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Notiziario Marketpress di
Lunedì 26 Settembre 2011 |
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COMMERCIO ESTERO, ASSOCAMERESTERO: FRENA L’ITALIA FUORI DALL’EUROPA MA L’EXTRA-UE TRAINA IL SALDO MADE IN ITALY NELL’ULTIMO MESE LIEVE DECREMENTO DELLE VENDITE (-1,1%), MA I PAESI EXTRA-EUROPEI CONTRIBUISCONO PER CIRCA IL 70% AL SURPLUS DEL MADE IN ITALY
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Roma, 26 settembre 2011 – Rallenta l’avanzata dell’export italiano in extra-Ue nell’ultimo mese: ad agosto -1,1% la variazione rispetto al mese precedente, a fronte di un incremento del 2,1% registrato invece a luglio. Ciononostante, negli ultimi tre mesi le esportazioni aumentano dell’1,2% sul trimestre marzo-maggio 2011, raggiungendo il valore di 41,4 miliardi di euro. Tra i Paesi destinatari dell’export italiano, aumenta la presenza dei prodotti italiani nelle economie dinamiche (Russia, India, Cina e Mercosur) rispetto a tradizionali partner extra-europei quali Stati Uniti e Giappone. Nel periodo gennaio-agosto 2010 le vendite erano maggiori nei mercati maturi (circa 16 miliardi di euro contro 15,7), mentre nello stesso periodo di quest’anno il rapporto si inverte (19,2 miliardi di euro verso i Paesi a più alto tasso di sviluppo contro 18,2 miliardi negli altri due Paesi). “Questo è un dato positivo, soprattutto se letto alla luce della minor crescita prevista per i Paesi dell’Unione Europea. – afferma Gaetano Fausto Esposito, Segretario Generale di Assocamerestero, commentando i dati diffusi oggi dall’Istat – Inoltre, l’indebolimento dell’euro rispetto al dollaro favorisce l’acquisto di Made in Italy nei mercati che stanno trainando la ripresa, dando così ulteriore impulso alla presenza delle imprese italiane in queste Aree”. A livello settoriale, i Paesi extra-europei contribuiscono per circa il 70% alla formazione del surplus del Made in Italy nel mondo. In particolare, se si guarda ai primi sei mesi dell’anno, la quasi totalità dell’attivo è attribuibile alla vendita di macchinari e apparecchi meccanici (il 99,8%, per un valore di 14,9 miliardi di euro). “Se, come sembra, le economie extra-europee riprenderanno ad investire e aumenteranno la produzione di beni, le vendite della meccanica italiana potrebbero trarne beneficio e subire nuovi e più consistenti incrementi delle proprie performance”, conclude Esposito. |
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