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Notiziario Marketpress di
Martedì 15 Novembre 2011 |
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L´INQUINAMENTO INTERROMPE IL CICLO DELL´AZOTO NELLE FORESTE TROPICALI
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Bruxelles, 15 novembre 2011 - Una nuova ricerca internazionale mostra che le attività antropogeniche sconvolgono le foreste tropicali turbando il loro ciclo dell´azoto. Presentate nella rivista Science, le scoperte mostrano le prime prove degli effetti a lungo termine dell´inquinamento da azoto negli alberi tropicali. Scienziati provenienti da Austria, Canada, Germania e Panama hanno svolto il loro lavoro presso due isolati siti della Smithsonian Institution Global Earth Observatory a Panama e in Thailandia. "L´inquinamento dell´aria sta fertilizzando le foreste tropicali con una delle più importanti sostanze nutritive per la crescita," dice il coautore S. Joseph Wright dello Smithsonian Tropical Research Institute a Panama. "Noi abbiamo confrontato l´azoto in foglie provenienti da campioni essiccati raccolti nel 1968 con l´azoto in campioni di nuove foglie raccolte nel 2007. La concentrazione di azoto nelle foglie e la proporzione tra isotopi di azoto pesanti e leggeri sono aumentate negli ultimi 40 anni, e lo stesso è avvenuto in un altro esperimento quando abbiamo applicato del fertilizzante al suolo della foresta." Le temperature e le pressioni elevate che si trovano sulle stelle aiutano a generare azoto; nella sua forma elementare esso è privo di colore, sapore e odore, e non reagisce prontamente con altre sostanze. Oltre il 75% dell´azoto si trova nell´aria e funge da componente essenziale delle proteine. Quando determinati batteri colonizzano le radici delle piante si produce un cambiamento che rende l´azoto "attivo"; essi estraggono l´azoto dall´aria e lo convertono o "fissano" in una forma necessaria alla crescita. Una volta che i batteri non hanno più bisogno dell´azoto, la pianta assorbe il gas, che può essere usato anche dagli animali. Noi usiamo il processo Haber per fissare l´azoto. Questo processo converte l´azoto sotto forma di gas in ammoniaca, che è un elemento che si trova comunemente nei fertilizzanti. Gli esperti affermano che la fissazione dell´azoto da parte dell´uomo ha aumentato la quantità di azoto reattivo di circa il 100%. Secondo i ricercatori, l´azoto si presenta in due forme o isotopi, ovvero atomi che hanno lo stesso numero di protoni ma numeri diversi di neutroni. Con l´azoto, gli isotopi sono 14N e 15N, ma solo circa 1 atomo di azoto su 300 è nella forma più pesante. L´azoto leggero si disperde mediante l´estrazione di nitrato e sotto forma di gas tra cui N2, oltre che in alcune forme di ossidi di azoto o "nitrossidi", alcuni dei quali possono essere importanti gas serra. Nello studio sulla fertilizzazione effettuato a Panama, le emissioni di N2o erano tre volte più alte. "Tre anelli forniscono una linea del tempo pratica per misurare i cambiamenti del contenuto di azoto nel legno," dice Peter Hietz dell´Istituto di Botanica dell´Università di risorse naturali e scienze della vita a Vienna, in Austria. "Noi abbiamo scoperto che nel corso dell´ultimo secolo, c´è stato un aumento della forma più pesante di azoto rispetto a quella più leggera, e questo ci dice che c´è più azoto che entra in questo sistema e anche perdite più elevate. Noi abbiamo ottenuto anche lo stesso risultato in un precedente studio su tre anelli nelle foreste pluviali brasiliane, sembra quindi che l´azoto fissato dall´uomo stia colpendo ora alcune delle aree più remote del mondo." Commentando le conclusioni dello studio, il coautore Ben Turner dello Smithsonian Tropical Research Institute a Panama dice: "I risultati hanno una serie di importanti implicazioni. La più ovvia è quella che interessa gli alberi nella famiglia delle leguminose (Fabaceae), un importante gruppo nelle foreste tropicali che fissa il proprio azoto in associazione a batteri del suolo. L´aumento di azoto proveniente dall´esterno potrebbe privarli del loro vantaggio competitivo e renderli meno diffusi, cambiando così la composizione delle comunità arboree. Ci sono anche implicazioni per i modelli del cambiamento globale, che stanno iniziando a includere la disponibilità di azoto quale fattore che influenza la risposta delle piante alla maggiori concentrazioni di anidride carbonica atmosferica." I ricercatori affermano che anni di deposito di azoto atmosferico hanno causato molti cambiamenti nelle piante e nei terreni delle foreste temperate in Europa e negli Stati Uniti. Ora ci si chiede se le foreste tropicali subiranno la stessa sorte. Per maggiori informazioni, visitare: Smithsonian Tropical Research Institute: http://www.Stri.si.edu/ Science: http://www.Sciencemag.org/ |
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