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Notiziario Marketpress di
Martedì 13 Dicembre 2011 |
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GASTRONOMIA: ANCHE L’UMBRIA NEL LIBRO “EAT PARADE” DI BRUNO GAMBACORTA PRESENTATO A “ORVIETO OFF”
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Peccato che nessuno abbia pensato di girare l´equivalente di "Riso Amaro", il celebre film di Giuseppe De Santis con Silvana Mangano, a Castelluccio di Norcia, dove, tra luglio e Ferragosto, le "carpirine", le raccoglitrici specializzate della celebre lenticchia, affollavano la piana, tra musiche e canti e abitudini secolari ormai quasi scomparse, che rendevano la raccolta "degna di essere raccontata, come è accaduto per le mondine". Appare in questo modo l´Umbria nel libro "Eat Parade" di Bruno Gambacorta, "versione scritta", come lo definisce lo stesso autore, dell´omonima trasmissione che da 15 anni va in onda il venerdì su Rai2, "primo Tg del cibo e del vino", che conta una media di due milioni e mezzo di spettatori. Il volume è stato presentato sabato scorso a Palazzo del Capitano del Popolo di Orvieto, nell´ambito della seconda edizione di "Orvieto Food Festival/ Il cibo nutre la mente". 35 storie di prodotti e personaggi - ha spiegato l´autore Bruno Gambacorta, intervistato dal giornalista Lucio Biagioni -, una per ciascuna regione e, per qualcuna, "qualche storia in più", corredato da una settantina di ricette, rigorosamente locali e senza "top chef" (unica eccezione, per la Sicilia, Ciccio Sultano), a testimonianza del fatto che a parlare, nel libro, sono soprattutto i territori e chi con passione si dedica da anni a trarne il meglio della produzione agroalimentare e gastronomica italiana, oltre che - grazie a mediatori culturali di grande rilievo - a divulgarne e ad esaltarne il significato nel mondo. Diviso in tre parti, il volume conduce il lettore in giro per l´Italia alla scoperta di personaggi e prodotti fuori dal comune, salvati dall´estinzione o reinventati all´insegna della qualità e racconta le storie di divulgatori appassionati e colti, capaci di scegliere il meglio e proporre il meglio dell´enogastronomia di qualità. E c´è anche una parte ("Rinascere in cucina"), che narra le storie di coloro per i quali la terra e la cucina sono stati un modo per rinascere (i terremotati de L´aquila e del Friuli), un mezzo per emanciparsi dal disagio sociale (San Patrignano e "Mondo X"), un riscatto dall´oppressione della criminalità organizzata (le cooperative sociali sorte sui terreni confiscati alla mafia) o, semplicemente, lo strumento per inventarsi una nuova vita tornando a coltivare la terra, a produrre o raccontare cibo o vino. Così, fra le narrazioni sui fagioli di Sarconi, l´"oro giallo" di Sorrento, le mozzarelle di Vannùlo, il culatello di Zibello, le acciughe e i gamberi di Camogli, il tartufo, l´olio centenario degli ulivi storici della Puglia, i prosciutti di pecora di Sardegna, i vini biodinamici dell´Alto Adige e il vialone nano veronese, c´è anche l´Umbria, con i suoi "legumi d´autore". La lenticchia di Castelluccio, come si è detto, ma soprattutto la roveja, presentata attraverso le testimonianze e l´esperienza di Silvana Cresci e Geltrude Moretti di Civita di Cascia. E ci sono, a corredo della storia, tre ricette per la roveja, raccontate da Lanfranco Bartocci, presidente di "Bioumbria", un´associazione di piccoli produttori impegnati a far conoscere il legume ad un pubblico più ampio. Le ricette: una classica zuppa, semplice o con l´aggiunta di "quadrucci" all´uovo o guarnita di baccalà mantecato. |
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