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Notiziario Marketpress di
Lunedì 21 Novembre 2011 |
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PRESENTATE A TRENTO LE POLITICHE PER IL BENESSERE FAMILIARE
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Trento, 21 novembre 2011 - Presentata il 17 novembre a Trento, a Palazzo Geremia, la legge sulle politiche familiari, la 1 del 2011, una norma che integra le diverse misure già attive ma al tempo stesso introduce, anche rispetto agli schemi nazionali, una visione nuova, centrata sul benessere e sulle potenzialità della famiglia piuttosto che sulle situazioni di disagio, e che dà ampio spazio al ruolo della società civile. Sono intervenuti all´incontro il sindaco Alessandro Andreatta, che ha aperto i lavori, l´assessore alla salute e politiche sociali Ugo Rossi, l´assessore alle politiche sociali del Comune Violetta Plotegher, il dirigente dell´Agenzia provinciale per la famiglia, natalità e politiche giovanili Luciano Malfer, la presidente del Forum delle Associazioni familiari del Trentino Silvia Peraro. Nel corso dell´incontro. Organizzato d´intesa fra la Provincia autonoma e i Comuni di Trento, Aldeno, Cimone e Garniga, sono state illustrate le misure concrete contenute nella nuova legge in favore della famiglia e della natalità, ma anche la filosofia di una norma che introduce elementi di novità nell´approccio dell´ente pubblico a questa tematica. "Di famiglia si parla sempre - ha detto Andreatta - ma non sempre alle parole seguono le azioni. Il Trentino rispetto al panorama nazionale rappresenta un´eccezione. Importante è ora capire il ruolo delle Comunità di vale e dei Comuni all´interno del quadro disegnato dalla normativa. A sua volta associazionismo, che ha dato un forte contributo alla stesura del testo finale, deve avere un ruolo significativo." L´assessore Rossi, dopo avere ringraziato per il suo impegno Luciano Malfer, dirigente responsabile dell´Agenzia della famiglia, che ha il compito di raccordare i vari settori dell´amministrazione che operano in questo campo, ha esposto le ragioni che hanno spinto la Provincia a dotarsi di un nuovo strumento normativo: "Perché una legge sulla famiglia? Innanzitutto perché le politiche familiari hanno una forte ricaduta su tutte le misure poste in essere dall´amministrazione, che si parli di casa piuttosto che di trasporti, di salute o di livelli di reddito. Pensavamo quindi fosse necessario integrare tutte le queste politiche, aumentando in tal modo la loro efficacia.. Ma dietro a questa ragione ´tecnica´, c´era anche una ragione culturale. C´e bisogno infatti, ad ogni livello, di una cultura della famiglia, una cultura che informi di sé tutte le politiche poste in essere dalle pubbliche amministrazioni. Volevamo poi che il nostro impegno avesse un carattere non episodico, perché spesso la famiglia è oggetto di politiche-spot. La legge costituisce un punto fermo, e tutte le amministrazioni che verranno dovranno confrontarsi con essa. Il terzo elemento è la trasversalità: abbiamo fatto sintesi, infatti, di cinque proposte diverse, avanzate sia dalla maggioranza che dall´opposizione, oltre che dalla Giunta provinciale. Con molto pragmatismo, e abbandonando anche qualche incrostazione ideologica tipica del dibattito nazionale, abbiamo cercato di mettere in pratica un metodo di lavoro, garantito dalla Commissione legislativa, che ci ha consentito di affrontare certi temi con una buona dose di praticità. Ci siamo quindi rivolti a tutto il ventaglio delle famiglie possibili - se costituite da almeno un adulto con un bambino - pur senza rinunciare, ciascuno di noi, alle proprie idee su cosa è famiglia. Altra caratteristica fondamentale della legge è che si occupa delle famiglie in quanto tali, non delle famiglie in situazione di disagio, pur contenendo misure che ovviamente vanno anche a vantaggio delle famiglie disagiate. Questa legge si occupa dunque in primo luogo del benessere delle famiglie e della promozione della natalità. Ed ancora, un principio fondamentale è quello secondo il quale la società civile arriva prima della pubblica amministrazione. I cittadini sanno riconoscere prima i bisogni e sanno dare prima le risposte adeguate. Abbiamo voluto dare quindi pieno riconoscimento al ruolo primario dei cittadini, cosa tanto più importante in Trentino, dove il mondo dell´associazionismo è straordinariamente sviluppato." Il tema che preoccupa maggiormente - ne ha parlato Luciano Malfer nella sua relazione - è quello della natalità. Oggi in Trentino ci sono 30.000 ultra ottantenni, triplicati rispetto al 1981 e in ulteriore crescita. Il Trentino ha tassi di natalità fra i più alti in Italia, ma fra una quindicina di anni ci sarà una classe di anziani particolarmente numerosa sorretta da una base di persone di più giovane età assai ridotta. Per questo è necessario da un lato aiutare le famiglie che intendono avere figli, con misure che toccano tutti gli aspetti in gioco, dal sostegno al reddito alla conciliazione famiglia-lavoro ai servizi, e al tempo stesso guardare allo scenario più ampio in cui le politiche familiari si collocano. Per questo la legge per le politiche familiari si integra con quella sulla sanità, che conferma il ruolo centrale dell´assistenza pubblica, con le politiche del lavoro, che devono dare risposta a tutti i bisogni, a partire da quelli dei giovani, con le politiche di reddito, comprensive dello strumento, innovativo per l´Italia, del reddito di garanzia (per il quale se si scende sotto una certa soglia si ha diritto ad una integrazione), con le politiche sociali. Tutte queste politiche compongono il sistema integrato del welfare trentino, che garantisce una rete di protezione valida per l´insieme dei cittadini. |
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