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Notiziario Marketpress di Mercoledì 02 Novembre 2011
 
   
  SICUREZZA SOCIALE: LA COMMISSIONE EUROPEA CHIEDE ALLŽITALIA DI VERSARE LE PRESTAZIONI FAMILIARI AI LAVORATORI TRANSFRONTALIERI

 
   
  Bruxelles, 3 novembre 2011 – La Commissione europea il 27 ottobre ha chiesto allŽItalia di ottemperare agli obblighi che le incombono in forza della normativa Ue, ossia di versare alcune prestazioni familiari previste dalla regione Trentino-alto Adige e dalla provincia di Bolzano a lavoratori che lavorano nella suddetta regione e nella suddetta provincia, ma vivono in Austria. LŽattuale rifiuto delle autorità italiane di versare tali prestazioni ai lavoratori si basa sul fatto che tali lavoratori non risiedono nel Trentino-alto Adige o a Bolzano. Conformemente alla normativa Ue i lavoratori transfrontalieri (persone che lavorano in uno Stato membro ma risiedono in un altro nel quale fanno ritorno quotidianamente o almeno una volta la settimana) sono coperti dal sistema di sicurezza sociale del paese in cui lavorano e non dal sistema del paese in cui risiedono. Le attuali condizioni di residenza poste dallŽItalia per le prestazioni familiari costituiscono pertanto un ostacolo alla libera circolazione dei lavoratori. La richiesta della Commissione si configura come "parere motivato" nel quadro del procedimento di infrazione dellŽUe. Se entro due mesi lŽItalia non adeguerà la propria legislazione alla normativa dellŽUe la Commissione potrebbe decidere di deferire lŽItalia alla Corte di giustizia dellŽUe. Contesto Il governo italiano sostiene che le prestazioni familiari regionali e provinciali rientrino nella nozione di "assistenza sociale" e ad esse non si applichino pertanto le norme Ue che fanno esclusivamente riferimento alla "sicurezza sociale". La giurisprudenza della Corte di giustizia dellŽUe statuisce però in modo chiaro che una prestazione può essere considerata rientrare nella "sicurezza sociale" ove essa sia concessa senza una valutazione individuale dello stato di necessità personale. Nel caso in questione le prestazioni rappresentano una forma di sostegno finanziario per la cura dei figli, motivo per cui sono automaticamente concesse alle persone che hanno un figlio senza valutarne la situazione individuale. La Commissione ritiene, in linea con la pregressa giurisprudenza della Corte di giustizia dellŽUe, che si tratti di prestazioni di "sicurezza sociale" alle quali si applica pertanto la legislazione Ue sul coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale.  
   
 

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