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Notiziario Marketpress di
Mercoledě 30 Novembre 2011 |
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SCIENZIATI SCOPRONO COME SUONARE UNO STRUMENTO MUSICALE ALTERA IL MODO IN CUI IL CERVELLO ELABORA GLI STIMOLI MULTISENSORIALI
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Bruxelles, 29 novembre 2011 - Da molto tempo si č ormai stabilito che i pianisti sviluppano un senso particolarmente acuto della correlazione temporale tra i movimenti dei tasti del pianoforte e il suono delle note suonate. Tuttavia, ricercatori dell´Istituto Max Planck per la cibernetica biologica in Germania hanno scoperto che quando si tratta di valutare la sincronia dei movimenti labiali e la lingua parlata, i pianisti non se la cavano meglio rispetto ai non musicisti privi di orecchio musicale. Gli autori dello studio, Hweeling Lee e Uta Noppeney, sono giunti a questa conclusione dopo aver svolto uno studio comparativo sull´elaborazione simultanea da parte del cervello, sia di musicisti che di non-musicisti, di stimoli provenienti da sensi differenti. Per il loro studio hanno utilizzato la risonanza magnetica funzionale per mappare le aree del cervello che erano attive durante questo processo. I ricercatori hanno studiato il modo in cui il cervello integra stimoli provenienti da veri sensi contemporaneamente e il modo in cui i circuiti nel cervello si modificano come conseguenza dell´apprendimento. Essi hanno osservato come 18 pianisti dilettanti erano in grado di percepire la corrispondenza temporale tra i movimenti delle dita sui tasti del pianoforte e un brano di musica per pianoforte, e tra i movimenti labiali e delle frasi dette ad alta voce in confronto a 19 non-musicisti. Secondo le loro conclusioni, quando i pianisti percepiscono un´asincronia tra musica e movimenti delle mani, si attivano dei segnali di errore piů forti in un circuito che coinvolge il cervelletto, le aree premotorie e associative del cervello, una reazione che viene affinata nel tempo esercitandosi al pianoforte. I risultati dello studio dimostrano che la nostra esperienza senso-motoria influenza il modo in cui il cervello collega dal punto di vista temporale segnali provenienti da sensi diversi durante la percezione. Gli esperimenti rivelano che i pianisti erano significativamente piů precisi rispetto ai non-musicisti nel valutare se vi era o meno sincronia tra i movimenti delle dita sul pianoforte e i suoni percepiti. Ma queste differenza non si osservavano quando si trattava di esperimenti che prevedevano frasi lette ad alta voce e movimenti labiali, poiché entrambi i gruppi facevano registrare risultati simili. Anche se l´asincronia nel linguaggio e nella musica riguarda le stesse aree del cervello, le scansioni effettuate dal team hanno mostrato che con i pianisti la musica asincrona scatenava un segnale piů forte in un circuito che coinvolge la parte sinistra del cervelletto, una regione premotoria e associativa nella corteccia cerebrale, rispetto a quanto avviene nei non-musicisti. La coautrice Uta Noppeney dice: "Per questo studio noi ci siamo avvalsi del fatto che i pianisti si esercitano in un´attivitŕ in cui molti stimoli sensoriali, che sono informazioni visive e acustiche, movimenti e tocchi dei tasti del pianoforte, devono essere collegati. L´elaborazione degli stimoli nei cervelli dei pianisti mostra un meccanismo specifico legato al contesto: come conseguenza del loro allenamento al pianoforte, nel circuito č programmato un modello avanzato che coinvolge il cervelletto e la corteccia cerebrale premotoria e che consente al soggetto di fare previsioni molto piů precise circa la corretta sequenza temporale dei segnali visivi e acustici. Uno stimolo asincrono innesca un segnale di previsione di un errore." Per maggiori informazioni, visitare: Istituto Max Planck per la cibernetica biologica: http://www.Kyb.mpg.de/ |
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