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Notiziario Marketpress di Giovedì 06 Ottobre 2011
 
   
  “LE DONNE NELL’ECONOMIA DELL’UMBRIA”, PRESIDENTE MARINI A SEMINARIO TERNI: “INVESTIAMO SU GIOVANI E DONNE PER QUALITÀ SVILUPPO”

 
   
   Terni, 6 ottobre 2011 – “Le economie oggi più dinamiche, quelle in grado di crescere e uscire dalla profonda crisi, sono innanzitutto quelle che investono di più su giovani e donne. In Umbria, dove proprio da questi due segmenti del mondo del lavoro è stato maggiormente pagato lo scotto della crisi economica, intendiamo investire soprattutto su giovani e donne". Lo ha affermato la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, nel suo intervento con il quale ha concluso, ieri a Terni, i lavori del seminario “Lavoro e lavori: le donne nell’economia dell’Umbria”, promosso dalla Regione Umbria, in collaborazione con l’Agenzia Umbria Ricerche e il contributo del Comitato Scientifico per le politiche di genere. In Umbria, è emerso nel corso del seminario, i dati sul mercato del lavoro indicano che anche nei primi mesi del 2011 si registra una flessione dell’occupazione e che quella femminile, fortemente calata a seguito della crisi, non recupera. Nel 2011, il tasso di occupazione femminile è anzi continuato a diminuire e si attesta sotto il 53 per cento. “Le donne umbre - è stato sottolineato - sono state le prime ad essere colpite dalla crisi e sono le ultime ad uscirne. Ciò evidenzia un modello e un tessuto economico in cui non sono ritenute centrali”. Nel primo trimestre del 2011, in particolare, l’Umbria risulta essere l’unica regione del Centro Nord ad registrare un dato negativo del dieci per cento nel flusso delle assunzioni femminili. “Dobbiamo imprimere una svolta anche nelle politiche economiche della Regione e puntare maggiormente sul lavoro femminile – ha sottolineato Romano Benini, esperto di politiche del lavoro, che ha svolto una delle relazioni al seminario - non solo perché le donne sono quelle che maggiormente hanno sofferto in termini occupazionali a causa della crisi economica e finanziaria, ma soprattutto perché ogni indicatore economico rileva che è l’occupazione femminile ad offrire maggiore qualità allo sviluppo. E ciò è vero soprattutto in Umbria, dove dall’imprenditorialità femminile arriva un segnale importante: il numero delle imprese femminili è significativo e mostra un’interessante propensione delle donne all’imprenditorialità”. “La centralità del lavoro delle donne – ha proseguito Benini - non è importante per una mera necessità di crescita dell’occupazione, né per il fatto che con essa aumenterebbe l’occupazione complessiva. E non si tratta più nemmeno di garantire solo maggiore rispetto delle pari opportunità. La centralità del ruolo delle donne e del lavoro femminile in una economia costituisce ormai da tempo la misura della sua sostenibilità, il criterio per verificare la sua qualità”. “Collegare le risorse e gli incentivi, come intende fare la Regione Umbria, a queste scelte, a questa visione del lavoro femminile – ha detto la presidente Marini -, riveste quindi particolare importanza. Le istituzioni devono riconoscere il lavoro e l’impresa che fanno qualità, che promuovono sviluppo sostenibile, che includono e non escludono. In Italia, come in Umbria, mettere al centro del lavoro il lavoro delle donne non significa semplicemente ‘fare spazio’ alle donne, ma in primo luogo cambiare il nostro modello di sviluppo, o quantomeno di alcuni aspetti dell’organizzazione del lavoro, dell’economia e della nostra società che per troppo tempo hanno ostacolato la presenza delle donne nel lavoro e nell’economia”. La presidente ha quindi sottolineato come “nel definire le linee programmatiche di questa legislatura abbiamo voluto indicare con estrema chiarezza che volevamo e vogliamo adottare adeguate politiche di genere, anche in considerazione di quanto ci chiede l’Europa, a cominciare dall’invito agli Stati membri ad adottare misure, in particolare per via legislativa, che stabiliscano obiettivi vincolanti per garantire la presenza paritaria di donne e uomini nei posti di responsabilità delle imprese, dell´amministrazione pubblica e degli organi politici”. La presidente Marini ha quindi illustrato la “strategia regionale” che, appunto ispirata anche all’impostazione europea, si muove essenzialmente su alcuni assi principali: favorire proposte vincolanti per l’occupazione e la conciliazione; rimuovere ostacoli alla parità; aiutare le vittime della violenza e contrastare fenomeni di violenza; sviluppare strumenti di formazione ed attuazione affinché tutte le parti interessate possano tenere debitamente conto, nei rispettivi ambiti di competenza, della prospettiva basata sulle pari opportunità tra uomini e donne; definire indicatori quantitativi e qualitativi e statistiche basate sul genere, da utilizzare nel monitoraggio dell´integrazione della dimensione di genere in tutte le politiche. “In definitiva – ha detto la presidente – se assumiamo come centrale il tema del lavoro femminile significa che dobbiamo di conseguenza decidere con quali politiche, strategie e risorse cerchiamo di raggiungere gli obiettivi che ci siamo dati. Considerando che è il modello di sviluppo che, avendo mostrato in questi anni delle debolezze, va modificato. Per ciò che ci riguarda, come Regione, abbiamo già deciso di attuare le politiche di genere in maniera orizzontale, rispetto a tutte le politiche di sviluppo e coesione sociale che realizziamo”.  
   
 

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