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Notiziario Marketpress di Mercoledì 07 Marzo 2012
 
   
  PUGLIA: OTTIMIZZARE IL SISTEMA DEI CONTROLLI SANITARI NEI PORTI

 
   
  Bari, 7 marzo 2012 - “Ci sono merci che potrebbero approdare nei nostri porti ma che gli spedizionieri preferiscono sbarcare in scali più vicini ai luoghi in cui ci sono laboratori accreditati per i controlli sanitari. Per poi magari tornare sui nostri mercati attraverso le autostrade. Noi dobbiamo intercettare questi traffici e fare in modo che il nostro sistema funzioni”. Queste le premesse con cui gli assessori regionali alla mobilità Guglielmo Minervini e alla salute Ettore Attolini ieri mattina hanno incontrato il direttore dell’Arpa Giorgio Assennato e i responsabili degli uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera (Usmaf), autorizzati a rilasciare il ‘Nulla osta all´importazione di alimenti d´origine non animale o altra merce’. Questa problematica è stata sollevata da Apulian Ports, la neo associazione delle tre autorità portuali pugliesi e incide sul livello di competitività dei porti pugliesi. “L’arpa – spiega Minervini – negli ultimi due anni ha fatto già un gran lavoro per allargare l’ambito della sua competenza sui pesticidi contaminanti, ma per alcune tipologie di controlli non ci sono laboratori accreditati. Per alcuni residui di fitofarmaci, ad esempio, i campioni di alimenti che sbarcano a Taranto vengono inviati a Teramo e possono volerci anche 15 giorni per conoscerne gli esiti, per le indagini sui metalli pesanti alcune merci sono inviate a Varese e vanno via fino a 30 giorni. Abbiamo la necessità di razionalizzare il sistema e regolare le competenze dei laboratori presenti in Puglia”. Infatti, al momento dell’ingresso nel territorio nazionale (nei porti, aeroporti e dogane interne), tutte le partite di merci di interesse sanitario, ivi compresi gli alimenti di origine non animale destinati al consumo umano, provenienti da Paesi extra-europei, devono essere sottoposte ad un controllo igienico-sanitario a cura dell’Usmaf, struttura direttamente dipendente dal Ministero della Salute. Il personale tecnico dell’Usmaf, presa visione della documentazione d’origine che deve necessariamente accompagnare ogni importazione, effettua controlli sanitari (documentali, ispettivi e/o analitici) volti ad evitare che prodotti contaminati, adulterati, tossici o comunque non rispondenti alle normative sanitarie vigenti, possano essere commercializzati in Italia e negli altri Paesi dell’U.e. Al termine di tali controlli l’Usmaf, verificata la non pericolosità della merce, rilascia il Nulla Osta all’importazione, documento che ne permetterà l’introduzione nel territorio comunitario. Se invece dovesse risultare un’accertata pericolosità per la salute pubblica, tali merci saranno dichiarate non-ammissibili all’importazione, e della notizia verranno contestualmente informati, attraverso i competenti uffici centrali del Ministero, gli altri Usmaf e tutti gli Stati membri dell’U.e. “La variabile tempo – conclude Minervini – non è indipendente per questo genere di controlli. Abbattere i tempi e aumentare le prove accreditate nei laboratori dell’Arpa o dell’istituto zooprofilattico di Foggia alzerebbe il livello di competitività dei nostri porti, abbattendo i costi per gli importatori. Per questo all’incontro di questa mattina seguirà un tavolo tecnico tra le autorità portuali e gli operatori e l’Arpa, per verificare fattispecie di contaminanti che entro l’autunno potranno essere accreditate nei nostri centri regionali”.  
   
 

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