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Notiziario Marketpress di Giovedì 12 Aprile 2012
 
   
  SOCIETA’: I FIGLI DEI RICCHI SONO I PIU’ MALEDUCATI STUDIO POLO PSICODINAMICHE. MA PAOLA DE BENEDETTI SMENTISCE: “LA MALEDUCAZIONE È TRASVERSALE”

 
   
  Roma, 12 aprile 2012 – I figli dei ricchi italiani sono i più cafoni e maleducati. Lo dice uno studio condotto su un campione di 300 tra professionisti del servizio come camerieri, albergatori, commessi e tassisti italiani. Il giudizio è impietoso: il 68% del campione contattato per conto dell’agenzia formativa Polo Psicodinamiche di Prato boccia senza appello i figli di papà italiani under 25 che sono giudicati più maleducati, incivili e irrispettosi rispetto ai figli di famiglie meno abbienti e più modeste. Ma Paola Ferrari De Benedetti, madre di due figli, contrattacca: “La maleducazione è trasversale”. Ecco dunque che, nonostante tate acculturate, babysitter professionali, trainer educativi e scuole di educazione elitarie, i giovani cresciuti nella bambagia sono mediamente ritenuti arroganti (26%), pretenziosi (17%), spocchiosi (13%), supponenti (10%), calcolatori (9%) e addirittura incapaci di gesti di comprensione e umanità (8%). Come se non bastasse questo biglietto da visita, i figli di ricchi sono anche ritenuti sempre più tirchi e avari da ben il 36% degli intervistati, soprattutto per coloro che lavorano nella ristorazione di alto livello e nelle strutture alberghiere, per il 23% di loro non lasciano mai mance o, se lo fanno, si peritano di lasciare molto poco e solo a meno dell’8% riconoscono cifre superiori ai 30 euro; il 33% del campione ha risposto che la mancia media è ormai sui 5 euro, un 9% riceve solo resti e monete e per un 5% c´è chi arriva anche a lasciare addirittura… 10 centesimi! Quando poi devono spostarsi o viaggiare, le cose non vanno meglio se si ha a che fare con i viziati figli benestanti: danno del tu al personale di bordo (29%), parlano al telefono senza degnare il conducente (55%), maltrattano gli autisti (32%) e tassisti (nel 45% dei casi li accusano di frodare sulle corse preferendo percorsi allungati); nel 6% dei casi addirittura entrano in hotel lasciando la corsa da pagare. Come se non bastasse, nel 14% dei casi bestemmiano e dicono parolacce al conducente o rivolgendosi alle altre auto nel traffico. Anche nel divertimento e durante il tempo libero i giovani ricchi non si liberano della compagnia della loro maleducazione e arroganza. Un esempio eclatante sono i comportamenti in discoteca dove, a detta del 48% dei camerieri, non pagano la consumazione, bevono a dismisura e oltre gli orari consentiti (35%), vomitano e sporcano i bagni lasciandoli in stati pietosi (21%)e soprattutto urlano (il 18% di loro) e provocano baruffe o risse (nel 34% dei casi). Insomma, se dobbiamo giudicare la nostra alta borghesia dai comportamenti dei suoi rampolli, c´è da mettersi le mani nei capelli soprattutto perché questi “sfoggi” vengono fatti nei confronti di chi lavora e si presta a servirli. Il massimo della maleducazione, poi, viene raggiunto quando i rampolli sono in gruppo o in grande compagnia… Nel 67% dei casi, quando entrano in un locale in gruppo, mostrano arroganza e pretendono il miglior posto; nel 42% dei casi lanciano provocazioni o apprezzamenti pesanti al personale femminile, mentre nel 21% dei casi nei ristoranti fanno eccessivo rumore e lanciano oggetti o pezzi di cibo verso i tavoli contigui. Assolutamente contraria all’iconografia dei giovani ricchi e maleducati che emerge dallo studio è la giornalista Paola Ferrari De Benedetti, da sempre attenta alle problematiche di educazione dei giovanissimi e impegnata, tra le altre cose, in alcune iniziative anti-bullismo insieme alla pedagoga Giovanna Pini. La conduttrice de La Domenica Sportiva confuta con decisione i dati del sondaggio e smentisce che ci sia un legame diretto tra il ceto sociale delle famiglie e l’educazione dei figli, affermando che, “per quanto sia facile pensare che i ragazzi che hanno di più e hanno la vita più facile possano essere più prepotenti ed arroganti, la maleducazione arriva purtroppo da tutti gli strati sociali e dipende esclusivamente dall’educazione che i figli ricevono e dall’attenzione delle famiglie”. “I ragazzi sono ragazzi, indipendentemente dalle classificazioni sociali. Io, ad esempio – commenta ancora Paola Ferrari, che porta l’esempio dei suoi due figli adolescenti, Alessandro e Virginia – non accetto le parolacce e ho sempre insegnato loro che, nella vita, nulla è dovuto e tutto va conquistato”. “I comportamenti discutibili riscontrati nei ragazzi appartenenti a famiglie ricche –conclude infine lo psicologo e psicoterapeuta Ezio Benelli, direttore del Polo Psicodinamiche di Prato- prendono le mosse il più delle volte da una carenza affettiva che genera un’aggressività repressa. Quest’ultima, non potendo essere espressa contro chi ne è la causa, ovvero i genitori, che garantiscono loro il benessere, finisce inevitabilmente per riversarsi contro persone che in qualche modo questi ragazzi di buona famiglia sentono inferiori a loro. Si innesca sostanzialmente un meccanismo simile a quello di un vaso comunicante verso il basso. Non potendo prendersela con la famiglia, che reagirebbe sottraendo loro gli agi e i benefit cui sono abituati, danno noia piuttosto a immigrati, barboni ed extracomunitari. Le cronache, del resto, danno conto molto spesso di episodi del genere”.  
   
 

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