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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 30 Novembre 2011 |
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DE FILIPPO: SISTEMA BANCARIO FACCIA SUA PARTE PER SOSTENERE PAESE
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Potenza, 30 novembre 2011 – “L’attuale momento che stiamo vivendo, tanto in Italia quanto nel resto di Europa, deve portarci ad una considerazione: prima di chiederci cosa possono fare gli altri per migliorare la situazione è bene che ciascuno si chieda cosa può fare in prima persona. E’ giusto che se lo chiedano le istituzioni e il mondo produttivo, ma il sistema bancario non può avere la pretesa di essere estraneo a questo processo”. Così il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo intervenendo al convegno nazionale della Cgil a Napoli su “Crisi: credito, Legalità e Occupazione – un altro Mezzogiorno è possibile” a cui hanno preso parte, tra gli altri, il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, il coordinatore della Federazione associazioni Antiracket e Antiusura Tano Grasso, il Governatore della Regione Campania, Stefano Caldoro e il segretario generale della Fisac Cgil Agostino Megale. Nel suo discorso, De Filippo, affrontando il problema del credito in relazione ai temi della Legalità e dell’occupazione ha prima illustrato l’esperienza della Regione Basilicata. “La nostra azione – ha spiegato – si è sviluppata lungo due versanti, il primo quello di sostenere l’economia reale e renderla sempre meno dipendente da meccanismi finanziari spesso avulsi rispetto al contesto produttivo. Lo abbiamo fatto mettendo in campo strumenti in favore delle imprese quali i fondi di garanzia sia per gli investimenti che per il circolante, il microcredito per le piccole imprese e l’autoimpresa, il venture capital per sostenere nuovi progetti. E questi strumenti di sostegno all’economia, oltre ad essere finalizzati all’occupazione, rappresentano anche una cura ‘preventiva’ rispetto a quel rischio usura che nel Mezzogiorno rappresenta una forte piaga e uno dei più insidiosi tentacoli con cui la criminalità infiltra il mondo produttivo. Certo – ha aggiunto il Governatore lucano – non abbiamo potuto trascurare interventi diretti anche ad aiutare chi è già vittima del fenomeno, per uscire dalla morsa della criminalità e anche per far ripartire le imprese. Lo abbiamo fatto aumentando le garanzie a sostegno del credito per quanti sono stati vittima d’usura, intervenendo a sostegno delle spese sostenute per le azioni legali contro gli usurai, fornendo contributi per affrontare i momenti difficili anche a quei soggetti che le associazioni antiusura segnalano come ‘a rischio’ e sostenendo le stesse associazioni antiusura. Azioni condivise e giudicate positivamente da organizzazioni sociali, imprenditoriali e antiracket – ha detto De Filippo – ma che non possono da sole risolvere il problema del credito nel Mezzogiorno. Per questo – ha concluso – serve una forte assunzione di responsabilità da parte delle banche”. De Filippo ha denunciato come anche in questo periodo di crisi una delle maggiori difficoltà di chi fa impresa è nel confronto con il mondo bancario. “Ad esempio, per quel che riguarda la spesa dei fondi europei, abbiamo imprenditori che pur portando in banca i decreti di finanziamento non riescono ad ottenere le necessarie anticipazioni e questo mette a rischio non solo i fondi della singola impresa, ma proprio la possibilità di utilizzo dei fondi europei da parte del sistema meridionale. La politica di chiusura del sistema bancario, di crediti concessi solo a chi ha già disponibilità e negati a chi, strutturalmente sano, ha bisogno di finanziamenti per crescere o superare difficoltà, è solo apparentemente un sistema che garantisce il mondo bancario. Se così non fosse ci sarebbe da chiedersi perché proprio le Banche, negli Usa come in Europa, sono state le prime ad essere travolte dalla crisi e a poco sono servite le ‘garanzie reali’ su case capannoni, industrie. O il sistema del credito, qui nel Mezzogiorno – ha concluso De Filippo – accetta di essere parte di un sistema più complessivo e accetta di fare la propria parte per il rilancio del Sud e del Paese, o sarà più difficile realizzare lo sviluppo e sottrarsi al giogo dell’illegalità creando una situazione negativa che sconteremo tutti, a partire dalle banche”. |
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