|
|
|
|
|
|
|
Notiziario Marketpress di
Mercoledì 21 Febbraio 2007 |
|
|
|
|
|
I CONTRIBUTI PUBBLICI HANNO PORTATO CRESCITA DI FATTURATO E DIPENDENTI
|
|
|
|
|
|
Firenze, 21 febbraio 2007- Ricostruire un quadro completo delle politiche di sostegno erogate negli ultimi anni alle imprese artigiane della Toscana. Analizzare le caratteristiche delle beneficiarie, la loro dislocazione territoriale, la percezione soggettiva e l’opinione delle imprese riguardo all’utilità degli interventi. Valutare gli effetti su alcune dimensioni rilevanti d’impresa (fatturato e numero di dipendenti), ovvero stabilire in quale misura un contribuito pubblico abbia modificato una situazione preesistente nella direzione auspicata, al fine di proporre una strategia ancora più efficace in vista della programmazione dei nuovi fondi strutturali 2007-2013 e del Prse. Sono questi gli obiettivi dello studio realizzato da Irpet per conto dell’Osservatorio Regionale dell’Artigianato e presentato oggi nel corso di un convegno organizzato dalle associazioni regionali di categoria Cna e Confartigianato Imprese al quale sono intervenuti l’Assessore alle Attività Produttive della Regione Toscana, Ambrogio Brenna e il Presidente di Unioncamere Toscana, Pierfrancesco Pacini. In particolare, la ricerca analizza i Programmi di Sviluppo (Psa) erogati dalla Regione Toscana, in accordo con le associazioni dell’artigianato, per favorire il consolidamento e lo sviluppo delle micro e piccole imprese. Inoltre alcuni risultati, ove possibile, sono confrontati con quelli ottenuti dall’analisi della Misura 1. 2 del Docup 2000-2006 (aiuto rimborsabile a tasso agevolato per imprese che operano in aree Phasing Out o in aree Obiettivo 2) svolta dal Cles. Per l’analisi dei Psa sono state messe a confronto le performance delle beneficiarie e quelle delle non beneficiare, integrando informazioni provenienti da diverse fonti statistiche e amministrative con i dati raccolti attraverso specifiche indagini dirette. Date le differenze sostanziali che esistono tra i Psa 2001/02 e i Psa 2003/05, le imprese che hanno fatto ricorso alla prima tipologia di contributo (conto interessi a fondo perduto) e quelle alla seconda (aiuto rimborsabile a tasso zero su un fondo rotativo appositamente costituito), sono state analizzate separatamente e confrontate tra loro. Dallo studio emerge che: le imprese beneficiarie rispetto alle non beneficiarie sono caratterizzate da un trend di crescita pre-intervento lievemente maggiore; le imprese beneficiarie della Misura 1. 2 e dei Psa 2003/05 hanno caratteristiche simili; le imprese beneficiarie dei Psa 2001/02 hanno fatturati mediamente più bassi rispetto alle beneficiarie Psa 2003/05; i bandi più recenti sono stati utilizzati da imprese mediamente più strutturate; l’aiuto rimborsabile è la tipologia di intervento preferita dalla maggior parte delle imprese; un fattore determinante di auto-selezione delle imprese nella richiesta di contributi pubblici è la poca conoscenza della possibilità di ottenere aiuti sugli investimenti dalle istituzioni. L’analisi svolta ha quindi fatto emergere anche una differenza strutturale tra le imprese che beneficiano dei Psa 2001/02 e quelle dei Psa 2003/05: le imprese beneficiarie dei Psa 2003/2005 hanno avuto un reale beneficio dalle agevolazioni, sia in termini di addetti (con un effetto medio stimato di 1,4 addetti) che di fatturato (con un effetto medio stimato pari al 28% in più di imprese che incrementano il fatturato); le imprese beneficiarie Psa 2001/2002 sono di dimensione mediamente più piccola rispetto alle beneficiarie 2003/2005 e dunque per loro l’incremento del numero di addetti può risultare relativamente più difficoltoso; Il 22% delle imprese beneficiarie dei Psa 2001/02 e il 27% delle beneficiarie dei Psa 2003/05 dichiara che non avrebbe realizzato l’investimento in assenza dell’intervento (circa 1 impresa su 4 in ciascuno dei due gruppi); Le imprese beneficiarie dei Psa 2001/02 identificano le difficoltà di mercato come ostacolo principale all’investimento (31%); Per le imprese beneficiarie dei Psa 2003/05 la principale barriera all’investimento è rappresentata dalle difficoltà di accesso al credito (41%). . |
|
|
|
|
|
<<BACK |
|
|
|
|
|
|
|