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Notiziario Marketpress di
Giovedì 01 Febbraio 2007 |
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NUOVI DATI PUBBLICATI SU AIDS MOSTRANO CHE LA NEVIRAPINA INDUCE UN BENEFICIO DUREVOLE NEI PAZIENTI CHE CAMBIANO TERAPIA
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Ingleheim, Germania, 1 febbraio, 2007 – Dati a lungo termine dallo studio Nefa (Nevirapine/efavirenz/abacavir) dimostrano che in pazienti che cambino la loro terapia da una a base di inibitori della proteasi (Pi) ad una a base di inibitori non-nuclesidici della trascrittasi inversa (Nnrti) che contenga nevirapina o efavirenz si raggiungono efficacia e tollerabilità simili al regime precedente e si mantiene più facilmente la soppressione virologica, dopo 3 anni di trattamento, rispetto ai pazienti che cambiano terapia a favore di abacavir. Questi dati sono stati pubblicati nel numero di Gennaio di Aids. “I pazienti dovrebbero prendere in considerazione regimi più semplici e meglio tollerati, ma che possano mantenere la soppressione virologica a lungo, rispetto agli schemi terapeutici contenenti Pi. I risultati dello studio Nefa rivelano che i pazienti Hiv positivi che ricerchino alternative efficaci possono beneficiare da uno switch da Pi a nevirapina. ” Ha affermato Esteban Martínez, M. D. , Ph. D. , professor of medicine, University of Barcelona. Lo studio Nefa è stato lo studio prospettico di switch da Pi di dimensioni maggiori condotto fino ad oggi. Lo studio Nefa era un trial multicentrico, randomizzate, in aperto, disegnato per 1 anno di monitoraggio di 460 soggetti adulti Hiv-positivi che fossero stati precedentemente trattati con almeno 1 Pi e 2 Nrti. Il monitoraggio è stato esteso a 3 anni a seguito delle raccomandazioni del Committee for Medicinal Products for Human Use (Chmp) dell’European Medicines Agency (Emea). I pazienti partecipanti dovevano avere carica virale controllata a meno di 200 copie/mL da almeno 6 mesi nel loro regime a base di Pi, contenente indinavir (n=278), nelfinavir (n=135), ritonavir (n=15), saquinavir (n=13), o indinavir o saquinavir in associazione a basse dosi di ritonavir (n=19). In seguito i pazienti erano randomizzate a sostituire il Pi Nevirapina (n=155), efavirenz (n=156) o abacavir (n=149). L’analisi intent-to-treat (Itt) dello studio mostra che il 93,5%dei pazienti che hanno switchato a nevirapina, il 92. 9% di quelli che sono passati ad efavirenz e l’ 80. 5% dei soggetti passati ad abacavir mostrano successo virologico dopo 3 anni di trattamento. In questo studio, l’incidenza di eventi avversi che inducono sospensione della terapia era significatamene inferiore nel braccio abacavir (9%) e nevirapina (19%) rispetto al braccio efavirenz (25%) . La maggioranza degli eventi avversi inducenti discontinuazione nei bracci abacavir e nevirapina avveniva nelle prime settimane dello studio. I più comuni eventi avversi registrati sono stati effetti neuropsichiatrici nel braccio efavirenz e rash in quello nevirapina. Mentre gli effetti collaterali nel gruppo nevirapina sono stati registrati entro il primo anno di trattamento, nel braccio efavirenz permanevano durante i 3 anni di monitoraggio. . |
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