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Notiziario Marketpress di
Giovedì 22 Febbraio 2007 |
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RIFORMA GENTILONI: SI A UN MERCATO PLURALISTA E PIU’ CONCORRENZIALE IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA SERVIZI INNOVATIVI E TECNOLOGICI ASCOLTATO NELL´AMBITO DELL´INDAGINE PARLAMENTARE RELATIVA AL DDL SUL SETTORE TELEVISIVO.
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Roma 22 febbraio 2007. Nel corso dell’audizione tenuta l’altra sera dalle Commissioni riunite Trasporti e Cultura della Camera nell’ambito dell’indagine conoscitiva relativa al disegno di legge Gentiloni (Disposizioni per la disciplina del settore televisivo nella fase di transizione alla tecnologia digitale), il Presidente di Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici, Alberto Tripi ha sostenuto che l’obiettivo della nuova disciplina deve essere quello di creare “un mercato aperto e pluralista, basato sulla competizione tra i diversi soggetti, dove la tutela della concorrenza dovrà poter contare sul rafforzamento del ruolo delle Autorità indipendenti al fine d, assicurare condizioni di obiettività, trasparenza e non discriminazione”. Per garantire una transizione rapida e ordinata, Tripi ha proposto un programma di switch off, ovvero di spegnimento della televisione analogica attraverso la calendarizzazione del passaggio al digitale di quote di popolazione e di territorio omogenee, fino alla completa copertura: “Le esperienze pilota della Sardegna e della Valle d’Aosta – ha sottolineato a questo proposito Tripi - dimostrano che lo switch off per aree è un acceleratore anche dei piani regionali per la larga banda evidenziando che i processi di digitalizzazione si sostengono a vicenda”. Concorrenza e pluralismo sono, secondo il Presidente di Confindustria Servizi I&t, i criteri guida da utilizzare anche per gli sviluppi della Larga Banda, dove “la regolamentazione per l’accesso alle infrastrutture dovrebbe essere garantita senza irrigidire l’evoluzione di un mercato che, anche a seguito della cosiddetta convergenza tecnologica, si presenta a carattere tipicamente concorrenziale”. Infine, sulla questione delle risorse pubblicitarie, Alberto Tripi ha affermato che il divieto di raggiungere o superare una quota dei ricavi pubblicitari, che sono una importante fonte di introito per le imprese “non ci sembra l’unico percorso rispetto all’obiettivo, da noi condiviso, di favorire una maggiore competitività nel mercato televisivo” e l’esperienza di precedenti procedimenti legislativi dimostra come l’imposizione di tetti invalicabili risulti difficilmente applicabile. . |
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