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Notiziario Marketpress di Venerdì 26 Gennaio 2007
 
   
  FRIULI VENEZIA GIULIA / IL CARNEVALE? MOLTO PIÙ DI UNA FESTA MASCHERATA. DAL MARE AI MONTI PER SCOPRIRE ANTICHI RITI LEGATI ALLA TRADIZIONE E PIENI DI SIGNIFICATO

 
   
  Il Carnevale in Friuli Venezia Giulia non è una semplice ricorrenza di spensierata allegria: dal mare alla montagna, tutte le località ospitano dei veri e propri riti, densi di significati e profondamente legati alla tradizione. Il mondo capovolto dei giorni di festa, il senso del rinnovamento che questo avvenimento trasmette, la trasgressione e lo sberleffo, il divertimento e lo scherzo rendono il Carnevale in questa regione un momento molto vissuto da tutti, grandi e piccoli, e non un semplice spettacolo da osservare. Ecco allora una carellata dei principali appuntamenti del Carnevale 2007, dal 13 al 20 febbraio, nella regione. Per informazioni dettagliate: Numero Verde Turismo FVG 800. 016. 044, www. Turismo. Fvg. It. IN VAL RESIA SI DANZA AL SUONO DI ANTICHI VIOLINI – Un Carnevale spontaneo, che si svolge da secoli seguendo i medesimi riti e vede coinvolta tutta la popolazione. In Val Resia si danza incessantemente al suono di antichi strumenti durante i sette giorni della festa più trasgressiva dell’anno. In questa sperduta e incantevole vallata situata all’interno del Parco Naturale delle Prealpi Giulie (in provincia di Udine) vive una comunità di antiche origini slave, che ha mantenuto intatte nei secoli lingua, cultura, gastronomia, tradizioni, che hanno nel Carnevale (Pust in resiano) uno dei momenti più significativi. Cuore dei festeggiamenti, nei quali sono coinvolti tutti i piccoli borghi della valle, è il paese di San Giorgio/Bila. Il Carnevale generalmente prende il via il giovedì grasso (Jojba Grasa), continua il sabato sera e prosegue la domenica con un grande ballo di piazza (Püstawa nadëja). Festeggiamenti anche il lunedì, con il Carnevale di Mezzo (Te Sridnji Püst) e martedì con il Grande Carnevale (Te Vilïki Püst). Conclusione il mercoledì delle Ceneri (Te din na pëpël - Te din na Pëpalnico). L’elemento fondamentale del Carnevale è rappresentato dalla resiana, un’antichissima danza eseguita al suono della cïtira, sorta di violino, e della bünkula, sorta di violoncello, strumenti unici e originali di questa vallata. I balli, su musiche molto ritmate, si protraggono per ore e ore nelle osterie e, tempo permettendo, anche all’aperto. In particolare la domenica la piazza di San Giorgio si anima di danze, maschere e musica. Sempre nello stesso luogo il Carnevale si conclude, il mercoledì delle Ceneri, con il rogo del fantoccio, simbolo di tutte le malefatte e le sfortune capitate alla comunità nell’anno appena trascorso: un rito scaramantico e beneaugurale, che segna il passaggio dal vecchio al nuovo anno e la rinascita delle terra dopo la morte apparente dell’inverno. Del tutto particolari anche i costumi, il cui colore predominante è il bianco: Te lipe bile maškire, le belle maschere bianche, e i babaci/kukaci , le maschere brutte. Accanto a queste, in tempi recenti, si sono aggiunte quelle più moderne e, il mercoledì delle Ceneri, quelle rappresentanti il clero o altre personalità. Te lipe bile maškire indossano gonne e camice bianche ornate da merletti e nastri colorati, scarpe e le calze chiare e in mano possono avere fazzoletti e campanelli che suonano durante il ballo. Come copricapo, un alto cappello adorno di fiori di carta colorata e piccoli sonagli. Generalmente sono le donne che si vestono così e, in passato, dovevano essere solo quelle giovani e non ancora sposate. Anche gli uomini (maškarun) portano le gonne: a differenziarli dalle donne, solo il cappello, più basso rispetto a quello femminile. I costumi dei babaci/kukaci (che di solito hanno il viso sporco di fuliggine o coperto da una semplice maschera) sono molto più semplici: basta infatti camuffarsi con abiti vecchi o semplicemente mettere la giacca a rovescio. Per conoscere le antiche tradizioni, gli strumenti legati al mondo del lavoro agricolo e l’abbigliamento locale si può visitare il Museo delle Genti della Val di Resia (via Udine 12, Resia, tel. 0433 53428). Per informazioni: Parco Prealpi Giulie, tel. 0433. 53483. SAURIS E LA NOTTE DELLE LANTERNE – Fra i monti di Sauris (Udine), dove si parla ancor oggi un’antica lingua d’origine tedesca, si festeggia uno dei più antichi Carnevali dell’arco alpino. I riti e i costumi di questa suggestiva località della Carnia sono veramente particolari. Protagonisti dell’avvenimento, che si svolge sempre il sabato che precede il giorno delle Sacre Ceneri (17 febbraio), sono il Rölar e il Kheirar. Il Rolar è una figura magica e demoniaca armata di una scopa: il suo compito è di avvertire la gente che si prepari per la mascherata. Il nome deriva dai rolelan, i campanelli che porta legati attorno alla vita e che agita in continuazione. La sua faccia e le sue mani sono annerite dalla fuliggine, indossa abiti molto rozzi e ha la testa fasciata con un fazzoletto a frange. Con lui c’è il Kheirar, il re delle maschere, che orchestra lo svolgimento della festa: il volto è nascosto da una maschera di legno, i vestiti sono laceri e ha una scopa in mano, che usa per battere alle porte delle abitazioni in cui vuole entrare. Le due figure percorrono le vie di Sauris e delle sue frazioni, accompagnate da un corteo di maschere, che possono essere brutte (Schentana schemblin) o belle (Scheana schemblin): l’importante è che chi partecipa sia irriconoscibile e quindi abbia il volto coperto dalle maschere rigorosamente di legno, realizzate dagli artigiani locali. Il Kheirar bussa con la scopa alla porta delle case e dei locali pubblici e, dopo aver spazzato il pavimento, introduce a turno coppie di maschere che eseguono antiche danze al suono della fisarmonica. Con il buio inizia il rito suggestivo della Notte delle lanterne: il corteo aperto dalle maschere s’inoltra nel bosco, al lume delle lanterne, e raggiunge un grande falò propiziatorio, innalzato in una radura, attorno al quale si gustano vin brulè e dolci tipici. Per informazioni: Turismo FVG Carnia, tel. 0433. 86076. MUGGIA E IL CORSO MASCHERATO – Uno dei Carnevali più antichi e significativi del panorama Carnevalesco italiano è quello che si tiene a Muggia, cittadina di mare d’impronta veneziana a due passi da Trieste, verso il confine con la Slovenia. Il programma di questo avvenimento – che, caso unico in Italia, ha un’appendice estiva - è ricco di appuntamenti, ma il momento più coinvolgente è il grande Corso mascherato, che si svolge sempre la domenica (18 febbraio): i carri realizzati dalle otto Compagnie del Carnevale sviluppano un tema prescelto, che varia di anno in anno. Grazie al lavoro volontario dei componenti delle compagnie, provenienti dalla stessa borgata o spesso solo amici, e all’utilizzo dei materiali più disparati, vengono realizzati costumi molto elaborati e carri allegorici monumentali, puntualmente distrutti a fine manifestazione. Lo spirito di questo Carnevale è di creare un evento veramente unico, che quindi non può essere replicato altrove. A Muggia si dà così vita a un vero e proprio spettacolo, cui partecipano in media 300 persone per ogni Compagnia, per un totale di oltre 2000 maschere, supportato da un canovaccio cui le iniziative dei singoli e la fantasia dei muggesani danno un fondamentale contributo con brillanti coreografie. Un vero e proprio teatro di strada, che si rinnova di anno in anno. Una giuria ha l’arduo compito di decidere quale sia la migliore delle Compagnie in lizza. Il primo appuntamento, giovedì grasso, è l’incoronazione del Re Carnevale, le cui modalità variano di anno in anno e danno vita a un grande spettacolo. L’apertura ufficiale è siglata dall’antichissimo Ballo della Verdura, così chiamato perché i danzatori tengono in mano mazzi composti da fiori e frutta, mentre la domenica il centro storico viene invaso dal Corso mascherato. Numerosi concerti, piccole sfilate, appuntamenti per bambini e i momenti di aggregazione spontanea animano per tutto il periodo le pittoresche stradine di sapore veneziano del centro storico di Muggia. La cerimonia conclusiva è rappresentata, il mercoledì delle Ceneri, dai Funerali del Carnevale. Nella cittadina si respira nuovamente aria Carnevalesca durante l’estate: tra giugno e luglio si svolge Muggia sotto le stelle – Edizione estiva del Carnevale, durante la quale le compagnie gestiscono chioschi enogastronomici, organizzano appuntamenti culinari, propongono gli spettacoli e i momenti ludici e di animazione tipici del Carnevale. Per informazioni: Comune di Muggia, Ufficio Cultura, tel. 040. 3360341. TRIESTE: IL PALIO DEL CARNEVALE – Più recente, ma per questo non meno sentita, la tradizione del Carnevale di Trieste. Il martedì grasso, lungo il corso principale, il corso Italia, si svolge la sfilata del Palio Cittadino, al quale partecipano 10 rioni della città organizzati in coinvolgenti coreografie con protagoniste 8mila maschere. Il culmine della festa, seguito da circa 100mila spettatori che diventano parte integrante dello spettacolo, avviene sul palcoscenico naturale della città proteso verso il mare, la splendida piazza dell´Unità d’Italia, dove la premiazione del gruppo migliore concluderà il Carnevale. Per informazioni: Comitato di Coordinamento del Carnevale di Trieste, tel. 335. 6937550. IL CARNEVALE NELL’ISONTINO – Tutto il centro di Gorizia viene invaso da maschere e carri per la grande sfilata del Carnevale Isontino, prevista per domenica 18 febbraio. I partecipanti arrivano non solo dai dintorni, ma anche dalle altre regioni. Un premio finale viene riservato agli allestimenti realizzati nella provincia di Gorizia. La domenica carri e maschere anche a Romans e a Savogna, dove sono attesi anche gruppi dalla vicina Slovenia. Appuntamento sabato 17 febbraio a Ronchi dei Legionari: anche in questo caso si assiste a una coloratissima sfilata di gruppi mascherati, provenienti da tutto il Triveneto. Per informazioni: Comune di Gorizia, tel. 0481. 383211. A MONFALCONE PER ASCOLTARE IL SIOR ANZOLÈTO – Anche a Monfalcone (Gorizia) il Carnevale vanta origini antiche che risalgono al periodo in cui questa cittadina affacciata sull’Adriatico era sotto il dominio della Repubblica Veneta. L´appuntamento principale è la sfilata dei carri allegorici, che è animata dalla satira pungente del Sior Anzolèto Postier. Quest´ultimo, puntualmente, legge il suo testamento allo scoccare del mezzogiorno del martedì grasso. Segue la tradizionale cantada, satira in versi dialettali, che prende di mira personaggi, fatti e misfatti dell’anno appena trascorso. Alla fine, danze e cibi tradizionali, preparati in trattorie e osterie. Per informazioni: Comune di Monfalcone tel. 0481,494111 o Pro Loco, tel. 0481. 411525. IL MANZO INFIOCHETTATO DI GRADO – Sull´isola di Grado, in provincia di Gorizia, il giovedì grasso di ogni anno si ricorda il Manso ‘nfiocàao, cioè il manzo infioccato. È la rievocazione di un avvenimento accaduto a Grado nel 1162, quando il Patriarca di Aquileia, Voldarigo, assalì l’isola. Il Doge di Venezia, Vitale Michiel II, andò in soccorso degli isolani e fece arrestare il Patriarca con alcuni suoi canonici, che furono trasferiti a Venezia per essere processati. Costoro, pur di aver salva la vita accettarono, cosa molto gravosa per quel tempo, di mandare a Grado ogni anno, il giovedì grasso, giorno della vittoria dei veneziani su di loro, un bue e 12 porci. La carne veniva distribuita ai poveri. Per questo, fino alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale, il giovedì grasso un manzo coperto con un drappo e ornato di fiocchi veniva fatto girare per le vie dell’isola, in mezzo a una folla festosa e allegra. Alla fine della guerra, la tradizione è stata ripresa e arricchita, abbinandola a grandi sfilate in costume o dedicandola esclusivamente ai bambini. L’unica novità è data dal fatto che non c’è più il manzo in carne e ossa ma, al suo posto, una sagoma che lo ricorda. Per informazioni: Turismo FVG Grado, tel. 0431. 877111. A Doberdò del Lago SI BRUCIANO I PECCATI DI TUTTI – A Doberdò del Lago (Gorizia) il mercoledì delle Ceneri, si consuma il rito del Rogo del Carnevale, con il quale si elimina simbolicamente il male e si propizia l´abbondanza dell´annata agraria che sta per iniziare. Gli uomini del paese costruiscono un fantoccio di fieno che rappresenta il Carnevale, il quale viene accusato in una sorta di pubblico processo di tutti i peccati della comunità. La sua simbolica condanna permette la purificazione sociale di tutti, oltre a essere di buon auspicio per il futuro. A questo punto il fantoccio viene bruciato in mezzo alla piazza, segnando così la fine del periodo di festa e l’inizio della Quaresima. L´allegro corteo mascherato che precede questo rito, fa tappa nelle osterie del paese ed è accompagnato dal suono delle bande musicali. Per informazioni: Comune di Doberdò, tel. 0481. 78108. A OGNUNO IL SUO RITO NELLE VALLI DEL NATISONE – Si distinguono per originalità i Carnevali nelle Valli del Natisone (Udine), che si aprono a ventaglio alle spalle di Cividale del Friuli, verso la Slovenia. Su queste montagne ogni paesino ha i suoi riti: a Montefosca i blumarji, vestiti di bianco e con in testa un copricapo alto e intrecciato, corrono nei campi attorno al paese a scopo propiziatorio; a Rodda la figura centrale del Carnevale è il Pust, che tiene in mano lunghe tenaglie e gira per le frazioni assieme al diavolo e a San Michele; a Clodig per tradizione il fantoccio del Carnevale viene bruciato in mezzo alla piazza mentre la gente canta e balla attorno: qui le maschere tipiche, intrecciate ancor oggi come un tempo, sono in vimini. Inoltre, a Tribil e a Montemaggiore ci si maschera a brutti (Te Gardi) e a belli (Te Liepi); la compagnia Carnevalesca di Mersino va in corteo a visitare le comunità vicine; a Masarolis Te Kriznast e Te Koznast, con campanacci sulla schiena, un bastone in mano e una calza piena di cenere, accompagnati dalle Minke, maschere femminili vestite di bianco, vanno di casa in casa a raccogliere piccoli doni, seguiti da un corteo di maschere. Suggestioni, fascino, mistero sono gli ingredienti di queste antiche cerimonie, che vengono particolarmente vissute dagli abitanti che vivono in queste valli, dove si parla un’antica lingua d’origine slava. Per informazioni: Informacittà del Comune di Cividale, tel. 0432. 710460. IN GIRO PER LE OSTERIE DI PORDENONE – A Pordenone il Carnevale si anticipa, generalmente, il sabato precedente la settimana Carnevalesca, con un Giro per osterie, ovvero intrattenimento e spettacoli con la gente e fra la gente che frequenta le tipiche osterie del centro storico della città, curato dalla Scuola Sperimentale dell´Attore, fondata dall´unico Arlecchino donna esistente al mondo, Claudia Contin. La domenica il centro viene animato da una sfilata di carri allegorici, mentre giovedì grasso in piazza XX Settembre si tiene una grande festa per i bambini. Per informazioni: Comune di Pordenone, Ufficio cultura, tel. 0434. 92910. ATTORI, COMICI E CANTANTI A UDINE – Udine festeggia il Carnevale il sabato grasso con una sfilata e una mascherata che attraversa il centro storico. Ma dal giovedì al martedì grasso la città si anima con un ricco cartellone di appuntamenti per adulti e per bambini. Le piazze cittadine sono rallegrate da animazione, mascherate, ma anche da spettacoli musicali con big della canzone, del teatro e con i comici più in voga del cabaret. Per informazioni: Comune di Udine, tel. 0432. 271111 o www. Comune. Udine. It. .  
   
 

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