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Notiziario Marketpress di Mercoledì 18 Aprile 2012
 
   
  L’ORTOFRUTTA ITALIANA STA CAMBIANDO RAPIDAMENTE E SI DISCUTE SUGLI STRUMENTI PER LA STABILITÀ

 
   
  Bologna - L’ortofrutta italiana sta vivendo in questi ultimi anni momenti di forte cambiamento; la produzione di ortofrutta (escluso pomodoro da industria, olive e vite da vino) ha superato nel 2011 i 20 milioni di tonnellate in Italia con una sostanziale stabilità o lieve incremento negli ultimi 10 anni. La Plv ha raggiunto nel 2010 (ultimo dato disponibile) 13,8 miliardi di euro, pari al 34% della Plv agricola, contro gli 11 miliardi di euro del 2000 e un peso sul comparto agricolo del 28%. Gli acquisti totali di ortofrutta sono invece in costante decremento negli ultimi dieci anni. Dal 2000 ad oggi gli acquisti di ortofrutta sono scesi da 9,5 milioni a 8,3 milioni di tonnellate, quelli di frutta da 5 milioni a 4,5 milioni di tonnellate e quelli di verdura da quasi 4,5 milioni a 3,8 milioni di tonnellate. L’export è positivo ma al pari cresce l’import e così si sta riducendo la forbice positiva della bilancia commerciale. Il saldo commerciale dieci anni fa era 1,6 milioni di tonnellate mentre oggi e´ pari ad 1 milione di tonnellate. Una situazione in grande evoluzione, in cui è sempre più difficile fare reddito. "E’ molto importante che come Cso promuoviamo un nuovo approccio ai problemi e soprattutto più rapidità nella messa in atto di nuove idee e strategie." E’ questo il messaggio che emerge dall’intervento di Mario Tamanti, in qualità di Consigliere Delegato di Cso. “Ho voluto analizzare i problemi del nostro settore con un approccio metodologico legato a fatti ed esempi concreti. Dobbiamo cercare di semplificare le complessità, individuando percorsi condivisi su alcuni temi cruciali del settore. Programmare le produzioni è un imperativo categorico e il Cso, con la sua esperienza potrebbe lavorare per la costituzione del catasto per le principali specie a livello nazionale e soprattutto sviluppare una rete a livello europeo per pesche e nettarine. Abbiamo sempre più bisogno - continua Tamanti - di promuovere i prodotti, comunicando insieme ai consumatori i requisiti plus dell’ortofrutta italiana, come già stiamo iniziando a fare con il progetto “Ortofrutta d’Italia. Sul comparto pera, infine, c´è l’esigenza di sviluppare nuovi modelli per governare l’offerta e per recuperare margini e competitività al fine di garantire un futuro ai produttori. A questo scopo stiamo lavorando con tutti gli operatori e le rappresentanze agricole per costruire un organismo interprofessionale ovvero l’organizzazione di un sistema “pera” in grado di darsi delle regole produttive e commerciali. Infine siamo anche al lavoro per la messa a punto di modelli assicurativi innovativi basati sulla costituzione di fondi mutualistici operanti per tutelare il reddito dei produttori dalle crisi di mercato. Sono alcuni esempi concreti che testimoniano la nostra volontà di lavorare in squadra con le imprese associate per fornire servizi qualificati per una maggiore conoscenza della produzione e dei mercati e soprattutto trovare soluzioni innovative indispensabili per salvaguardare e qualificare l’ortofrutta un settore strategico dell’economia italiana  
   
 

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