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Notiziario Marketpress di
Lunedì 24 Settembre 2012 |
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RICERCATORI SCOPRONO CHE I BAMBINI PREMATURI PRESENTANO UN RISCHIO MAGGIORE DI AMMALARSI
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Bruxelles, 24 settembre 2012 - Un nuovo studio europeo suggerisce che i neonati prematuri sono più a rischio di soffrire di serie complicazioni di salute rispetto ai bambini nati a termine. Cercando di trovare metodi per ritardare il parto e fornire le cure ottimali ai bambini nati troppo presto, i ricercatori coordinati dall´Accademia Sahlgrenska, Università di Göteborg in Svezia hanno sviluppato una tecnica per prevedere se una donna incinta con contrazioni premature entrerà in travaglio entro una settimana. Lo studio è stato presentato sul British Journal of Obstetrics and Gynaecology. La difficoltà maggiore incontrata dagli esperti in medicina perinatale oggi sono i bambini nati prima di aver completato la 37° settimana, quello che si definisce parto prematuro. Questo tipo di parto fa aumentare le probabilità che il bambino si ammali gravemente sia a breve che a lungo termine. Secondo i ricercatori, appena il 30% delle donne che arrivano con contrazioni premature partorisce bambini prematuri. Ai fini dello studio, il team ha esaminato 142 donne incinte ricoverate all´Ospedale universitario di Sahlgrenska nel periodo compreso tra il 1995 e il 2005 con contrazioni premature senza rottura della membrana. "Per avere il tempo di dare alla donna il cortisone, che rende più veloce lo sviluppo dei polmoni del feto, è pratica comune ritardare il parto di un paio di giorni con l´aiuto della terapia tocolitica," ha detto Panagiotis Tsiartas, un ricercatore dell´Accademia Sahlgrenska, Università di Göteborg, e specialista della Clinica ostetrica e ginecologica dell´Ospedale universitario di Sahlgrenska. "Essere in grado di prevedere se una donna che arriva in ospedale con contrazioni premature darà effettivamente alla luce prima del termine e quindi avrà bisogno di ulteriori cure è quindi molto importante." Il team ha basato il suo metodo su un nuovo tipo di analisi del sangue che esamina due specifiche proteine nel sangue della donna insieme a un test già usato che usa gli ultrasuoni per misurare la lunghezza del collo dell´utero. "Statisticamente, questo metodo è in grado di prevedere con una precisione del 75 - 80% se una donna partorirà prima," ha detto il dott. Tsiartas. "Dobbiamo fare altri studi prima di poter usare questo metodo, ma se i risultati di questi studi saranno positivi, speriamo che il test porti a nuovi tipi di cure per prevenire la nascita prematura e curare le serie complicazioni che ne risultano." Hanno contribuito a questo studio ricercatori provenienti da Danimarca, Grecia, Norvegia, Regno Unito e Repubblica Ceca. Per maggiori informazioni, visitare: Accademia Sahlgrenska, Università di Göteborg: http://www.Sahlgrenska.gu.se/english British Journal of Obstetrics and Gynaecology: http://www.Bjog.org/view/0/index.html |
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