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Notiziario Marketpress di
Giovedì 01 Marzo 2012 |
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I RIFIUTI OSPEDALIERI, ANALISI E PROSPETTIVE
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Torino, 1 marzo 2012 - Nelle strutture sanitarie si producono diverse tipologie di rifiuti, derivanti sia da attività sanitarie che da attività amministrative e di ristorazione. Come affrontare la problematica, tuttora esistente, della gestione e dello smaltimento? Su questo ed altri argomenti si è interrogato il convegno “Rifiuti ospedalieri, analisi e prospettive”, svoltosi il 29 febbraio presso il Museo regionale di Scienze naturali su iniziativa della direzione Ambiente della Regione, settore Programmazione e gestione rifiuti, in collaborazione con l’Ipla. Le esperienze condivise durante l’incontro hanno permesso di valutare sia gli aspetti relativi alla gestione interna alla struttura sanitaria, sia quelli riguardanti la gestione esterna (trasporto e smaltimento mediante incenerimento e sterilizzazione dei rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo, raccolta e smaltimento dei rifiuti sanitari assimilati agli urbani, raccolte differenziate). La maggior parte dei rifiuti sanitari deriva infatti dalla pulizia ordinaria degli ambienti, residui della preparazione dei pasti, ricezione di materiali e apparecchiature, imballaggi di cartone o plastica, dismissione di arredi e strumentazione elettronica. L’assunto da cui le proposte sono partite per affrontare tale problematica è che i rifiuti sanitari devono essere gestiti in modo da diminuirne la pericolosità, da favorirne il reimpiego, il riciclaggio e il recupero e da ottimizzarne la raccolta, il trasporto e lo smaltimento. Diverse le soluzioni emerse: incrementare l’organizzazione di corsi di formazione del personale delle strutture sanitarie sulla corretta gestione dei rifiuti, soprattutto per minimizzare il contatto di materiali non infetti con potenziali fonti infettive e ridurre la produzione di rifiuti a rischio infettivo; incentivare la raccolta differenziata dei rifiuti sanitari assimilati agli urbani; ottimizzare l’approvvigionamento e l’utilizzo di reagenti e farmaci per ridurre la produzione di rifiuti sanitari pericolosi non a rischio infettivo e di rifiuti sanitari non pericolosi; l’uso preferenziale, ove tecnicamente possibile, di prodotti e reagenti a minore contenuto di sostanze pericolose e di plastiche non clorurate; il ricorso a tecnologie di trattamento tendenti a favorire il recupero di materia e di energia. “Il convegno - commenta l’assessore regionale all’Ambiente, Roberto Ravello - ha rappresentato un’occasione importante per confrontare e condividere le esperienze, discutere ed analizzare le problematiche ad oggi esistenti sullo smaltimento dei rifiuti ospedalieri. Solo in questo modo avremo gli strumenti necessari per risolvere il problema della dipendenza da altre regioni per lo smaltimento di tali rifiuti. È dunque assolutamente necessario fare squadra, poiché tutti gli attori, pubblici e privati, partecipino attivamente al raggiungimento di questo importante obiettivo. Oggi spendiamo oltre 10 milioni di euro per smaltire poco più di 10mila tonnellate: pertanto è fondamentale, anche alla luce dei risultati emersi durante la giornata, ottimizzare il sistema, individuando la forma migliore per conseguire questo risultato”. |
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