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Notiziario Marketpress di
Lunedì 16 Gennaio 2012 |
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PUGLIA: LETTERA APERTA DI AMATI AL PROF. PETRELLA E AI MOVIMENTI ACQUA BENE COMUNE
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Bari, 16 gennaio 2012 - Lettera aperta dell´assessore alle Opere pubbliche della Regione Puglia Fabiano Amati al professor Riccardo Petrella e al movimento "Acqua bene comune", in vista del convegno in programma a Bari il prossimo 20 gennaio. Caro Prof. Riccardo Petrella, cari amici del movimento "Acqua bene comune", "Riccardo Petrella è tornato", titolano i giornali di oggi annunciando un importante convegno organizzato dal movimento "Acqua bene comune": "ammazziamo il vitello più grasso". Noi non ci siamo mai allontanati, restando nella trincea dell´aspra battaglia per la vita dei pugliesi, tale è quella per l´acqua, e per questo non pretendiamo una festa in nostro onore, ma siamo pronti a festeggiare chi tornando ci può aiutare, anche a capire di più. Per parte mia la festa può cominciare con una lettera aperta, dieci domande, o forse più, pacate, problematiche, prive di suggestioni demagogiche, ed affettuose, a voi rivolte sulla base di ciò che ho letto negli ultimi mesi. 1) Sento spesso una critica: la Regione non diminuisce le tariffe dell´acqua. Ma siamo certi che spetti alla Regione? Non voglio però nascondermi dietro la competenza esclusiva dei sindaci in materia e per questo chiedo: pensate che se ci fosse la possibilità, peraltro sicuramente gradita dai pugliesi, saremmo così folli da non perseguirla? Non ci darebbe più prestigio e consenso, oltre che pace all´anima, incidere con risolutezza per raggiungere il risultato della riduzione e così prendere applausi a scena aperta? 2) Voi sostenete che la tariffa debba essere ridotta del 7%, importo pari all´abrogata remunerazione del capitale investito. Siete certi che nel piano d´ambito pugliese quella voce corrisponda a profitto? Non può darsi che corrisponda, a parte la questione poco nota del bond, agli interessi che sino al 2018 dobbiamo pagare (costi) per il debito da un miliardo di euro, finalizzato alla realizzazione degli investimenti? 3) Leggo che crea scandalo il fatto che nel piano d´ambito la remunerazione del capitale investito cresca negli anni, fino al paradosso, a vostro dire, che nel 2018 il suo ammontare sarà superiore agli investimenti per lo stesso anno. Questo accade, sempre a vostro dire, per "un´inspiegabile corsa all´indebitamento". Vi chiedo: pensate che un indebitamento di tale portata, peraltro imposto dai sindaci pugliesi, sia giustificato dall´acquisto di beni voluttuari, oppure dagli investimenti previsti dal piano d´ambito, con la curva dei costi di gestione, quelli sì da tenere sempre sotto controllo, che si mantiene costante? Non può darsi che nel 2018, ultimo anno della concessione in favore di Aqp, la grande operazione degli investimenti debba considerarsi in fase di conclusione, trascinando perlopiù in quell´anno (2018) solo gli oneri per l´indebitamento contratto negli anni precedenti, e quindi nel rispetto del piano d´ambito e delle relative necessità idriche e fognarie dei pugliesi? Non sarebbe un atto di buona gestione l´aver realizzato tutti gli investimenti previsti e nel rispetto della scansione temporale? Perché stigmatizzate la "corsa agli investimenti" che trova la sua giustificazione nella lentezza registrata negli anni precedenti, e così facendo tentare di realizzare in buona fede un danno ai Cittadini? Non è forse questo un ambito meritevole di velocità? 4) Ove i Sindaci pugliesi ritenessero di ridurre la tariffa del 7%, senza considerare le necessità e gli obblighi insiti nelle risposte alle domande precedenti, non si registrerebbe una corrispettiva riduzione degli investimenti, con conseguente riduzione di salute, come voi sapete bene accade in materia di servizio idrico integrato? Inoltre: la riduzione degli investimenti non comporterebbe la riduzione del nostro potenziale di resistenza alle costanti crisi idriche come quella che probabilmente ci accingiamo a vivere? La crisi idrica, la sete, e la sanificazione delle acque, sono materie coerenti con i nostri doveri di cittadinanza? 5) Questa dinamica della tariffa e della gestione, deducibile da quanto rispondendomi avrete trattato fino a questo momento, non è funzionale, con il suo carico di investimenti, a determinare una riduzione della tariffa, sia pure modesta, a partire dal 2015 e sino al 2018? È questa una buona notizia per chi mazzinianamente deve avere l´ambizione di agire vivendo tra coloro che verranno? 6) C´è una questione ulteriore che voi ponete, però senza particolare foga, e che suggerisco di affrontare: lo faccio perché idealmente mi sento parte di voi, nonostante sia certo stentiate a crederlo. Acquedotto pugliese negli ultimi anni ha ottenuto utili milionari dall´efficientamento della sua gestione, così come riconosciuto ormai da tutti gli specialisti e dalle agenzie di rating. Orbene, questi utili non sono distribuibili all´azionista, per previsione statutaria, e debbono essere utilizzati per gli investimenti. Al vostro posto mi chiederei: ma se gli utili sono utilizzati per gli investimenti perché la tariffa non si riduce? La risposta è semplice! Il piano d´ambito fu licenziato dai sindaci pugliesi con la previsione di una capitalizzazione da parte dell´azionista, pari a 201 milioni fino al 2018, proprio per sostenere l´ingente programma di investimenti. La Regione Puglia azionista, come è noto, non ha grosse disponibilità economiche, per cui omette di capitalizzare, perché questo potrebbe realizzarsi solo attraverso l´aumento delle tasse. Per soccorrere tale omissione Aqp utilizza dunque gli utili da efficienza. Vi chiedo: sarebbe ragionevole fare diversamente, cioè capitalizzare attraverso l´aumento delle tasse per poi ottenere la riduzione della tariffa dell´acqua? Non saremmo di fronte al cane che si mangia la coda? Siete consapevoli che chiedere la riduzione della tariffa dell´acqua sulla base di questo argomento significherebbe chiedere l´aumento delle tasse a carico dei pugliesi? 7) Sento spesso lamentare la mancata trasformazione di Aqp in soggetto pubblico, così come previsto dalla legge di ripubblicizzazione. La ragione, come noto, è riconducibile al fatto che il governo nazionale ha impugnato la nostra legge, anche sul questo punto, e la decisione della Corte costituzionale si attende tra qualche settimana. La mia domanda: sarebbe stato intelligente trasformare la società prima della pronuncia della Corte, ben sapendo quanto insidioso sia lo scenario che potrebbe aprirsi, esponendo Aqp, a causa dell´incertezza, all´abbassamento del rating, purtroppo utile ad ottenere i finanziamenti dalle banche? Rispetto al tema di trasformazione, che sentiamo al pari di voi tutti, qualche mese di attesa è annoverabile tra le condotte delittuose, anche considerato che la proprietà azionaria è nelle mani della Regione in misura totalitaria? Secondo voi perché abbiamo accelerato l´acquisizione delle quote che deteneva la Basilicata esponendoci a critiche anche feroci? Quell´acquisizione può essere considerata la prova che il nostro punto di vista sulla questione è estremamente determinato e converge col vostro? 8) Mi permettete di introdurre un argomento che non tratta nessuno, ma che mi sembra funzionale al raggiungimento del concetto di acqua bene comune? Come voi sapete prendiamo acqua dalla Basilicata, tra gli altri. Sulla base di un accordo di programma che siamo tenuti a rispettare, e che sempre grati intendiamo rispettare, provvediamo a pagare, a fronte dell´acqua prelevata da quella regione sorella, un contributo noto come "componente ambientale"; il costo che sopportiamo è ovviamente caricato nella tariffa che i cittadini pagano. Ecco la mia domanda culturale. Risponde alla teoria dell´acqua bene comune che il gestore del servizio pugliese debba pagarla, peraltro ad altro ente pubblico? Quando potrò avere il piacere di osservare l´apertura di una "pratica" sull´argomento, con i forum e i movimenti gemelli della Lucania e non solo? Pensate che questa riflessione, sia pure culturale, non possa portare a qualche risultato, anche senza violare gli interessi della Basilicata, che sul lungo periodo si traduca in riduzione della tariffa? Inoltre: Aqp spende ogni anno centinaia di migliaia di euro, caricati in tariffa, per mantenere in funzione la malandata galleria Pavoncelli. Da trent´anni si cerca di completare la galleria parallela "Pavoncelli bis", per mettere in sicurezza l´approvvigionamento e risparmiare sulla tariffa. Questa opera non vede la luce per una pluralità di scandali da me ostinatamente denunciati e per l´ostilità del territorio ove sarà realizzata. Vi chiedo: a quando una voce di sostegno su questa battaglia per il bene comune, così da aiutarci a portare a compimento quest´opera? Assieme ai forum e movimenti campani, e non solo, pensate sia giunta l´ora di compiere uno scatto di reni, civile e determinato così come siete abituati a fare? 9) Non so se sapete che dopo tanti anni abbiamo finalmente un rapporto sugli sprechi (uso oltre il necessario con riferimento alla produzione) dell´acqua in agricoltura. Secondo l´Agensud, per il solo schema del Sinni, tale consumo esorbitante raggiunge la misura straordinaria di 70 milioni di metri cubi. Nonostante ciò si parla solo di perdite delle reti, e grazie al tanto meritorio parlare le abbiamo ridotte sensibilmente, senza dilungarci su tale altra voce di spreco, che non spetta a me spiegare quanto sarebbe funzionale, se evitato, alla riduzione delle tariffa dell´acqua per l´idropotabile. Chiedo: a quando una battaglia culturale, determinata e senza sconti anche su questo argomento? 10) Ultima domanda. Ma perché le vostre riflessioni si rivolgono prevalentemente alla Puglia ed Aqp? Forse perché l´esposizione del Presidente Vendola è garanzia di successo mediatico per gli appunti rivoltigli, nonostante sia stato l´unico in Italia ad aver affrontato l´argomento con concretezza? Quanti altri gestori del servizio idrico integrato avete così risolutamente interpellato su tutti i temi che a differenza caratterizzano il nostro intenso, a volte aspro, e comunque utile dibattito? *** Sono queste le mie domande, con la formula alla moda del "decalogo", nella consapevolezza che l´unica cosa che non cambierà moda sarà il nostro comune impegno sulla comune battaglia: e di questo vi sono grato, a prescindere dai punti di vista che temporaneamente potrebbero dividerci. Fabiano Amati |
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