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Notiziario Marketpress di
Giovedì 12 Aprile 2012 |
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RAPPORTI RUIS 2010 ED EUROPA 2020. MARINI: “RIPENSARE STRATEGIA EUROPA 2020 PER CRESCITA E SVILUPPO”
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Perugia, 12 aprile 2012 – “Occorre utilizzare i prossimi mesi affinché l’intera strategia ‘Europa 2020’ venga ripensata e reindirizzata verso politiche europee, e nazionali, che possano concretamente incidere sulla crisi economica e far riprendere crescita e sviluppo nel vecchio continente”. E’ quanto affermato dalla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, incontrando ieri mattina Perugia i giornalisti, insieme al rappresentante della Commissione Europea che si occupa delle politiche regionali, Willebrord Sluijters, a margine dei lavori della conferenza sul tema “Competitività e innovazione in Umbria”. Convegno nel corso del quale sono stati illustrati due lavori relativi a “La distanza dell’Umbria dagli obiettivi di Europa 2020” e del “Ruis 2010. Il quadro di valutazione regionale dell’innovazione”. “Dai lavori e dai relativi dati presentatici oggi – ha affermato la presidente – emerge che l’Umbria, seppure in anni in cui si sono fatti sentire più forti gli effetti della crisi economica, è riuscita a mettere in campo azioni e politiche pubbliche coerenti con gli obiettivi della strategia Europa 2020, soprattutto per ciò che riguarda gli investimenti pubblici in ricerca e innovazione, l’efficientamento energetico del sistema delle imprese, l’incremento di produzione di energia da fonti rinnovabili. Restano le criticità strutturali del sistema economico regionale che, soprattutto nell’ultimo periodo, hanno inciso negativamente sulla capacità competitiva dell’Umbria e di tutte le regioni del centro Italia. Per questo dobbiamo indirizzare le nostre politiche industriale verso i settori in grado di aumentare il grado di competitività del’Umbria. Ciò chiama in causa anche ruolo e responsabilità delle imprese e degli attori economici privati”. La presidente ha quindi ribadito che i prossimi mesi saranno decisivi soprattutto per la definizione delle risorse e degli obiettivi che l’Europa dovrà decidere per il futuro periodi di programmazione delle risorse comunitarie, dal 2014 al 2020: “per la nostra Regione e per le Regioni in generale – ha proseguito Marini - i fondi europei rappresentano lo strumento più importante per incidere sulle proprie politiche di sviluppo e di crescita. Anche noi in Umbria, quindi dobbiamo decidere quali dovranno essere i nostri obiettivi al fine del raggiungimento di quelli indicati da Europa 2020 che saranno indicati. E dobbiamo, quindi, decidere come e dove intendiamo investire per aggredire con adeguate politiche i nostri punti di criticità e di debolezza”. Il dirigente europeo Sluijters ha sottolineato l’importanza dell’incontro di oggi, in quanto è in atto in sede europea la discussione per la definizione dei nuovi regolamenti per la futura programmazione dei fondi comunitari, ed ha ricordato che la stessa presidente Marini è relatrice per il Comitato delle Regioni d’Europa del parere appunto sul regolamento per le nuove politiche di coesione: “Penso, ha aggiunto Sluijters, che resteranno come obiettivi strategici quelli per favorire ancor più ricerca e l’innovazione e l’efficienza energetica. Saranno queste per l’Europa le priorità nell’ambito di una politica che ci aiuti, insieme, a superare la crisi e riportare l’economia a crescere. In questo, devo dire, l’Umbria è in una buona posizione sia in ambito nazionale che europeo. E questo - ha concluso -sicuramente l’aiuterà, in futuro, a far bene e crescere”. Seminario innovazione: rapporti ruis 2010 ed europa 2020 (scheda) - (aun) – perugia, 11 apr. 012 - Il report Ruis (Regione Umbria Innovation Scoreboard) 2010, rivolto a valutare la capacità di innovazione della Regione dell’Umbria, comparando la evoluzione nel tempo di alcuni indicatori chiave (comuni alle altre Regioni italiane), è stato elaborato con alcune novità rispetto alle “edizioni” precedenti. Le novità cominciano dall’acronimo; prima era Ruics (con inclusa la “c” di competitiveness), essendo ora la valutazione ridotta alla sola capacità innovativa: è stata costruita pertanto su un solo indicatore di sintesi previsto dalle Ue, mentre i 19 fenomeni misurati che lo compongono “pesano” in maniera differenziata; il “confronto” dell’Umbria con altre realtà territoriali è allargato dalle Regioni italiane ad otto Regioni europee. Il rapporto colloca l’Umbria a metà circa nella graduatoria delle Regioni italiane. La sua posizione “scivola” di un posto all’indietro “rimanendo – afferma la ricerca – sostanzialmente stabile” in un quadro di generale e sostanziale conferma delle posizioni di tutte le Regioni. L’umbria continua ad essere in un gruppo di Regioni “seconde” (Umbria, Veneto, Toscana, Abruzzo), all’inseguimento di quelle che il rapporto definisce leader, tutte, ad eccezione del Lazio, Regioni del Nord. Peggiore è il confronto con le otto Regioni europee (assimilabili per dimensione e Pil procapite) rispetto a gran parte delle quali l’Umbria dimostra una inferiore propensione e capacità all’innovazione. La posizione dell’Umbria migliora rispetto all’anno precedente nell’area Risorse umane (senza però tornare ai valori pre-crisi del 2088), mentre negativi sono i dati in materia di Creazione della conoscenza (lodevole eccezione, gli investimenti pubblici in ricerca e sviluppo). L’umbria segna un leggero peggioramento delle posizioni in materia di Innovazioni finanziarie, di prodotto e di struttura dei mercati. Il rapporto avverte che nell’esaminare dati di questa natura occorre tenere presente della scarsa presenza nel territorio regionale di imprese autoctone di grandi dimensioni. Il secondo rapporto, che misura la distanza dagli obiettivi di crescita “intelligente, sostenibile e solidale” di Europa 2020, mette in luce come l’Umbria sia in posizione più avanzata, quindi migliore, rispetto alla media delle Regioni italiane nel tasso di occupazione, nei consumi di energia coperti da fonti rinnovabili e nel tasso di abbandono prematuro degli studi. In questi campi l’Umbria avrebbe già raggiunto i target nazionali previsti da Europa 2020. Contemporaneamente l’Umbria presenta valori superiori alla media nazionale, quindi più vicini ma non ancora in linea con Europa 2020, nel tasso di scolarizzazione superiore e nel numero delle famiglie a rischio povertà o esclusione. La posizione umbra è invece più distante dai target nazionali ed europei nella spesa per R&s (Ricerca e Sviluppo, soprattutto in relazione alla spesa delle aziende private) nella emissione di gas serra e nei consumi finali di energia sul Pil. Il perdurare della crisi economica, si legge nel rapporto, può compromettere gli obiettivi di Europa 2020, per tutti Paesi del continente ed in modo particolare per l’Italia e la nostra regione. “Fondamentale”, afferma il rapporto, sarà il buon uso delle risorse europee per la nuova fase di programmazione 2014-2020, mentre già il 52% dei fondi 2007-2013 (Por, Fesr, Fse, Fas e Psr) sono stati destinati in Umbria al raggiungimento degli obiettivi Europa 2020. Essi sono stati rivolti, in particolare a colmare i “ritardi” dell’Umbria, con le seguenti percentuali di destinazione delle risorse disponibili: ricerca e sviluppo 12%, riduzioni emissioni gas serra 13%, fonti rinnovabili 6%, efficienza energetica 19%. |
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