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Notiziario Marketpress di
Giovedì 18 Gennaio 2007 |
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SABATO 27 GENNAIO 2007 VII GIORNO DELLA MEMORIA “C’ERA UN’ORCHESTRA AD AUSCHWITZ”
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Milano, 18 Gennaio 2007 – Quest’anno, in occasione del Vii Giorno della Memoria, la Compagnia Teatrale Alma Rosé e il Conservatorio G. Verdi, in collaborazione con la Comunità Ebraica di Milano e l’Associazione Figli della Shoah, presenteranno lo spettacolo C’era un’orchestra ad Auschwitz, spettacolo che fa parte del progetto La Memoria e la Musica. “Con questa iniziativa - sottolinea la compagnia - vogliamo celebrare la memoria della Shoah ed allo stesso tempo creare nuove possibilità di collaborazione tra artisti e realtà della nostra città”. Una piccola orchestra, formata da allievi del Conservatorio di Milano, accompagnerà lo spettacolo con l’esecuzione dal vivo di alcune delle musiche evocate nel libro-testimonianza di Fania Fénelon, rendendo ancora più suggestiva la messa in scena. “Il giorno della memoria è un appuntamento che il Conservatorio onora da 5 anni - dichiara Leonardo Taschera, direttore del Conservatorio - Rappresenta anche l´occasione per recuperare, sia a livello di studio che di ascolto, patrimoni musicali che non sono entrati nel repertorio corrente, e sono legati a momenti storici particolari e significativi della storia europea”. C’era un’orchestra ad Auschwitz è frutto di una rilettura dello spettacolo “Alma Rosé”, vincitore del premio nazionale Eti Scenario nel 1997, nato da un’idea di Claudio Tomati, autore del testo, che si è ispirato al libro-testimonianza di Fania Fénelon. Si tratta di una storia nella Storia, quella con la s maiuscola, quella di uno dei tempi più bui del Novecento, che prende corpo e sangue nel racconto di Fania Fénelon, sopravvissuta al campo di Auschwitz-birkenau. Quando Fania fu deportata ad Auschwitz era il gennaio 1944 e poiché sapeva cantare e suonare il pianoforte entrò a far parte dell’orchestra del campo, composta da detenute ebree, l’unica orchestra femminile che sia mai esistita nei campi di concentramento nazisti. Nel suo libro Fania racconta quella esperienza, compreso il rapporto nato con Alma Rosé, la direttrice dell’orchestra e il loro diverso modo di vivere la musica all’interno del lager. Per Fania suonare è un mezzo per sopravvivere e sopravvivere è ricordare “per far sapere al mondo”. Anche in una condizione estrema Fania riesce a mantenere intatta la propria umanità, e mentre suona e canta sa di suonare e cantare “che è la cosa migliore di Birkenau in quanto procura oblio e divora il tempo, ma che è anche la peggiore perché ha un pubblico d’assassini”. Per Alma, nipote di Gustav Mahler, nell’orrore del campo la musica assume un’importanza fondamentale. Nella musica trova il senso di tutta la sua vita e quando le viene affidata la direzione dell’orchestra femminile di Auschwitz, il suo obiettivo è realizzare musiche sublimi, anche a costo di risultare troppo dura nei confronti delle sue compagne. La storia della loro musica pone domande toccanti sul rapporto fra Arte e Vita, che superano la dimensione storica e arrivano fino al nostro presente. Per la preparazione dell’orchestra, che accompagnerà dal vivo lo spettacolo e che sarà formata da studenti del Conservatorio, è stata istituita una master class durante la quale i musicisti lavoreranno non solo sulla parte musicale ma si confronteranno anche con le specifiche esigenze dell’accompagnamento musicale nel teatro e dell’interazione fra musica e scena. L’ensemble sarà composto da un gruppo di strumenti e un soprano. Le musiche, rielaborate e riarrangiate da Mauro Buttafava, riprendono alcuni dei brani citati nel libro di Fania Fénelon. Nel corso dello spettacolo verranno eseguiti frammenti da Ungarischer Tanz n° 5 di Johannes Brahms elaborata da Mauro Buttafava, Il bel Danubio blu di Johann Strauss jr, Radetzky Marsch di Johann Strass, Alma Rosé di Mauro Buttafava (per violoncello solo), Un bel dì vedremo dalla Madama Butterfly e Vissi d’arte da La Tosca di Giacomo Puccini. . |
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