|
|
|
 |
  |
 |
|
Notiziario Marketpress di
Lunedì 05 Febbraio 2007 |
|
|
  |
|
|
“ARTIGIANATO TECNOLOGICO”: RICERCA E AGGIORNAMENTO PER MANTENERE LA COMPETITIVITÀ DELLA NAUTICA ITALIANA
|
|
|
 |
|
|
Carrara, 5 febbraio 2007 - Il settore della nautica italiana è caratterizzato dalla presenza di pochissime aziende che realizzano imbarcazioni di grandi dimensioni e sono in grado di coprire l’intero ciclo produttivo, mentre un numero molto elevato di aziende di piccole e piccolissime dimensioni è specializzato solo in alcune fasi della filiera. E’ un modello organizzativo che è stato definito “artigianato tecnologico” nel corso del convegno sui trend tecnologici nel settore della nautica da diporto che si è svolto a Carrarafiere sabato 3 febbraio nell’ambito di Seatec, il salone internazionale di tecnologie e forniture per la nautica. Il comparto, nel suo complesso, raggiunge capacità elevatissime al di fuori dei circuiti codificati di crescita ma ha scarsi rapporti con l’università, non dispone di personale ad elevata qualifica tecnica benché riesca a mantenersi competitivo e all’avanguardia. In un contesto di esasperata competizione internazionale il comparto non riuscirà a mantenere la propria competitività perché incalzano concorrenti formidabili non tanto sui prezzi di vendita quanto per le caratteristiche organizzative e di conoscenza delle tecnologie più moderne che riescono ad esprimere. A differenza di altri comparti manifatturieri il settore nautico non deve guardarsi dalla concorrenza cinese o indiana ma da quella di paesi europei come l’Olanda e l’Inghilterra oltre che da quelli tradizionali come Usa e Nuova Zelanda. Sono dati molto chiari che emergono da uno studio curato dall’Osservatorio regionale Toscano sull’artigianato promosso da Dintec (società consortile fra Unioncamere e Enea per progettare interventi sull’innovazione) e finanziato dalle Camere di Commercio. Lo studio aveva lo scopo di fornire una ricostruzione fotografica delle tecnologie esistenti nel settore, delle aree e centri di competenza a livello internazionale, nelle quali si sviluppa la tecnologia, e di individuare le opportunità o le minacce che derivano dai cambiamenti in atto. E’ emersa l’immagine di un settore toscano in cui esiste un’intelligenza collettiva dispersa sul territorio con tecnologie di alto livello allocate nelle aziende di punta ma che non vengono facilmente condivise con le piccole imprese fornitrici con aumenti anche molto significativi del costo finale. “Occorre un maggior coinvolgimento e collaborazione fra grandi cantieri e fornitori – ha detto fra l’altro Andrea Bonaccorsi dell’Università di Pisa presentando la ricerca – sono stati compiuti passi significativi con l’istituzione di un Master in progettazione a Viareggio, ma è indispensabile conoscere il panorama internazionale per intervenire sulle fragilità del sistema. Abbiamo una leadership mondiale ma per mantenerla si deve ampliare la partecipazione e la condivisione di tutti gli attori sui progetti ma anche sulla ricerca, soprattutto su quella dei materiali e dei sistemi di gestione delle commesse. Il Made in Italy ha un grande appeal ma in questo settore la committenza è di altissimo livello, investe capitali importanti per la costruzione di yacht raffinati e tecnologici, ed è in grado di giudicare la qualità del lavoro svolto. È perciò indispensabile puntare sulla sperimentazione e sulla ricerca costante per mantenere aziende e comparto al top della competitività”. . |
|
|
|
|
|
<<BACK |
|
|
|
|
|
|
|