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Notiziario Marketpress di Giovedì 06 Ottobre 2011
 
   
  ROMA, FAMIGLIA: LE POLITICHE DI OGGI EREDITÀ DI DOMANI

 
   
  Roma, 6 ottobre 2011 - «Chi ha davvero a cuore il nostro Paese non può non volere anche il bene di famiglie e giovani, che sono il nostro presente e il nostro futuro. Per questo, nel programmare le politiche di oggi si deve tenere in maggior considerazione l’eredità che esse daranno ai genitori e ai figli di domani». È quanto dichiarato ieri dall’assessore alla Famiglia, all’Educazione e ai Giovani di Roma Capitale, Gianluigi De Palo, commentando le indicazioni emerse dal ‘Rapporto-proposta’ sulla sfida educativa curato dal Progetto Culturale della Conferenza Episcopale Italiana, presentato oggi a Roma. «I criteri di equità tra le generazioni - prosegue De Palo - non devono valere soltanto per garantire una sostenibilità ecologica, ma anche e soprattutto per assicurare quella economica. Già i dati Istat dei giorni scorsi indicavano che il tasso di disoccupazione giovanile in Italia è ancora sopra il 27%. Né sembrano esserci margini di ripresa, neppure nel settore dei contratti più flessibili. Sono dati numerici importanti, ai quali va aggiunto anche un aspetto qualitativo che individua un fenomeno strisciante: il numero crescente di giovani che smettono del tutto di cercare lavoro, sfiduciati dall’attuale contesto nazionale. Come indica chiaramente il rapporto Cei, con una politica dal respiro corto non si va lontano. I giovani hanno bisogno di fiducia, di qualcuno che creda in loro. È un rischio che le Istituzioni devono saper correre. E c’è bisogno di muoversi subito». «Roma Capitale - sottolinea l’Assessore - è impegnata per strutturare un sistema organico di politiche familiari, tra cui anche un ‘quoziente-Roma’, che tengano nel dovuto conto il numero dei figli per famiglia, intervenendo per agevolare anche la costruzione di famiglie giovani. Certo, le risorse sono poche, ma proprio per questo vanno investite bene, mettendo la famiglia e le giovani generazioni al centro dell’agenda politica. Più di quello economico, infatti, dobbiamo temere il deficit culturale ed educativo. La crisi si vince con il coraggio».  
   
 

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