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Notiziario Marketpress di Giovedì 12 Aprile 2012
 
   
  NUOVA PAC, DE CASTRO: “SERVONO MODIFICHE” IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE AGRICOLTURA DEL PARLAMENTO EUROPEO PROTAGONISTA A PARMA DI UN SEMINARIO DI APPROFONDIMENTO CON MINISTERO, REGIONE E PROVINCIA.

 
   
  Parma – Sulla nuova Pac urgono modifiche alle proposte di regolamento della Commissione europea. Modifiche necessarie per arrivare a un documento condiviso, che in ambito comunitario sia approvato dal Parlamento europeo e dal Consiglio dei ministri e che dia effettivamente avvio alla nuova politica agricola comune. È l’indicazione forte emersa il 4 aprile alla Camera di commercio di Parma dal seminario “Sviluppo rurale: la programmazione 2014-2020. Ultima opportunità per il territorio?”, organizzato dalla Provincia di Parma. Un’opportunità di confronto e di dialogo, caratterizzata da un’ampia partecipazione degli operatori del settore, sul futuro stesso del primario non solo nel nostro paese ma in chiave europea. Tra i relatori i diversi livelli istituzionali coinvolti in materia di programmazione e gestione: a partire proprio dall’Europa, rappresentata dal presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo Paolo De Castro. Suo è stato il primo intervento, dopo che il presidente della Camera di commercio Andrea Zanlari nei suoi saluti introduttivi aveva espresso agli esponenti del mondo agricolo l’invito a “stare uniti e coesi in questo momento di crisi”. “C’è delusione per il fatto che le indicazioni del Parlamento non siano state largamente riprese dalla Commissione nelle sue proposte – ha detto Paolo De Castro - che noi riteniamo da cambiare per diversi aspetti. Innanzitutto ci sembra troppo burocratico, troppo complicato, il meccanismo di rinverdimento, di greening: vogliamo una maggiore semplificazione sia nei confronti degli agricoltori sia nei confronti delle pubbliche amministrazioni, degli stati membri, che devono poi controllare che siano effettivamente applicati i regolamenti. Siamo a favore del greening, certamente, ma lo vogliamo più semplice. Poi c’è il tema delle misure di mercato: viviamo in un’epoca di incertezza, di volatilità dei prezzi, e non possiamo costruire la politica agricola comune del futuro, del post 2020, senza introdurre nuovi strumenti a favore degli agricoltori che devono gestire questa incertezza. Terzo aspetto: vogliamo che ci sia più flessibilità, e ciò significa una applicazione di questa Pac che deve tener conto delle diversità delle tante agricolture europee”. In attesa che l’iter proceda (e da questo punto di vista la scadenza più prossima è quella di giugno, quando il Parlamento europeo presenterà le sue proposte di modifica) c’è anche un tema di risorse, come ha sottolineato il direttore generale del Ministero delle Politiche agricole Giuseppe Blasi: “La parte più delicata che stiamo vivendo ora è relativa al discorso delle prospettive finanziarie, cioè al negoziato importante che si apre a questo proposito tra Stato e Unione europea. Perché parallelamente si sta parlando di contenuti della nuova Pac – ha spiegato - ma tutti sanno che se non decidiamo prima quante saranno le risorse che saranno messe a disposizione di questo tipo di politica non si sa poi nemmeno che tipo di contenuti e che tipo di impegni verranno chiesti agli agricoltori. Il negoziato sulla Pac adesso va avanti dal punto di vista tecnico, ma tutti sanno che dovrà passare del tempo: perché fino a che sul tavolo dei capi di stato e di governo non verrà chiuso il pacchetto di proposte che oggi ci sono noi non siamo in grado di decidere niente. La Pubblica amministrazione, Stato, Regioni, Organizzazioni professionali devono comunque lavorare pensando a un probabile modello di riforma, anche perché poi i tempi saranno sicuramente strettissimi: intanto dobbiamo avvantaggiarci coi lavori per poter essere comunque pronti dal primo gennaio 2014”. Critiche alla proposta firmata del commissario europeo Dacian Ciolos anche dall’assessore all’Agricoltura della Regione Emilia Romagna Tiberio Rabboni: “Ci aspettiamo una Pac utile allo sviluppo del territorio e alla competitività delle imprese. Da questo punto di vista sono necessari alcuni cambiamenti alla proposta del commissario. In primo luogo nei criteri di ripartizione dei fondi tra i 27 paesi dell’Ue: il criterio proposto della superficie agricola, ad esempio, non va bene e penalizza l’Italia, che rappresenta il 6,5% della superficie ma il 13% della produzione lorda vendibile europea. Bisogna che nei criteri ci sia più considerazione per la qualità delle produzioni agricole, per i livelli di investimento e per l’occupazione che le diverse coltivazioni assicurano all’economia e alla società dei territori. In secondo luogo ci aspettiamo misure di accompagnamento al mercato più efficaci, quindi reciprocità di regole tra i produttori europei ed extraeuropei quando si compete nel mercato unico. E ci attendiamo, sull’esempio del pacchetto latte, un forte contributo all’organizzazione della produzione, una catena del valore tra agricoltura, trasformazione industriale e distribuzione più equa ed equilibrata. Per lo sviluppo rurale meno burocrazia, e che gli strumenti di cui si sta da tempo parlando, cioè reti protettive contro gli alti e bassi del mercato, non stiano nell’ambito dello sviluppo rurale ma nelle opportunità offerte a tutte le imprese agricole del territorio: perché stare nello sviluppo rurale significa limitare questa possibilità a pochissime imprese e quindi, anziché rendere le nostre imprese più forti sul mercato, aumentare lo squilibrio”. Le conclusioni dell’incontro, nel corso del quale il responsabile del Programma rurale integrato provinciale di Parma Vittorio Romanini ha presentato una sintesi degli interventi formativi e divulgativi realizzati nel Parmense nel triennio 2008-2011, sono state affidate al vice presidente della Provincia Pier Luigi Ferrari: “Siamo qui, con la presenza di tutti i livelli istituzionali, per segnare un punto avanzato del mondo agricolo, che deve sempre più insistere sull’innovazione e sulla ricerca per qualificarsi – ha osservato -. Parma, che ha già compiuto molti sforzi importanti in ordine ad alcune intese caratterizzate da assi determinanti per il mondo agricolo, anche in questo caso cercherà di fare la propria parte, nella consapevolezza che le nostre eccellenze meritano certamente un’attenzione maggiore”.  
   
 

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