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Notiziario Marketpress di Venerdì 02 Febbraio 2007
 
   
  MARCHE / UN ITINERARIO ALL’INSEGNA DEL BUON-GUSTO

 
   
  Nella splendida cornice delle colline marchigiane, a ridosso del mare, un itinerario all’insegna del buon-gusto, che si snoda tra le province di Macerata e Ancona. Il bellissimo paesaggio, raccolto tra Senigallia la Riviera del Conero e i Monti Sibillini, il patrimonio storico-artistico, racchiuso negli antichi borghi di Corinaldo, Morro d’Alba, Jesi, Cingoli, Osimo, Filottrano, Montefano, Macerata l’elevato livello delle strutture ricettive (alberghi e ristoranti situati in dimore storiche, agriturismi, country house, bed & breakfast), l’ottima cucina, la cordiale ospitalità sono gli ingredienti per una vacanza a tutto tondo, da assaporare a ritmo lento e da conservare nella memoria. Un percorso che si propone di rinsaldare il legame tra la tradizione e il territorio per raggiungere un duplice obiettivo: valorizzare i punti di forza della tradizione marchigiana e promuovere la ri-nascita di un comprensorio turisticamente rilevante. Le antiche dimore, vestigia del passato perfettamente restaurate, ora adibite ad alberghi e ristoranti, l’architettura di terra, dove le case crude “a maltone” testimoniano una forma dell’abitare umile, ma dignitosa delle classi popolari, le delizie della terra (vino, olio, legumi, cerali), le specialità alimentari a lavorazione artigianale (salumi e insaccati, formaggi, dolci e biscotti, confetture, miele, sott’olio e condimenti), l’artigianato locale (terracotte, sculture e complementi d’arredo) rappresentano solo alcuni motivi di viaggio. PALAZZO CARRADORI, TRA ANTICHE MURA – Palazzo Carradori www. Palazzocarradori. Com domina la via d’ingresso alla piazza del medioevale borgo di Montefano, in provincia di Macerata. Residenza settecentesca della marchesa Edwige Rangoni Machiavelli, oggi è un funzionale albergo di charme, la scelta perfetta per un soggiorno all’insegna del lusso e del comfort, grazie alla sapiente ristrutturazione che ha lasciato intatta l’atmosfera di un tempo. Le volte di pietra, i soffitti a cassettone, gli affreschi, i pavimenti di cotto, i camini, tipici della cultura marchigiana, e gli antichi mobili di famiglia sono i “complementi d’arredo” di questa splendida residenza. La gestione è affidata a una famiglia di moderni imprenditori: Enzo, Paolo e Stefano Pittura, esperti di hotellerie e proprietari di un altro albergo nelle Marche. La struttura, rinata con la nuova conduzione, è oggi luogo ideale per un soggiorno in famiglia, un week-end romantico, un incontro d’affari, una cerimonia o un banchetto importante. Palazzo Carradori dispone di 8 camere, di cui una per disabili, e 1 junior suite. Le stanze, confortevoli e spaziose, tutte con aria condizionata, sono arredate con mobili d’epoca, letti a baldacchino in ferro battuto, preziosi tappeti e stampe antiche alle pareti. Le grandi finestre si affacciano sul borgo o sul giardino. Il living, con i suoi divani in velluto e le grandi specchiere, riflette una luce aristocratica, mentre lo spazio per la prima colazione offre un ambiente più contenuto e riservato. Nell’elegante ristorante si possono gustare i sapori della tradizione marchigiana, rivisitati dal tocco moderno dello chef. La varietà di menu ben si adatta a qualsiasi occasione (anniversari, riunioni in famiglia, cenette romantiche, meeting d’affari, celebrazioni di festività). Le antiche cantine, in grado di accogliere sino a 250 invitati, sono una cornice perfetta per cocktail, ricevimenti, pranzi e banchetti. L’enoteca e il wine-bar, che propongono un’ampia selezione di etichette di vini del territorio e di fama internazionale per degustazioni di alto livello, possono ospitare sino a 200 persone. La ricchezza di spazi interni, estensibili all’esterno nella bella stagione, fanno di Palazzo Carradori la location ideale per l’allestimento di stand, esposizioni o sfilate di moda. Un ampio e bel cortile, delineato da un verde giardino alberato, completano l’offerta di Palazzo Carradori. LA MARAZZANA, CHARME DI CAMPAGNA – Per un soggiorno a tutto relax il luogo giusto è La Marazzana www. Lamarazzana. It, dove il silenzio, la storia e la nobile ruralità si respira a ogni angolo. L’agriturismo, all´interno di una tenuta di 105 ettari sapientemente coltivati è adagiato su una morbida collina, tipica del territorio marchigiano, nell’entroterra di Senigallia in provincia di Ancona, a una manciata di minuti dal mare Adriatico e dalla spiaggia di Velluto. La storia di La Marazzana risale al 1673 quando il “Monistero della carità di Venezia” vendette, con beneplacito apostolico, al Conte Corrado di Piacenza, fratello di Monsignor Claudio Marazzani, allora vescovo di Sinigaglia, il fondo de monte crucis. Il Conte Marazzani, acquistata la tenuta, costruì un palazzo sui resti del convento di S. Vito e allargò il fondo sino a un estensione di quasi 200 ettari. Nel 1791 il conte Antonio Camillo Marazzani Visconti costruì la cappella per trasferire la tomba e il monumento del vescovo Claudio, suo prozio, dalla cattedrale di Senigallia. Di fronte alla cappella, sulla destra della facciata della villa, fu edificata una struttura, anch’essa sporgente, per armonizzare il complesso secondo i canoni della simmetria destinata a fattoria. Su un braccio laterale dell’edifico è stato realizzato l’agriturismo La Marazzana, oggi di proprietà di Enrico Salvadego che, grazie alla sua passione per il “restauro” di ambienti rurali, ha ricreato l’atmosfera di un tempo. La struttura, che si snoda su due livelli è composta da 8 appartamenti, di cui 6 bilocali articolati in camera a due letti, divano letto, soggiorno con angolo cottura, bagno con doccia, 1 quadrilocale con due camere da letto, ampio soggiorno, cucina e bagno con doccia, particolarmente adatto ad accogliere famiglie numerose o gruppi di amici, 1 monolocale a piano terra costituito da camera a due letti, angolo cottura e bagno con doccia, predisposto per accogliere gli ospiti disabili. I mobili e gli arredi, alcuni di proprietà della famiglia Salvadego, in puro stile ‘arte povera’, sono stati scelti con cura da Enrico nei mercatini di oggetti usati o nei vicini laboratori di antiquariato. La Marazzana ha anche un grande salone con camino, che comunica direttamente con il giardino, e una piscina all’aperto, oltre ad offrire ai suoi ospiti la possibilità di convenzioni per percorsi in mountain bike e agri-jogging. La Marazzana, inoltre, organizza corsi di naturopatia LE CARNI SUINE MARCHIGIANE DOP – Suinmarche O. P. Www. Suinmarche. Com è un’associazione cooperativa dei produttori di carne suina DOP delle Marche. Lo scopo principale di Suinmarche, dotata di un preciso marchio sociale identificativo, è valorizzare l´intera filiera produttiva regionale seguendo i principi guida della qualità e della territorialità. Attenta alla promozione di tutte quelle azioni necessarie alla commercializzazione dei suini nei diversi stadi di accrescimento, e dei prodotti derivati da macellazione e lavorazione delle loro carni, l’organizzazione pone tra i suoi obiettivi primari il sensibile miglioramento dei sistemi d’allevamento. La qualità che Suinmarche vuole promuovere non può prescindere dall’adozione e dal rispetto di disciplinari di produzione, che possono essere ottenuti tramite strutture di controllo tecnico amministrative proprie delle singole aziende. Suinmarche promuove prodotti della tradizione regionale presenti nei secoli nella cultura agro-alimentare, gastronomica e conviviale delle Marche, quali il ad esempio il ciauscolo, il codino, la coppa di testa, la lonza, il lonzino, la salsiccia matta, il salame lardellato, la sopressata di Fabriano, il lardo, la salsiccia e i fegatelli. La ricerca condotta dal Prof. Tommaso Lucchetti, storico dell’alimentazione, delinea nei secoli la presenza di questi prodotti d’eccellenza. Vediamone alcuni. La lonza, spesso autoprodotta nelle famiglie sia contadine sia signorili, è la parte magra del maiale, il lombo, trattata con sale marino, bagnata nel vino, e ricoperta di pepe. Le testimonianze raccolte narrano che la lonza era presente tra le portate d’antipasto nei ricchi banchetti nuziali, ed anche come merenda frugale dei contadini durante i lavori nei campi. Oggi è ritornata nella tradizionale colazione di Pasquetta con l’uovo sodo e la crescia al formaggio. Il lonzino, prodotto tipico della salumeria tradizionale marchigiana, è spesso assimilato alla lonza per l’aspetto e l’inconfondibile legatura, eccetto che per il differente contenuto di parte magra. Fonti orali trasmesse da anziani contadini e norcini mostrano come il lonzino fosse una preparazione ricorrente, considerata di gran pregio, e seguisse una pratica scrupolosa: massaggiare la parte magra di lombo con sale marino, aggiungere pepe, aglio, profumare con il rosmarino e bagnare con vini bianchi e rossi, prodotti con i vitigni autoctoni. Il lonzino, un tempo presente nelle società rurali nei momenti di convivialità di alcuni caratteristici momenti dell’anno, è ora largamente apprezzato per le sue caratteristiche di salume magro. Il prosciutto marchigiano, o “presciutto” termine antico di origine latina che indica la preventiva asciugatura del coscio posteriore, è descritto sin dal Quattrocento nella lista delle cibarie dei sontuosi banchetti allestiti per eventi importanti (nozze, visite di rappresentanza, passaggi di eserciti, ecc. ). Il prosciutto di produzione locale marchigiana, confezionato con maiali allevati in situ, era destinato per le classi aristocratiche all’autoconsumo, mentre per le famiglie contadine figurava come importante risorsa da vendere nei mercati cittadini. Il salame lardellato, produzione ricorrente nella tradizione agro-alimentare marchigiana, era assaporato sia nelle tavole riccamente imbandite dei nobili, sia nei pranzi rustici dei contadini. Nel Seicento, ad esempio, il salame appare tra le pietanze settimanali di una mensa di un orfanotrofio femminile maceratese, ma viene anche servito ad un banchetto ufficiale in onore della Granduchessa di Toscana. Agli inizi del Novecento la ricetta di salame lardellato compare in un testo marchigiano di alta gastronomia “La guida in Cucina” di Cesare Tirabasso: “lardo fresco tagliato in piccoli datarelli, mescolato con carne magra e scelta, passata più volte in una pasta molto fina”. FRANTOIO GABRIELLONI – Il Frantoio Gabrielloni www. Gabrielloni. It, situato a Montefiori, una piccola località in posizione panoramica a due passi da Recanati, in provincia di Macerata. Fondata dal nonno Marino, l’azienda è oggi condotta dalle nipoti Gabriella e Elisabetta, le dinamiche e volitive imprenditrici specialiste nell’arte della molitura delle olive. Gli uliveti, che si estendono più a valle del frantoio, dove sorge la vecchia casa patriarcale, godono di una posizione ideale: baciati dal sole e cullati dalla brezza dell’Adriatico. Qualità e valori della tradizione sono alla base delle creazioni delle sorelle Gabrielloni, riservate esclusivamente a chi ama l’olio buono. Tra i prodotti del frantoio Gabrielloni, spicca l’etichetta Laudato, un olio extravergine frutto di un’attenta selezione di olive, raccolte a mano ad uno stadio di maturazione non completa, e lavorate in giornata. Il risultato è un olio d’elevata qualità, con una bassissima acidità e molto ricco di sostanze fenoliche ed aromatiche. Il Laudato è un extravergine molto equilibrato, dal fruttato erbaceo, con un gradevole profumo di mandorla acerba. E’un olio sostanzialmente dolce con una punta di piccante e un retrogusto leggermente amaro, ottimo con il pesce, sulla pasta, per condire le verdure fresche e le carni alla brace. Solivo, invece, è un olio ottenuto dalla spremitura di un “melange” di varietà di olive: Piantone di Mogliano, Sargano, Carboncella… Le olive, raccolte a giusta maturazione e molite entro le 48 ore, conferiscono al Solivo un profumo di frutto tenue, un sapore dolce ma con una nota di amaro. Il Solivo, che presenta un’acidità molto bassa (attorno allo 0,25), si abbina perfettamente a qualsiasi piatto e, data la sua resistenza alle alte temperature, è consigliato per le fritture leggere. Virgoro è il nome attribuito dall’azienda Gabrielloni alla serie di oli monovarietali, ricavati dalla lavorazione di una sola varietà di olive (Ascolana dura, Piantone di Mogliano, Coroncina) che, anno per anno, viene selezionata per le sue particolari caratteristiche. Le olive, lavorate nello stesso giorno della raccolta, vengono defogliate e lavate accuratamente, spremute a freddo e filtrate, goccia a goccia, con cotone idrofilo. Gli oli monovarietali Virgoro conservano intatte tutte le proprietà organolettiche e nutrizionali, proprie del frutto. Sapor, l’ultimo nato in casa Gabrielloni, è il condimento all’aglio e al limone per insaporire piatti diversi, ottenuto lavorando con le molazze sia le olive sia l’aglio o i limoni biologici. MORRO D’ARLA, IL TURISMO RURALE – Morro d’Alba è un piccolo borgo fortificato che domina la dolce campagna marchigiana, a pochi chilometri dal mare tra Senigallia e Jesi. Le tracce del passato confermano la presenza a Morro e dintorni di ville romane, il passaggio dei Longobardi e, in virtù dell’invidiabile posizione strategica, le lotte tra città rivali. Il nome Morro deriva da un antico termine riferito all’ubicazione collinare del luogo, confine naturale tra i comitati medievali di Senigallia e Jesi. Morro vanta oggi un primato: è l’unico borgo fortificato in Italia le cui mura sono percorse, per tutta la loro lunghezza, da un cammino di ronda, detta “Scarpa”, coperto e munito di arcate. Il terreno di Morro d’Alba è particolarmente vocato alla coltivazione della vite. E’ la zona di produzione di ben tre vini DOC: il Verdicchio dei Castelli di Jesi, vino bianco dal gusto leggermente amarognolo, il Rosso Piceno, vino rosso da pasto, e il superbo Lacrima di Morro d’Alba, vino d’origine antica prodotto in quantità limitata da piccole cantine della zona. Il Lacrima di Morro d’Alba è un vino corposo, di colore rosso rubino con sfumature viola, dal profumo fruttato con un sentore di ciliegia e prugna, rosa e viola. Il gusto è asciutto e lievemente tannico. Www. Indacoeventi. It .  
   
 

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