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Notiziario Marketpress di Giovedì 01 Febbraio 2007
 
   
  SEDUTA STRAORDINARIA CONFERENZA REGIONI: VENETO RIBADISCE I PRINCIPI PER L’ATTUAZIONE DI UN FEDERALISMO FISCALE COERENTE CON LE ESIGENZE DI AUTONOMIA E RESPONSABILIZZAZIONE

 
   
  Roma, 1 febbraio 2007 - Nel corso della seduta straordinaria della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, convocata ieri a Roma, l’assessore Oscar De Bona, in rappresentanza della giunta regionale del Veneto, ha ribadito quanto già affermato dal Presidente Giancarlo Galan a margine della Conferenza dei Presidenti delle Regioni del 25 gennaio scorso in tema di federalismo fiscale. In particolare, De Bona ha riaffermato che il federalismo fiscale deve “servire” a migliorare il benessere dei cittadini, a semplificare la vita di essi e delle imprese, a contenere la spesa pubblica e la pressione fiscale. Deve assicurare inoltre il giusto equilibrio delle esigenze di autonomia fiscale, responsabilizzazione nella gestione delle entrate e delle spese e solidarietà interregionale. L’assessore ha sottolineato come l’esigenza di assicurare al proprio sistema socioeconomico adeguate prospettive di sviluppo richieda che, pur nel rispetto dell’equilibrio complessivo, il Veneto debba vedersi riconosciuto un maggiore grado di autonomia finanziaria in relazione al soddisfacimento di peculiari aspettative dei cittadini veneti. Con questa fondamentale esigenza appaiono compatibili i principi generali delineati nella proposta Giarda, specie laddove quest’ultima riconosce come un valore acquisito il principio di autonomia fiscale sancito dalla novellata Costituzione. “Non partiamo da zero – ha fatto presente De Bona. Molti dei principi fondamentali per l’attuazione del federalismo fiscale sono già stati acquisiti e condivisi dalle Regioni con gli accordi dei Presidenti a Ravello nel 2003, a Villa San Giovanni nel 2005 e con il Parere sul Dpef 2007-2011 dello Stato. Siamo d’accordo sul fatto che devono essere riconosciuti a tutte le Regioni i livelli essenziali delle prestazioni in materia sanitaria, con la particolare avvertenza però di distinguere i fattori strutturali ed oggettivi di costo dalle spese dovute ad inefficienze nella fornitura dei servizi. Solo i primi sono finanziabili dalla solidarietà interregionale, mentre le seconde dovranno trovare copertura attraverso lo sforzo fiscale autonomo o attraverso una quota delle risorse destinate alle altre funzioni di spesa”. Per quanto riguarda il finanziamento delle funzioni non essenziali, De Bona ha ribadito che non ci si può discostare dal criterio della perequazione della capacità fiscale (delineato dall’articolo 119, comma 3 della Costituzione), che sottintende una solidarietà che riduca ma non annulli le differenze di risorse fiscali tra aree ricche e povere. “Certamente la perequazione deve realizzare incentivi all’efficienza – ha aggiunto - oltre che realizzare obiettivi di equità. Non deve quindi compensare le inefficienze regionali nella fornitura dei servizi regionali o il deliberato limitato ricorso allo sforzo fiscale, ma deve introdurre meccanismi premiali per lo sforzo delle Regioni a sostegno del mondo produttivo e quindi della crescita dei gettiti fiscali”. Un principio da salvaguardare, già adottato nel modello di federalismo fiscale tedesco, è quello di evitare un capovolgimento delle situazioni di partenza, cioè che le Regioni con risorse pro-capite superiori alla media prima della perequazione scendano sotto la media a seguito della perequazione. Cioè, la solidarietà non deve costituire uno strumento per realizzare una sorta di “esproprio fiscale”. La perequazione deve fondarsi su una chiara e trasparente rilevazione dei flussi di solidarietà tra Regioni (perequazione orizzontale), che escluda quindi la dipendenza dal fondo perequativo delle Regioni a più elevata ricchezza. “La Regione del Veneto – ha concluso De Bona - ritiene condivisibile la previsione di una partecipazione, seppure graduale, delle Regioni a Statuto Speciale più ricche alla solidarietà interregionale. D’altra parte, gli interventi speciali di cui all’articolo 119, comma 5 della Costituzione devono essere estesi anche alle realizzazione delle infrastrutture indispensabili ai fini dello sviluppo del tessuto socioeconomico delle Regioni del Nord”. .  
   
 

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