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Notiziario Marketpress di Martedì 27 Febbraio 2007
 
   
  LE REGIONI ORTOFRUTTICOLE EUROPEE CHIEDONO UN RILANCIO DEI CONSUMI, LA DIFESA DELLE PRODUZIONI DI QUALITÀ E IL RISPETTO DELLE REGOLE ANCHE DA PARTE DEI PAESI EMERGENTI “LA RIFORMA DELL’OCM PENALIZZA I PRODUTTORI FRUTTICOLI” A MEZZOCORONA L’ASSEMBLEA DELL’AREFLH

 
   
   Trento – Per togliere il medico di torno non basta una mela al giorno, ce ne vogliono almeno due: è quanto suggeriscono l’Oms e la Fao, che indicano in 400 grammi al giorno la quantità minima di frutta e ortaggi per mantenersi in buona salute. Una quantità che, tra gli stati europei, solo Grecia e Italia raggiungono. E proprio le politiche e le azioni comunitarie, per altro ancora insufficienti, volte ad un incremento del consumo di ortofrutta in Europa sono state uno degli argomenti che hanno tenuto banco, il 23 febbraio alla Cittadella del Vino di Mezzocorona, all’Assemblea dell’Areflh, l’associazione delle regioni ortofrutticole europee – della quale fanno parte anche le Province autonome di Trento e di Bolzano - che rappresenta circa il 40 per cento della produzione europea di frutta e verdura. Una lobby che alla Commissione Europea, impegnata proprio in questi giorni a mettere a punto la Riforma dell’Organizzazione comune di mercato (Ocm) chiede una più decisa azione in difesa dei prodotti e delle associazioni di produttori europee. “Alcune proposte della Riforma – ha affermato, aprendo i lavori dell’assemblea, l’assessore all’agricoltura, commercio e turismo della Provincia autonoma di Trento, Tiziano Mellarini – sono condivisibili, altre, come ad esempio il disaccoppiamento – non ci trovano concordi”. Le due province di Trento e di Bolzano costituiscono il principale “distretto produttivo della mela” a livello nazionale e fra i primi a livello comunitario. Un distretto che in Europa si distingue, tra l’altro, per l’elevato livello (90 per cento) di aggregazione della produzione. Un punto di forza che, in un mercato sottopressione come quello europeo - caratterizzato da stagnazione nei consumi e nell’export di ortofrutta (mentre le importazioni sono aumentate del 20 per cento negli ultimi cinque anni), difficile competizione, alta concorrenza di Paesi terzi (Cina, India, Brasile ma anche i Paesi della riva sud del Mediterraneo, ridotte dimensioni aziendali, invecchiamento della base produttiva, scarsa disponibilità di manodopera, inefficienza della filiera e del sistema produttivo, concentrazione del potere d’acquisto nelle mani della Grande distribuzione organizzata e, non da ultimo, elevati costi di produzione – può fare, assieme alla qualità dei prodotti, la differenza. E proprio il “modello trentino” o, meglio, quello di Melinda in Valle di Non – realtà che i rappresentanti delle regioni Areflh hanno potuto visitare nella giornata di ieri, è per lo spagnolo Antoni Badià “l’esempio da seguire e che dimostra come le difficoltà si possono trasformare in opportunità”. Prendiamo, ad esempio, il caso della Cina (che dal 1990 al 2004 ha raddoppiato, dal 18 al 37 per cento, la propria produzione di ortofrutta) e dell’India (con una produzione in forte espansione che ha ormai raggiunto il 9,4 per cento della produzione mondiale, pari a quella dell’intera Unione Europea). “Le proiezioni di crescita delle popolazioni di questi Paesi oggi competitori nell’offerta di frutta e ortaggi – ha affermato Luciano Trentini, presidente dell’Areflh – potranno diventare nuovi e appetibili sbocchi commerciali per le produzioni europee. Certo è che la competizione non potrà basarsi sul prezzo, occorre individuare una strategia di marketing che faccia leva sull’attrattività e la distintività che contraddistinguono le nostre produzioni”. Innovazione (di prodotto, di processo e di servizio) e una precisa identificazione (attraverso marchi collettivi riconoscibili e riconosciuti dall’Ue quali Dop, Igp e Aop) sono le “armi” che possono determinare nel consumatore un atteggiamento di interesse e fidelizzazione rispetto all’offerta. Temi ai quali ha fatto riferimento, nel suo intervento, anche l’assessore Mellarini, che ha tra l’altro auspicato il varo urgente di una normativa europea in materia di barriere sanitarie e fitosanitarie. Con l’allentarsi dei vincoli doganali per la libera circolazione delle merci, tali barriere sono infatti diventate il nuovo strumento con il quale diversi Stati condizionano le relative importazioni di prodotti ortofrutticoli. Ma è soprattutto sulla proposta di riforma dell’Ocm che l’Assemblea Areflh si è soffermata. Una proposta che pare ormai blindata (“Ora la parola spetta ai nostri europarlamentari – ha affermato Trentini – ai quali chiediamo di difendere un settore che rischia altrimenti di scomparire a vantaggio di altre aree produttive che coltivano senza dare quelle garanzie di sicurezza alimentare a noi richieste e che non sempre applicano le regole sociali applicate in Europa”) e che non soddisfa appieno le regioni ortofrutticole europee, che ne criticano taluni aspetti. In un documento finale dei lavori dell’Assemblea, che sarà presentato tra pochi giorni a Strasburgo, si chiede un aumento significativo dell’aiuto europeo alle organizzazioni dei produttori dal 4,1 al 6 per cento del valore della produzione commercializzata destinata ai programmi operativi o ad altre azioni dirette, per compensare la riduzione dei mezzi finanziari derivanti dall’abolizione dei ritiri dal mercato e dalla soppressione delle restituzioni all’esportazione, e di parte dell’aiuto alla trasformazione. Una proposta che il rappresentante della Commissione Europea Félix Mittermayer, per altro applaudito al termine del suo intervento, ha però subito definito “irrealistica” e non compatibile con i tagli previsti. In merito alla revisione del sistema di sostegno, le regioni ortofrutticole europee sostengono che occorre valutare la rappresentatività del settore rispetto alle risorse messe a disposizione, comunque considerate inadeguate. Il regime di pagamento unico previsto per gli ortofrutticoli necessità di essere definito nella sua forma (Euro per ettaro, oppure Euro per specie?). Se, per i prodotti trasformati, il disaccoppiamento è una strada ormai tracciata, Areflh ritiene che occorra garantire un’applicazione, graduale nel tempo, che eviti conseguenze gravi sulla produzione e sull’industria. Servono regole omogenee e condivise fra regioni e paesi Ue. Con favore viene invece accolta dalle regioni Areflh la proposta della Commissione relativa alla gestione delle crisi, ma con alcuni distinguo. Le Op – si dice – rappresentano solo il 35-40 per cento della produzione europea; dovrebbero dunque farsi carico da sole della regolazione del mercato, cofinanziandola al 50 per cento. L’attuazione da parte delle stesse Op di misure di gestione non può avere, in queste condizioni, un effetto stabilizzatore se non nel caso di crisi congiunturali molto localizzate. Non è stata prevista, infine, la situazione di crisi grave. Oggi la discussione – questa la conclusione – si deve spostare sul piano politico e, pertanto, il sistema produttivo deve continuare il processo di ammodernamento, di concentrazione, di aggregazione e di programmazione per una maggiore razionalizzazione dei costi. La componente politica, per conto proprio ed in sinergia con il sistema della produzione, deve sottendere alla salvaguardia dell’intera filiera produttiva, cercando di mantenere le risorse finanziarie al settore, ricercando le opportune alleanze tra gli Stati membri. Scheda: Cos’è E Cosa Fa L’areflh - L’areflh, associazione di diritto francese, è costituita da due collegi: il collegio delle Regioni, organo politico e decisionale dell’associazione, che raggruppa i consigli e governi delle Regioni aderenti, e il collegio dei Produttori, dove s’incontrano le organizzazioni professionali regionali. Gli obiettivi dell’Areflh: - Rappresentare, difendere e promuovere gli interessi comuni delle Regioni ortofrutticole, nell´economia europea e mondiale e nell´ambito dell´Unione Europea allargata. - Organizzare e animare il dialogo e la concertazione fra le Regioni, sviluppare le sinergie, favorire le azioni e i programmi comuni al fine di confortare e valorizzare i settori regionali ortofrutticoli. - Rafforzare, con il sostegno dell´Assemblea delle Regioni d´Europa (Are), la rappresentazione delle Regioni presso le Istituzioni europee e mondiali, nonché favorire la loro partecipazione alla costruzione dell´Europa e ai processi decisionali. Le azioni in corso: - Trattativa con i servizi della Direzione dell´Agricoltura dell´Unione Europea, della Riforma Ocm ortofrutticola a partire dell´analisi della sua attuazione nelle Regioni Membri. - Proposta per un dispositivo di gestione delle crisi sul mercato frutta e ortaggi. - - Discussione con la Commissione dell´Unione Europea sull’attuazione della Pac e dello Sviluppo Rurale nel settore frutta e ortaggi. - - Elaborazione di programmi di ricerca e sperimentazione comuni. - - Realizzazione di un programma di comunicazione a destinazione dei consumatori europei sul beneficio frutta e ortaggi dal punto di vista della salute e della forma (dieta mediterranea) nonché sulla valorizzazione dei marchi di qualità. - - Creazione di un intergruppo ortofrutticolo del Parlamento europeo col quale si sviluppa un dialogo permanente sulle grandi poste in gioco della filiera rispetto ad un mercato mondializzato. - - Implementazione di un osservatorio europeo e mondiale sui negoziati multilaterali tariffali e non-tariffali nel quadro dell´Organizzazione Mondiale del Commercio (Omc). - - Concertazioni e scambi con i nuovi membri dell´Unione europea. - - Partecipazione dell´Areflh nelle organizzazioni internazionali (Ocse, Onu, Fao…). - - Animazione di una riflessione sulla ricerca della migliore complementarità fra i produttori delle varie regioni. - - Scambi e concertazioni sulle procedure, i capitolati e le norme regionali e nazionali in materia di produzione ortofrutticola integrata. Le Regioni Aderenti: Spagna: Andalucia, Aragon, Catalunya, Extremadura, Murcia, Navarra, Valencia. Italia: Basilicata, Provincia Autonoma di Bolzano, Emilia-romagna, Lombardia, Piemonte, Provincia Autonoma di Trento, Veneto. Francia: Aquitaine, Basse-normandie, Centre, Ile-de-france, Languedoc-roussillon, Limousin, Midi-pyrénées, Pays de la Loire, Provence-alpes-côte d’Azur , Rhône-alpes. Portogallo: Lisboa e Vale do Tejo. .  
   
 

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