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Notiziario Marketpress di
Venerdì 25 Gennaio 2013 |
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CAGLIARI (GOLFO DEGLI ANGELI): CONFRONTO INTERNAZIONALE SUL TURISMO AMBIENTALE NELLE AREE UMIDE DEL MEDITERRANEO
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I rappresentanti del Parco del Delta del Po, del Parco della Maremma e del Parco di Albufera (Valencia, Spagna) ed esperti e amministratori di aree protette della Sardegna hanno raccontato e si sono confrontati a Cagliari sulle opportunità legate al turismo ambientale in quattro tra le più importanti aree umide presenti nel Mediterraneo. Si è conclusa l’iniziativa “una rete di Aree Protette nel Golfo degli Angeli” organizzata dal Parco del Molentargius e dall’Area Marina protetta di Capo Carbonara, in collaborazione con Vivilitalia, un confronto internazionale che ha visto protagonisti i rappresentati di quattro tra le più importanti zone umide del Mediterraneo. Dopo una visita guidata, tenutasi presso il Parco Molentargius-saline-poetto, riservata agli ospiti che sono stati accompagnati da tecnici qualificati, la giornata di oggi si è aperta con il workshop “Cosa fanno gli altri, cosa facciamo noi”. A dare il via ai lavori l’intervento di Bruno Paliaga, Direttore dell’Area marina protetta Capo Carbonara - Parco Naturale Regionale Molentargius-saline seguito dai saluti istituzionali di Ignazio Tolu, Assessore all’Ambiente della Provincia di Cagliari. Oltre ai padroni di casa, Mauro Contini, Presidente del Parco Naturale Regionale Molentargius – Saline e Massimo Zedda, Vice Presidente del Parco Naturale Regionale Molentargius – Saline, numerose le personalità presenti: Carlo Masnata, Comandante Corpo Forestale, Giorgio Massidda, Presidente Autorità Portuale di Cagliari, Alberto Scanu, Presidente Confindustria Sardegna, Giuseppe Delogu, Direttore Ispettorato Corpo forestale, Walter Cabasino, Sindaco Pula, Tore Matta, Sindaco di Sarroch, Concetta Spada, Sindaco di Domus de Maria, Roberto Tola, Sindaco di Posada, Barbara Pusceddu, Sindaco di Sinnai, Walter Piscedda, Sindaco di Elmas, Paola Zinzula, dirigente servizio della natura Regione Sardegna, Comitato rappresentanti residenti del Parco, Prof.ssa Manuela Abis, Prof. Fausto Pani, Prof. Alberto Marini, Prof. Francesco Lecis, Ing. Elisabetta Bina, Comitato scientifico Parco Molentargius, Paolo Frau, Assessore edilizia privata verde pubblico parchi del Comune di Cagliari, Prof.ssa Giuseppina Primavera, Esperta del Parco Molentargius. Josè Segarra Ferrando, Direttore Parc Natural de l’Albufera (Valencia - Spagna), Massimo Medri, Presidente Parco Regionale del Delta del Po, Lucia Venturi, Presidente Parco Regionale della Maremma toscana e Bruno Paliaga, Direttore dell’Area marina protetta Capo Carbonara - Parco Naturale Regionale Molentargius-saline hanno poi raccontato le loro esperienze e dibattuto sulle buone pratiche di gestione e di turismo ambientale nelle zone umide. A chiudere la giornata, una tavola rotonda, coordinata da Sebastiano Venneri, a cui hanno partecipato Franca Leuzzi, dell’Assessorato Ambiente Regione Sardegna, Stefano Landi, Docente Università Luiss Guido Carli di Roma, Tore Sanna, Sindaco di Villasimius, Vincenzo Tiana, Presidente Associazione Parco Molentargius-saline-poetto. “Il Parco della Maremma – ha detto Lucia Venturi, Presidente Parco Regionale della Maremma – rappresenta una risorsa dal valore inestimabile per il territorio toscano, un angolo di natura incontaminata che va dal mar Tirreno e al Parco dell´Arcipelago Toscano. Proprio per questa varietà di paesaggi, vengono offerti ai visitatori diversi itinerari sulla base dei quali si sceglie il mezzo da utilizzare: ci sono percorsi in bicicletta, in carrozza, in canoa o a cavallo, oltre a suggestive visite notturne. Il Parco rappresenta dunque una ricchezza naturalistica e un’opportunità per le strutture turistico - ricettive (alberghi, agriturismi, affittacamere, trattorie, ristoranti ed imprese di gestione di servizi turistici) localizzate entro il perimetro dell’area. È inoltre molto importante perché permette di prolungare la stagione turistica intercettando i flussi di visitatori che scelgono le coste toscane come meta delle vacanze. Questo è testimoniato anche dal fatto che, nonostante il calo del turismo balneare registrato lo scorso anno, il Parco non ha subito flessioni”. “Il Parco del Delta del Po – ha spiegato Massimo Medri, Presidente Parco Regionale del Delta del Po – è suddiviso in 6 diverse aree, cosiddette stazioni, caratterizzate da particolarità ambientali e paesaggistiche che le differenziano l’una dall’altra e rappresentano ciascuna uno spaccato del territorio in cui sono inserite. Per quanto riguarda la ricettività turistica quindi il Parco funge da regista ai 6 Centri di visita legati alle strutture ricettive del territorio. Per tutte il denominatore comune è l’acqua, ancorché a vari gradi di salinità, ha determinato l’origine di splendidi ambienti naturali. La biodiversità è straordinaria in particolare per la presenza di oltre 280 specie di uccelli. Il Parco, ad esempio, ospita la colonia di fenicotteri più numerosa in Italia che comprende circa 12mila esemplari. Tra i numerosi servizi offerti la finestra sui fenicotteri: la possibilità di vedere da vicino questi animali nelle valli di Comacchio con una guida specializzata. Numerose, inoltre, le escursioni proposte che permettono di scoprire, attraverso vie d’acqua e di terra, le bellezze e i molteplici aspetti di questo ambiente unico nel suo genere”. “L’area marina protetta Capo Carbonara e il Parco Naturale Regionale Molentargius-saline – ha illustrato Bruno Paliaga, Direttore dell’Area marina protetta Capo Carbonara - Parco Naturale Regionale Molentargius-saline – sono due contesti ambientali che, aldilà delle loro evidenti diversità, hanno in comune principalmente due aspetti: la fascia costiera e l´acqua come matrice fondamentale. E’ dall´acqua, il mare e lo stagno, che derivano le ragioni fondamentali dell´elevata biodiversità. Due Aree Protette dove la natura si sta prendendo la sua rivincita. I valori naturali della Zona Umida del Molentargius - Saline e dell´Area Marina Protetta di Capo Carbonara - Villasimius, ormai riconosciuti al livello internazionale, comunitario, nazionale e regionale, grazie alle loro valenze storico e culturali (la pesca, le torri costiere, gli insediamenti archeologici ed il pregio architettonico dell´archeologia industriale delle Saline di Molentargius), si delineano sempre più chiaramente come risorse strategiche. Risorse strategiche perché, se da una parte con la loro conservazione e tutela se ne riconoscono i valori naturali, dall´altra si elevano a status di materia prima per nuove e diverse forme di turismo orientate alla sostenibilità, nel senso della rinnovabilità delle risorse. Le esperienze delle due aree protette, che dovranno sempre alimentarsi di altre conoscenze maturate nel contesto mediterraneo, possono essere uno stimolo e un esempio per avviare nel Golfo degli Angeli un raccordo di rete tra zone a rilevante interesse naturalistico. Nella fascia costiera e nel mare, da Muravera a Teulada, non c´è che l´imbarazzo della scelta. Da oriente, attraverso Castiadas, Sinnai, Maracalogonis, Quartu e Cagliari, verso occidente attraverso Capoterra, Pula e Domus de Maria, il clima locale, i sub-strati e le forme geologiche, la flora, la vegetazione, la fauna, con una storia ed una cultura tutte sarde, diventano, o dovrebbero diventare, perché ancora non lo sono, i veri attrattori per un´economia sostenibile e durevole. Un modo concreto per dimostrare che tutelare la natura conviene, che non è un lusso per pochi e che in tutta la Sardegna l´unicità della natura è la risorsa primaria”. “La giornata di oggi – ha dichiarato Sebastiano Venneri, Presidente di Vivilitalia – è stato un momento di incontro e confronto interessante per capire come gestire al meglio le aree umide e valorizzare il turismo ambientale che potenzialmente potrebbe rappresentare per le aree una risorsa economica da non sottovalutare. Concentrare l’attenzione di società civile e stampa sulle zone umide, che nel nostro paese rappresentano oltre 60mila ettari, significa garantire la biodiversità e la conservazione dei più importanti ecosistemi "umidi" nazionali, le cui funzioni ecologiche sono fondamentali, sia come regolatori del regime delle acque, sia come habitat di una particolare flora e fauna” |
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