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Notiziario Marketpress di
Martedì 05 Giugno 2012 |
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TRENTO: LE LINEE GUIDA PER IL "FASCICOLO INTEGRATO DI ACQUEDOTTO"
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Trento, 5 giugno 2012 - Approvate l’ 1 giugno dalla Giunta provinciale, su proposta del vicepresidente e assessore ai lavori pubblici, ambiente e trasporti Alberto Pacher e dell´assessore alla salute e politiche sociali Ugo Rossi, le Linee guida per la formazione del "Fascicolo integrato di acquedotto". Le Linee guida sono un supporto metodologico e di uniformità al processo di revisione degli acquedotti dei Comuni. Esse forniscono, infatti, le indicazioni necessarie ad adeguare l´impiego dell´acqua pubblica alle disposizioni previste dal Piano generale di Utilizzazione delle acque pubbliche, dal Piano di Tutela delle acque e dalla normativa in materia di qualità dell´acqua destinata al consumo umano. Il "Fascicolo integrato di acquedotto" è una raccolta di dati e informazioni che costituiscono la “carta di identità” dell’acquedotto. È costituito da: Libretto di acquedotto (Lia) : descrizione del sistema idrico, come base di partenza per il rispetto di tutte le disposizioni normative. Piano di Autocontrollo (Pac): descrizione del sistema di controllo della qualità dell’acqua destinata al consumo umano. Piano di Adeguamento dell’utilizzazione (Pau): descrizione degli interventi strutturali e gestionali per adeguare le modalità d´uso dell´acqua alle disposizioni del Piano generale di Utilizzazione delle acque pubbliche e del Piano di Tutela delle acque. In Trentino ci sono 850 acquedotti potabili con 1860 punti di captazione d’acqua di cui 1710 da sorgenti, 120 da pozzi e 30 da acque superficiali. In totale vi sono 1600 serbatoi, 2200 km di tubazioni di adduzione e più di 2600 km di rete di distribuzione. In questo sistema così articolato la valutazione dell’efficienza in termini di minimizzazione delle perdite, non è agevole. Gli acquedotti idropotabili sono quasi esclusivamente pubblici e la presenza di acquedotti privati è limitata ad entità territoriali di modesta consistenza. Nel dettaglio si definiscono tre categorie di acquedotti potabili: acquedotti pubblici; acquedotti privati, ma di interesse pubblico: acquedotti che, pur non essendo di proprietà pubblica, approvvigionano un numero di “utenti di acquedotto equivalenti” (Uae) superiore alle 50 unità; acquedotti privati: acquedotti che non ricadono nelle due precedenti categorie; per questi acquedotti spetta esclusivamente ai titolari garantire il rispetto delle disposizioni normative per la tutela qualitativa dell’acqua captata (aree di salvaguardia, controlli ecc.). Gli acquedotti sono gestiti da circa 200 soggetti diversi, per la maggior parte si tratta di Comuni (singolarmente o in convenzione fra loro) che sono anche i responsabili dell´erogazione del servizio di acquedotto pubblico. Esistono poi altre forme di gestione che interessano una trentina di Comuni fra quelli a maggiore densità abitativa: si tratta di un’azienda municipalizzata e di alcune società per azioni a capitale interamente pubblico o a capitale misto pubblico-privato. La complessità e la stratificazione di normative e direttive tecniche, spesso dedicate a singoli aspetti, non raccordate fra loro, anche per la peculiarità della situazione trentina (sia dal punto di vista orografico che amministrativo) nel panorama nazionale, rende molto difficile la costruzione di un quadro nitido della situazione. Per raccordare gli adempimenti a carico di titolari e gestori delle reti di acquedotto è stata definita una piattaforma integrata con una prima fase indirizzata alla conoscenza ed al riordino delle informazioni esistenti, precisando anche gli iter e le strutture provinciali dedicate al recepimento ed alla validazione delle stesse. In questa fase si inserisce la predisposizione di Linee guida organiche, coerenti e univoche, approvate oggi dalla Giunta provinciale e riferite, appunto, al Libretto di acquedotto, al Piano di Autocontrollo, al Bilancio idrico di acquedotto, al Quaderno di acquedotto e al Piano di adeguamento dell’utilizzazione. Le linee guida permettono inoltre la standardizzazione delle informazioni sugli acquedotti, per agevolare il confronto tra la situazione di fatto e le varie disposizioni riguardanti gli aspetti qualitativi e quantitativi, sanitari e ambientali. In questo modo i titolari potranno adempiere, con un unico “pacchetto” integrato e coerente, ai diversi precetti normativi, con evidente sgravio per gli stessi e con maggiore chiarezza ed efficacia anche nei confronti delle strutture della Provincia. I passi successivi riguarderanno la creazione di un sistema di certificazione e di classificazione funzionale, di criteri per il finanziamento degli interventi sugli acquedotti, di un’analisi degli aspetti tariffari, la predisposizione di Carta dei servizi, ecc. Tutto questo porterà inoltre ad una maggiore conoscenza oggettiva dei punti di forza e di debolezza presenti sul territorio ed all’attivazione di buone pratiche per una gestione più oculata di una risorsa che non può più considerarsi illimitata. La misurazione dell’efficienza, in termini di contenimento delle perdite, diventerà così un elemento guida per i necessari interventi di ammodernamento degli acquedotti . La Provincia autonoma di Trento, con la collaborazione del Consorzio dei Comuni, ha tempo 180 giorni dalla data di approvazione di questo provvedimento per attuare una fase di avviamento che prevede: approvazione e messa a disposizione dei moduli e delle specifiche tecniche; massima pubblicità e informazione ai Comuni sul "Fascicolo Integrato di Acquedotto"; messa a punto dei sistemi informativi necessari a favorire l’informatizzazione già a partire dai dati di competenza diretta dei Comuni allineando con questi anche le basi dati della Provincia. I Comuni hanno invece come data di scadenza il 28 febbraio 2014 per presentare alla Provincia il "Fascicolo Integrato di Acquedeotto". Gli interventi di adeguamento delle utilizzazioni andranno effettuati, da parte dei Comuni: entro il 31 dicembre 2016 in caso di adeguamento strutturale delle opere di captazione per fare in modo che venga garantito, ove previsto, il rilascio del deflusso minimo vitale previsto dal Piano di tutela delle acque; entro il 31 dicembre 2018 in caso di adeguamento dei titoli a derivare, in termini di dotazione idrica, di funzionalità della rete alimentata e di risparmio idrico, secondo quanto stabilito dal Piano generale di Utilizzazione delle acque pubbliche per interventi strutturali su rete ed impianti (manutenzione ordinaria e straordinaria delle reti; ampliamento serbatoi; ecc.) e per interconnessioni delle reti sia a livello di Comune che sovracomunale. |
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