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Notiziario Marketpress di
Venerdì 11 Gennaio 2013 |
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MILANO (TEATRO SAN BABILA): “DITEGLI SEMPRE DI SI” DI EDUARDO DE FILIPPO - FINO AL 27 GENNAIO
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Michele (Gigi Savoia), appena uscito dal manicomio, torna a casa dove lo attende la sorella Teresa (Maria Basile Scarpetta), che è la sola a conoscere i suoi trascorsi di pazzia. Michele sembra guarito, ma prende alla lettera tutto ciò che gli viene detto, addirittura diffonde la falsa voce che il giovane Luigi è pazzo, e quindi cerca di tagliare la testa al ragazzo, per guarirlo, in quanto “la causa di tutti i mali è nella testa”. Michele viene fortunatamente fermato in extremis dalla sorella e riportato in manicomio. Orari e Prezzi Degli Spettacoli Dal martedì al sabato ore 21:00, sabato pomeriggio ore 16:00 domenica pomeriggio ore 15:30 e domenica 13 gennaio anche alle ore 19.30 Prezzi Dei Biglietti € 35.00 platea e € 25.00 balconata. Riduzioni convenzioni: da mercoledì a venerdì e sabato pomeriggio € 25.00 platea e € 18.00 balconata. Il testo di Eduardo scritto nel 1927, evolve nel tempo e nel linguaggio fino ad arrivare a noi “uomini di questo tempo”. Un tempo, il nostro, dove il linguaggio si fa, se possibile, ancora più confuso di allora, l’uso non corretto e “furbo” della parola oggi imperversa sia nelle discussioni salottiere, che nell’uso spicciolo e quotidiano ma soprattutto nella politica che ne piega i significati allo scopo di raggiungere obiettivi e risultati La lingua è usata per ottenere favori, regalie etc.. È di fatto una lingua svilita che ha bisogno sempre di essere interpretata. Oggi come allora il significato delle parole si scontra con il significante che quelle parole si trascinano dietro. Michele Murri torna di nuovo tra noi per riposizionare l’esatto significato delle cose dette, usa ancora una volta l’espressione di “parola adatta”, che costringe ognuno ad uscire fuori dai ruoli e dalle ipocrisie, sovvertendo quella pace sociale così faticosamente conquistata dai personaggi di “Ditegli sempre di sì” ma allo stesso tempo così fragile ed instabile La pazzia e la “normalità” in questo mirabile testo sono continuamente rovesciate. Michele Murri entra dalla porta della “normalità” di casa Lo Giudice e inizia un viaggio come gli eroi delle favole che lo porterà ad incrociare un’umanità che annaspa affannosamente. Eduardo ancora una volta ci mostra il teatro del mondo, vi partecipa, se ne distacca, ne rovescia la visione, quello che credevamo sano e buono ci si mostra nella sua più completa evanescenza Michele/eduardo funge da detonatore e costringe tutti gli altri ad uscire allo scoperto, mostrandoci tutte le loro miserie e soprattutto la loro inadeguatezza del vivere. Michele riconosce nel suo alter ego Luigi Strada, “l’attore”, la sua pericolosità sociale e ce la indica fino ad affermare, lui pazzo vero - Tu sei pazzo, tu devi essere rinchiuso in manicomio, tu sei un pericolo per la società. La gente ha paura di te, hai capito? Gli amici, i parenti, la famiglia ti possono compatire… ma ad un certo punto si rassegnano e ti abbandonano, vattene al manicomio.” In una mimesi totale, inquietante e pericolosa. Una “commedia nera” soprattutto nel secondo atto dove Michele Murri da vita ad una serie di azioni crudeli che culminano nel tentativo di decapitare Luigi Strada per salvarlo dalla pazzia. L’azione si fa serrata e costringe tutti i partecipanti a fare i conti con l’implacabile logica e rigore del protagonista, fino all’arrivo della sorella che svelando la reale follia di Michele rimette tutti i tasselli al loro posto. Ho sempre trovato in Eduardo una capacità chirurgica di operare ed incidere sulla società civile leggendo la realtà senza pietismi o facili entusiasmi, ho sempre percepito la sua inesauribile volontà di essere “esatto e “vigile” su un’umanità che chiede continuamente di essere aiutata, capita, compresa ma che proprio per questo dimentica che la responsabilità individuale è il fondamento di ogni vivere comune. Maurizio Panici Il Direttore Gennaro D’avanzo |
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