sono quelle più indicate, in quanto riescono a rimuovere fino al 40 per cento degli inquinanti presenti, quali la formaldeide (utilizzata nel trattamento di mobili) e il benzene. Unico accorgimento: avere il pollice verde, in quanto sono le foglie la parte attiva di questi organismi. La sera d’inverno davanti al camino… meglio se “chiuso” - Nel progetto Tosca si conferma che, anche nei mesi invernali e in città, una certa quantità di particolato fine deriva dalla combustione di biomasse, quali legna, pellet, eccetera... Quindi, se si vuole utilizzare un camino è fondamentale scegliere camini chiusi e ad alta efficienza: i classici camini infatti inquinano con le emissioni all’esterno e liberano anche in ambiente interno grandi quantità di particelle, fini e ultrafini. Condizionatori: grande attenzione ai filtri - Durante le estati cittadine surriscaldate l’uso di condizionatori d’aria è diventata abitudine irrinunciabile, e il loro utilizzo consente di ridurre l’esposizione a particolato outdoor e a ozono, che aumenta sensibilmente nella stagione estiva. È bene ricordare che i condizionatori ricircolano l’aria in ambienti chiusi filtrando le sostanze presenti. Con il tempo la capacità filtrante diminuisce e l’umidità presente nei condizionatori può consentire lo sviluppo di microorganismi che possono provocare allergie. Diventa quindi fondamentale un regolare controllo dei filtri con eventuale sostituzione in caso di perdita di efficienza filtrante. Alimentazione: i colori della salute - La dieta può essere un valido aiuto per combattere i possibili effetti del particolato atmosferico e una dieta ricca di vitamine e antiossidanti è sicuramente da preferire! I colori ci possono aiutare. In inverno, scegliere frutta e verdura di colore rosso (pomodori, melograno, barbabietola arance rosse...) che contengono antiossidanti naturali; è bene poi non farsi mai mancare alimenti di colore giallo e arancio, come carote, arance, mandarini, limoni, anch’essi ricchi di sostanze che aiutano a prevenire gli effetti dei radicali liberi. Non dimenticare il verde: in molte verdure a foglia sono contenuti antiossidanti e minerali che aiutano il corretto funzionamento delle funzioni dell’organismo. Attenzione al colore nero: al nero fumo ed in particolare al fumo di sigaretta! Smettere di fumare è il primo passo per limitare l’esposizione a sostanze inquinanti! |
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