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Notiziario Marketpress di Mercoledì 05 Dicembre 2012
 
   
  SICUREZZA STRADALE: LA MORTALITÀ SI RIDUCE DI OLTRE IL CINQUANTA PER CENTO. L’UMBRIA TRA LE PRIME CINQUE REGIONI ITALIANE.

 
   
  Perugia, 5 dicembre 2012 - 1045 morti ed oltre 55mila feriti per un costo sociale di oltre 5 miliardi e mezzo di euro dal 2001 al 2011, con una percentuale di mortalità negli ultimi cinque anni sette volte più elevato di quella dei morti sul lavoro e quasi nove volte superiore, nel 2010, a quella derivante da violenza criminale. Sono questi i numeri impressionanti che scaturiscono dalla rilevazione Istat sull’incidentalità stradale in Umbria, analizzati e studiato per conto della Regione dalla Società Rst di Roma che ha redatto anche il Piano nazionale della sicurezza stradale. L’indagine è stata presentata questa mattina, martedì 4 dicembre, nel corso di una conferenza stampa che si è svolta nella Sala Fiume di Palazzo Donini a Perugia. “Lo stato e l’evoluzione della sicurezza stradale dell’Umbria, negli ultimi dieci anni, ha commentato l’assessore regionale alla sicurezza stradale Stefano Vinti, è caratterizzato da molti fattori positivi e da alcuni fattori negativi particolarmente rilevanti. Tra il 2001 e il 2011, per quanto riguarda il miglioramento complessivo della sicurezza stradale (riduzione dei tassi di mortalità e di ferimento e del costo sociale procapite) l’Umbria si colloca tra le 5 migliori regioni italiane con una percentuale di riduzione del 42 per cento. Se centriamo l’attenzione sui tassi di mortalità (morti per 100.000 abitanti) l’Umbria invece marca una riduzione del 52,2 per cento. Stando a questi dati, sia pure con un anno di ritardo, l’Umbria ha raggiunto e superato l’obiettivo indicato dalla Commissione europea. Nonostante gli importanti miglioramenti di sicurezza stradale conseguiti tra il 2001 e il 2011, lo stato di fatto è ancora assolutamente poco soddisfacente”. In termini complessivi i morti, i feriti e i danni alle cose determinati dagli incidenti stradali nel 2011 hanno determinato un costo sociale procapite di 425 Euro procapite che è marginalmente al di sotto della media nazionale (443 Euro procapite). Come tasso di mortalità l´Umbria, con 6,7 morti per 100.000 abitanti è leggermente al di sopra della media nazionale (6,4 morti per 100.000 abitanti). Come tasso di ferimento la regione, con 450 feriti per 100.000 abitanti è leggermente al di sotto della media nazionale (482 feriti per 100.000 abitanti). “Dunque, ha sottolineato Vinti, se da un lato la velocità di riduzione delle vittime e del costo sociale è nettamente più elevata della media e colloca l’Umbria tra le cinque regioni italiane con le migliori performance, dall´altro lato lo stato attuale della sicurezza stradale non va oltre la media. Questa particolare situazione è determinata dal fatto che all’inizio del periodo, e cioè nel 2001, lo stato della sicurezza stradale dell’Umbria era particolarmente carente. L’elevata velocità di miglioramento ha permesso di recuperare un ritardo “storico”, di allinearsi sulla media nazionale, ma non ha ancora consentito di raggiungere una posizione di eccellenza. Inoltre l’incidentalità stradale umbra è caratterizzata da un rilevante problema strutturale: l’elevata quota di incidenti stradali mortali, tipica di territori con insediamenti diffusi, dove gli spostamenti quotidiani avvengono in ampia parte su strade extraurbane, con velocità nettamente superiori a quelle del traffico urbano. In queste condizioni gli incidenti determinano effetti sulle persone molto più gravi e una maggiore quota di morti”. Questa caratteristica strutturale della mobilità regionale, a giudizio dell’assessore, “ha fortemente contribuito a determinare gli elevati tassi di mortalità che hanno caratterizzato l´Umbria negli ultimi 30 anni e che sono cominciati a diminuire significativamente nell’ultimo decennio. Diciamo subito che la Regione non si accontenta affatto dei miglioramenti di sicurezza stradale conseguiti nell’ultimo decennio e neanche della maggiore velocità di miglioramento che è riuscita a determinare. L’obiettivo è ampliare e consolidare i tassi di miglioramento del decennio scorso, così da raggiungere il livello di sicurezza che ritroviamo nelle regioni italiane ed europee con le migliori prestazioni di sicurezza stradale”. “Se il decennio trascorso è stato dedicato a recuperare un ritardo storico della sicurezza stradale umbra, il prossimo decennio vogliamo dedicarlo a raggiungere una posizione di eccellenza. Per dare sostanza a questo obiettivo è indispensabile che la Regione, le Provincie, i Comuni, le altre istituzioni, il sistema delle imprese e delle rappresentanze economiche e sociali, le associazioni civili collaborino a realizzare una strategia coerente ed efficace di sicurezza stradale, modificando alcuni fattori strutturali che da più di 30 anni rallentano il progresso della sicurezza stradale regionale. La Regione Umbria, ha concluso l’assessore Vinti, ha già avviato alcune azioni: la creazione del Centro Regionale Umbro di Monitoraggio della Sicurezza Stradale (Crums), l’istituzione della Consulta Regionale sulla Sicurezza Stradale, alcune intese ed accordi per migliorare la resa e la produttività della spesa pubblica in questo settore, e soprattutto una legge regionale per creare i presupposti e gli incentivi per una più efficace azione di governo della sicurezza stradale. Gli strumenti che abbiamo predisposto e che stiamo predisponendo per raggiungere questo risultato saranno gestiti con la massima trasparenza e i risultati saranno comunicati con chiarezza e tempestività a tutta la comunità regionale delle istituzioni, delle rappresentanze, delle imprese, delle associazioni, dei cittadini. Infine, ma per certi aspetti si tratta dell’aspetto più rilevante, questa informazione sarà tanto più ampia ed efficace quanto più gli organi di comunicazione vorranno impegnarsi a prendere in esame le analisi e le proposte che saranno prodotte a valutarle e a farne oggetto di comunicazione ai cittadini. Da parte nostra vogliamo aprire un canale di informazione tempestivo, completo e del tutto trasparente perché consideriamo che questo sia il presupposto per ogni forma efficace di collaborazione tra l´amministrazione pubblica, le imprese, le rappresentanze e i cittadini”.  
   
 

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