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Notiziario Marketpress di Martedì 03 Aprile 2012
 
   
  IL PRODOTTO BIOLOGICO NELLA RISTORAZIONE COLLETTIVA

 
   
  ŽCŽe` una particolare tensione a far si` che nella ristorazione collettiva i pasti provengano dalla produzione locale. Cibi sani e beni comuni, come il paesaggio, lŽambiente, la biodiversita` e la sicurezza idrogeologica sono le basi della Politica agricola europea. Per conseguire questi obiettivi e` fondamentale pero` che gli agricoltori rimangano in campagna e producano un reddito sufficiente. I contributi della politica agricola non bastano da soli, cŽe` bisogno anche di un sostegno agli agricoltori fatto di promozione commerciale basata su prodotti freschi, biologici, del territorio ad uso della ristorazione collettiva e di quella privata. La Regione Marche sin dal 1997 si e` dotata di una legge per il biologico nelle mense scolastiche, con buoni risultati. Oggi occorre andare oltre, prendendo spunto anche dalle esperienze di altri territori. CŽe` la possibilita` di integrare la strategia di promozione del biologico con il largo paniere ormai disponibile di prodotti a marchio Qm, la qualita` garantita dalle Marche. Utile e` anche la strada dei capitolati dŽappalto, fatti nel rispetto delle norme vigenti, che privilegino le produzioni di qualita`. Occorre infine lavorare sullŽaspetto culturale, divulgando consapevolezza su nuovi modelli di consumo e importanza dellŽalimentazioneŽ. Paolo Petrini, vicepresidente e assessore allŽAgricoltura della Regione Marche, ha aperto cosi` i lavori dellŽincontro di oggi, tenuto in Regione, sul tema ŽIl prodotto biologico nella ristorazione collettiva. Qualita`, economia, logistica e saluteŽ. Una giornata dedicata al prodotto biologico nella ristorazione collettiva a conclusione del ciclo di incontri tenuti sul territorio. Vi hanno preso parte, con contributi e relazioni tecniche, Paola Trionfi dellŽAiab Ž Associazione italiana agricoltura biologica Ž Andrea Ivaldi della Risteco France, Emilio Chiodi dellŽUniversita` di Teramo, Angelo Risi, dellŽAsl di Asti, Giovanna Ruo Berchera, consulente gastronomica. Ha moderato gli interventi Rita Rognoli di Techland. Durante lŽincontro sono affrontati temi come logistica degli approvvigionamenti, la qualita` del prodotto biologico e dell``alimentazione, le gare d``appalto e l``applicazione dei Green Public Procurement, la ricaduta economica sul territorio locale della scelta di fare filiera corta. Spazio alle esperienze in corso: come quella dell``ospedale Cardinal Massaia di Asti che da circa cinque anni sta portando avanti la filiera locale per le forniture ospedaliere. La Regione Marche ha affidato con bando alla ``Ati Aiab Marche Risteco France`` il programma che e` stato finanziato con fondi ministeriali del Piano Nazionale Agricoltura Biologica. Nonostante le difficolta` economiche, il biologico marchigiano e` in buona salute, in base agli ultimi dati sono presenti circa 2300 produttori per circa 57mila ettari coltivati. I settori maggiormente importanti per ettari dedicati sono cereali, 10.700 ettari, vite, 3.300, ortaggi, 2.700. Cinque milioni e mezzo di italiani consumano bio ogni giorno. Il fatturato giornaliero nazionale della ristorazione collettiva biologica e` di circa 1,6 milioni di euro.  
   
 

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