Notiziario Marketpress di
Mercoledì 02 Maggio 2012
LA COMMISSIONE EUROPEA CHIEDE ALLŽAUSTRIA DI CONFORMARSI ALLA LEGISLAZIONE COMUNITARIA SULLA VALUTAZIONE DELLŽIMPATTO AMBIENTALE
Bruxelles, 2 maggio 2012 - La Commissione europea sta sollecitando lŽAustria per adeguare la legislazione nazionale in materia di valutazione di impatto ambientale in linea con le norme Ue. La Commissione teme che i potenziali effetti ambientali di uno sviluppo ad una pista di sci austriaca non sono state valutate come richiesto dal diritto comunitario. Su raccomandazione del commissario per lŽambiente Janez Potočnik, la Commissione ha pertanto deciso di inviare un parere motivato Austria. In assenza di una risposta soddisfacente entro due mesi, la Commissione può deferire il caso alla Corte di giustizia europea. LŽue Valutazione di Impatto Ambientale (Via) La direttiva garantisce agli Stati membri valutare gli effetti di determinati progetti pubblici e privati sullŽambiente, compresa la costruzione di piste da sci, impianti di risalita, funivie e strutture connesse. Legislazione austriaca attualmente esentate da tale obbligo i progetti se sono classificati come servizi igienico-sanitari o di misure di adattamento. Austria ha chiesto lŽesenzione quando si chiede lŽoperatore di una funicolare sotterranea (Stollenbahn) per fornire un percorso di emergenza per lŽevacuazione della zona sciistica del ghiacciaio "Pitztaler Gletscher" nella regione Tirolo. Secondo la Commissione, la classificazione amministrativa di un progetto o la sua considerazione come misura di sicurezza non può escludere a priori dallŽapplicazione della direttiva Via. Tale precedente rischierebbe di aprire la strada a potenziali scappatoie che potrebbero in ultima analisi, portare a gravi conseguenze negative. La Commissione ha inviato lettere di messa in mora relativi a Austria il 23 novembre 2009 e 17 giugno 2011. LŽaustria ha mantenuto la sua opinione che che lŽesenzione dalla necessità di una Via è in linea con i requisiti della direttiva Via. La Commissione non è dŽaccordo ed è pertanto deciso di inviare un parere motivato, dando Austria due mesi per rispondere.