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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 09 Maggio 2012 |
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PRESENTATO IL PROGETTO "DONNE STRANIERE CON SÈ E CON GLI ALTRI: CONVIVENZA E PARI OPPORTUNITÀ NEI PERCORSI LAVORATIVI"
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Trento, 9 maggio 2012 - A Pergine Valsugana, nella Sala dell´assemblea della Comunità di Valle, il 7 maggio è stato presentato il progetto "Donne straniere con sè e con gli altri: convivenza e pari opportunità nei percorsi lavorativi". Il progetto è promosso dall´Assessorato provinciale alla Solidarietà Internazionale e alla convivenza , da Cinformi, dalla Comunità dell´Alta Valsugana e Bersntol, dalla Consigliera di parità e dall´Associazione Auser. Alla presentazione erano presenti l´Assessore provinciale alla Solidarietà Internazionale e Convivenza Lia Giovanazzi Beltrami, il vice presidente della Comunità Alta Valsugana e Bersntol Carlo Leonardelli, l´assessore Linda Tamanini, Luca Comper, dirigente del Servizio Politiche Sociali e abitative della Provincia e la Consigliera di parità Eleonora Stenico. Il progetto intende diffondere le esperienze condotte in altri territori relative all’integrazione sociale, culturale e lavorativa delle donne straniere che risiedono sul territorio provinciale. Nello specifico la proposta mira a valorizzare alcune buone prassi a favore del benessere e della formazione delle donne straniere che svolgono il mestiere delle badanti. "Sono particolarmente soddisfatta - ha detto l´assessore Beltrami - che la comunità abbia accolto con entusiasmo questa iniziativa, che nasce nell´ambito delle Pari Opportunità e rappresenta la quarta esperienza di un progetto sviluppatosi due anni fa in Val di Non e poi declinato anche in Val di Ledro e a Gardolo. L´idea è sempre quella di partire da bisogni molto concreti, da problemi reali, per trovare il modo di affrontarli. Nello specifico di questa iniziativa, orientata al tema dell´assistenza, gli obiettivi sono da un parte accrescere il livello di benessere degli anziani bisognosi di assistenza, dall´altra dare un aiuto concreto alle donne immigrate che sono in cerca di un lavoro o vogliono migliorare le proprie competenze. Con poco possiamo fare molto a vantaggio di tante persone, possiamo accrescere anche il rapporto di reciproca fiducia e fare passi avanti importanti nel cammino della convivenza." "Si tratta - ha aggiunto la Consigliera di parità Eleonora Stenico - di un progetto in cui crediamo molto perchè mette al centro la persona e le sue competenze e contribuisce ad abbattere i pregiudizi". Il Progetto - L’intervento che presenta una forte valenza formativa e di convivenza si realizzerà nel comune di Pergine Valsugana in collaborazione con l’Associazione di volontariato Auser, impegnata a promuovere l’invecchiamento attivo degli anziani e i relativi servizi alle famiglie, la Comunità Alta Valsugana e Bersntol e altri interlocutori del territorio. 1. Obiettivi - Le finalità sono riconducibili a due importanti sfide sociali: - da un lato dare nuove risposte alle domande espresse dalle famiglie e dagli anziani di disporre di servizi di cura di maggior qualità. Le famiglie chiedono innanzitutto di avviare un rapporto di lavoro basato sulla fiducia. Una tranquillità che consente ai parenti di essere lontani dal proprio anziano, sapendolo in mani sicure. A tale proposito il servizio di cura prevede più ambiti di intervento: dall’igiene personale alla cura dell’ambiente domestico, dalla spesa alla gestione dei pasti, senza trascurare l’area emozionale, ovvero le dimensioni legate agli aspetti culturali, psicologici, affettivi dell’assistito. - dall’altro avviare nuove relazioni lavorative tra famiglia – anziano - e donna badante, capaci di considerare la donna straniera nelle sue diverse dimensioni, e quindi di rivolgerle i necessari comportamenti di accoglienza e di ascolto. Spesso la famiglia tende a delegare all’assistente familiare, sin dai primi giorni, l’intero intervento di cura del proprio caro. E’ fondamentale al contrario coinvolgere la famiglia in un percorso formativo finalizzato a riconoscere l’assistente familiare come persona, portatrice di aspettative, bisogni e desideri. Attenzioni che possono avviare importanti comportamenti virtuosi, in quanto agiscono sul benessere della donna badante, incoraggiandola a vivere in maniera positiva il percorso migratorio e quindi a valorizzare al meglio il proprio impegno e le proprie risorse personali. Per quanto concerne il primo obiettivo l’impianto progettuale si rivolge a circa 15 famiglie del territorio e mira a coinvolgere le loro badanti in un percorso formativo volto all’acquisizione di nuove competenze lavorative, relazionali e specialistiche, che consentano di erogare una prestazione migliore. A tale proposito la prima fase sarà dedicata al confronto con le famiglie, che aderiranno all’esperienza, per raccogliere le prime richieste in merito all’elaborazione di alcune prestazioni erogate, come ad esempio: la gestione della spesa e dei pasti, la corretta gestione della differenziazione dei rifiuti domestici, la tenuta della casa, la comunicazione interpersonale e le relazioni con l’assistito. Il percorso di formazione rivolto alle badanti si concentrerà quindi sugli ambiti di cura evidenziati dalle stesse famiglie. Per quanto riguarda la seconda finalità è convinzione che solo attraverso l’attivazione di un percorso di promozione della persona, ovvero di un’iniziativa che sappia porre al centro la badante, sarà possibile migliorare il servizio di cura fornito. Le badanti portano con sé biografie migratorie di solitudine, dolore, allentamento dai propri cari. Esprimono così un forte bisogno di condivisione, di conoscenza della nostra cultura, di relazioni positive con gli autoctoni, di ascolto e di supporto alle molte fatiche, fisiche ed emotive, incontrate. A tale riguardo le donne straniere saranno invitate a partecipare a momenti di condivisione della loro esperienza, coordinati da un referente il progetto e da mediatori culturali. L’obiettivo è duplice: - cercare ove è possibile la presa incarica delle diverse problematiche per trovare insieme una soluzione o una risposta, - creare un luogo senza giudizio capace di rielaborare le professionalità in gioco, per diffondere le buoni prassi e correggere i punti di debolezza che ancora persistono. 2. Modalità di intervento - In collaborazione con l’Associazione Auser il gruppo delle 15 badanti sarà coinvolto in diversi momenti formativi, che richiederanno, a seconda dell’argomento trattato, l’avvio fattivo di importanti collaborazioni con vari interlocutori locali. La costituzione di una diffusa rete sociale a sostegno dell’iniziativa rappresenterà un punto di forza del progetto che intende calarsi nel contesto di riferimento, per consegnare al territorio i risultati raggiunti e dare una prospettiva di continuità all’impegno profuso dai partecipanti e dalla comunità nel suo insieme. Accogliendo i primi stimoli portati dall’Associazione Auser, testimone privilegiato delle richieste formulate dalle famiglie e dagli anziani seguiti, l’esperienza muoverà i suoi primi passi introducendo le badanti in un percorso di aggiornamento professionale che contempla tre ambiti di intervento: 1. Un primo percorso di “educazione al gusto”, 2. Un mini corso di cucina locale, al fine di offrire all’anziano un più soddisfacente servizio in merito ai menù e ai pasti proposti, 3. Un corso sulla corretta differenziazione dei rifiuti domestici e sulla loro gestione. Saranno messi in calendario anche incontri di monitoraggio sia con l’anziano che con le famiglie, per valutare insieme i miglioramenti introdotti. Alle famiglie che aderiranno al progetto sarà chiesto di condividere il calendario operativo degli incontri proposti alle badanti che nei primi tre mesi del progetto avranno una cadenza settimanale. Agli incontri potranno prendere parte anche gli anziani che lo desiderano, in modo da non creare disfunzioni al servizio. Il progetto prevede il coordinamento costante con l’associazione Auser e incontri periodici di monitoraggio dell’andamento delle attività con le istituzioni promotrici. 2. Tempi di realizzazione - Il progetto si realizzerà tra i mesi di maggio e novembre 2012. |
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